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domenica 28 dicembre 2014

Mexicali, Milano

In Via Valtellina, dall'altra parte del semaforo rispetto all'Alcatraz, ci sono un ristorante giapponese, una pizzeria "neapolitan" e questa specie di tex-mex, nel quale siamo andati a cercare ristoro una sera d'inverno. Arredato con vetro e metallo, su due piani, il locale offre tavoli per coppie e piccole compagnie; al momento del nostro arrivo, come consueto di buon'ora, il bancone del bar offriva anche il solito allestimento da aperitivo, che non abbiamo però esaminato. Complice anche il locale semivuoto, il servizio è stato cortese e rapido, superando anche la difficile prova della "seconda birra", cioè quel frequentissimo caso per cui si viene serviti rapidissimamente della prima bevanda (che solitamente ci si sgargarozza quasi completamente ancor prima che arrivi il cibo), mentre alla fatidica richiesta di "mi porti un'altra birra, piccola, grazie" tutti i camerieri spariscono inspiegabilmente e la birra arriva solo a pasto finito; come dicevo, qui invece ho potuto annaffiare opportunamente il mio burrito con la seconda birra "Mexicali", prodotta, come recita li menù, "in collaborazione con un famoso birrificio di Milano", o qualcosa del genere.
Burrito (non straunto come in molti posti) a 9 Euro, nachos senza infamia nè lode a 4,50 e, sorpresa delle sorprese, un guacamole fatto come si deve, alla non modica cifra di 6 Euro (un Euro per ogni nacho che lo accompagnava, se ben ricordo). La grande soddisfazione per il guacamole è però "macchiata" da due fatti inspiegabili: uno, l'utilizzo di pomodorini tagliati a metà all'interno del guacamole stesso (invece di pezzi irregolari di pomodoro - sembra una stupidaggine ma quelle mezze sfere rosse lì in mezzo stonavano proprio); e il secondo l'evidente -almeno per me- diversa natura del guacamole da 6 Euro e di quello che accompagnava i burrito: mentre il primo era evidentemente fatto in casa e al momento, il secondo m'è parso "del tubetto". Un mistero degno di una puntata di Voyager.
Aggiungi un Euro e cinquanta per il caffè di qua, un altro Euro e cinquanta per un evitabilissimo coperto di là, e si fa presto a superare i 50 Euro in due.
Parcheggio impossibile a prova di Milanese Imbruttito.

venerdì 26 dicembre 2014

Grill Inn Store, Pogliano

All'interno di uno dei capannoni affacciati sulla Statale del Sempione, proprio a fianco dell'Amozzarella visitato tempo fa, c'è questo ristorante-pizzeria (con birreria inclusa), parte della "catena" Grill In. A dir la verità, la dicitura "ristorante" potrebbe creare aspettative eccessive, e va intesa "all'americana" per indicare la presenza in menù di qualcosa in più delle pizze e hamburger che in realtà mi sembrano il piatto forte del locale; poi ovviamente ognuno è libero di farsi una frittura di pesce o un risotto o i tonnarelli cacio e pepe dove gli pare. Il locale è molto grande, e lo spazio disponibile è stato diviso in diverse "sale" dove ad esempio isolare le pizzate scolastiche più numerose o i clienti della birreria adiacente; c'è vasta scelta di dimensioni di tavoli e le distanze tra di essi sono "umane", anche se data la grandezza del posto, è inevitabile un certo fracasso nei momenti di maggiore affluenza; sotto questo aspetto, la musica trasmessa nel locale non aiuta.
Mi ha fatto sorridere la particolare declinazione del "wait to be seated" ormai usualmente utilizzato anche qua da noi: quello che dovrebbe consistere nell'essere accompagnati al proprio tavolo si è ridotto a camerieri che, dopo avervi indirizzati per alcuni passi, si sbracciano per indicarvi, perentoriamente, il tavolo a voi assegnato. Nel nostro caso, i camerieri sono stati tutti gentilissimi, tranne quello che pareva essere una sorta di caposala, sempre col broncio.
Abbiamo preso due hamburger, sui 10 Euro ciascuno, serviti con patatine fritte ma senza salse. Buoni e digeriti senza colpo ferire. Caffè a 2 Euro, coperto (del tutto ingiustificato - tra l'altro le sedie, anche se carine, sono piuttosto bassucce) anch'esso a 2 Euro. Le pizze che transitavano nei nostri paraggi erano sottili, leggermente bislunghe per servirle sui taglieri.
Nonostante il gemello Birra Inn sia adiacente e apparentemente comunicante, non ho notato alcuna particolare offerta di birre, ma magari ero distratto.
Parcheggio non semplice dopo le 20.30.
Classico esempio di ristorazione all'americana come sempre più se ne vedono dalle nostre parti, fatti per attirare famigliole a frotte; pur essendo nel mezzo di un territorio urbanizzatissimo, i posti come questo (carini, puliti, ordinati, organizzati, ma tutto sommato anonimi, spuntati come funghi in qualche zona industriale) mi risultano sempre un po' troppo in the middle of nowhere e francamente non riesco a trovarli attraenti a sufficienza per mettersi in auto per più di dieci minuti per raggiungerli.

giovedì 18 dicembre 2014

Rossopomodoro, Malpensa

E' certo che fare la "recensione" di una catena di pizzerie in un aeroporto potrebbe sembrare un abisso dal quale è difficile riemergere. Però la cosa un poco di senso ce l'ha, visto che nella zona non abbondano le pizzerie buone, spaziose e luminose come Rossopomodoro; all'interno del Terminal 1 (ovviamente prima dei controlli di sicurezza), nella rinnovata food court al piano rialzato, è possibile godersi il passaggio dei viaggiatori armati di trolley e valigie e le pizze alla napoletana del gustoso menù, che include anche altri piatti e varie "insalatone". Visto un Rossopomodoro, visti tutti, ovviamente. Il cibo è buono e ci sono anche alcune pizze inconsuete o con ingredienti DOP; il servizio è stato cortese e celere, speriamo anche grazie al fatto che il personale deve aver a che fare con una clientela internazionale; l'arredamento è ridotto, visto che il "locale" si trova fondamentalmente in un open space, ma tutto quanto è ordinato e "rustico" il giusto. Evidentemente Rossopomodoro ha deciso di investire sui luoghi di passaggio, visto che ad esempio ha aperto anche alla Stazione Centrale di Milano.
I prezzi non sono proletari: 2 Euro il coperto, pizze intorno ai 10 Euro, sostanziose ma leggere.
Ovviamente il problema più grosso del recarsi a Malpensa è il parcheggio: nei sosta breve al livello delle partenze, mettere in conto 5 Euro per poter mangiare senza fretta.

Edit 30/7/2015: dopo un paio di ulteriori esperienze, abbiamo messo un croce sopra a questo Rossopomodoro. E' praticamente impossibile scoprire l'orario di chiusura, che da qualche parte sul sito sembrerebbe essere le 23, ma abbiamo trovato chiuso alle 22, che mi pare ridicolo per una pizzeria in generale e soprattutto per una in un aeroporto. Recentemente, poi, dopo aver chiesto un calzone senza formaggio (assicurandosi persino di dirlo al pizzaiolo), questo veniva portato comunque col formaggio (errore corretto al volo) ma soprattutto veniva fatta pagare una delirante maggiorazione di 1 Euro per "aggiunta prosciutto". Ci va poco a far contenti i clienti, ma a Rossopomodoro non riescono nemmeno a far quel poco. Adieu.

domenica 14 dicembre 2014

Biancolatte, Milano

Abbiamo provato il brunch del Biancolatte domenica scorsa. Il locale si trova a poca distanza da Piazza Repubblica, con tutte le complicazioni di parcheggio relative. Come vuole il nome, tutto è dipinto di bianco, incluso il piccolo negozio di oggettistica che occupa le due vetrine sulla strada; all'interno, due sale coi tavoli, predisposti principalmente per famigliole o piccoli gruppi, in quanto i tavolini da due sono gomito a gomito uno con l'altro. Arrivando entro le 12 si riesce ad evitare l'ondata di passeggini che da lì a poco riempirà il locale. La proposta del brunch è particolarmente sui generis visto che si può ordinare uno degli ossimorici "piatti brunch" (a 15 Euro), non c'è buffet, non c'è refill delle bevande (ma quello, in Italia, rimarrà un sogno) e il brunch bisogna comporselo autonomamente, aggiungendo a parte una parca dose di caffè americano, spremute ed eventualmente qualche dolce, il che fa inevitabilmente lievitare il conto finale.
Il locale è carino, il servizio gentile e abbastanza sollecito, e il cibo è stato tutto buono.
Una piccola tazza di caffè americano costa 2,50 Euro, una spremuta d'arancia 4,50, una fetta di (buona) torta al cioccolato 6,50. Totale in due, 61,50 Euro. Benvenuti al brunch di Milano.

sabato 6 dicembre 2014

Joia, Milano

Personalmente, nutro molti pregiudizi contro la sedicente alta cucina a base di cremine e spumine da pagare a peso d'oro, e un ristorante che propone menù intitolati "Zenith", o piatti come "Sotto una coltre colorata" solitamente non si guadagnerebbe molta fiducia, però la curiosità per la cucina vegetariana del Joia ha avuto il sopravvento, e ne è valsa la pena!
In via Panfilo Castaldi, in zona Porta Venezia, se si arriva in auto vanno messi in conto anche gli Euro per parcheggiare in qualche silos nei paraggi, soldi che comunque saranno marginali rispetto al conto del ristorante.
Oltre alla proposta alla carta, ci sono alcuni menù "guidati", tra i quali abbiamo scelto "La scoperta" (75 euro) e "L'enfasi della natura" (85), rispettivamente di 6 e 8 portate, se ben ricordo. Spesso si abusa del termine "viaggio" per decrivere un pasto, ma in questo caso trovo che la definizione sia alquanto azzeccata. Si può dare un'occhiata alle ricette pubblicate sul sito del ristorante (nella sezione "alta cucina naturale") per cercare di farsi un'idea della esorbitante, affascinante, divertente varietà di sapori racchiusa in ognuno dei piatti proposti, vere e proprie creazioni artistiche che però, a differenza di certi esercizi d'alta cucina fini a sè stessi, non sacrificano -anzi- la "sostanza" e la bontà. I sapori sono originali e spesso sorprendenti senza essere esotici ma nemmeno troppo "ruspanti"; il servizio ovviamente è d'altissimo livello, con descrizione dei menù e dei piatti, piatti e posate cambiati dopo ogni portata, e vino ovviamente superlativo anche per i profani come noi (un non meglio identificato ma buonissimo Franciacorta come "aperitivo", ad esempio, che ha accompagnato il pasto, sostituito poi da un bicchiere di altrettanto azzeccato champagne).
Oltre ai menù e alle bevande, fanno lievitare il prezzo anche i caffè (sui 6 Euro), per i quali c'è un apposito mini-menù, unico punto del pasto meno che straordinario.
Le due chiacchiere di circostanza con lo chef che passa tra i tavoli concludono la visita. Senza andare oltre a un paio di bicchieri di vino, siamo sui 100 Euro a persona: ovviamente non il posto da frequentare tutti i giorni (anche se esiste un menù a prezzo minore, pensato per i pranzi di lavoro), ma uno dei pochi casi in cui il piacere provato ad ogni piatto non fa sembrare spropositati prezzi del genere.

venerdì 21 novembre 2014

Gyros Akropolis, Inveruno

Benvenuto il take away "fast food greco - carni alla griglia - specialità greche" a Inveruno, su via Marconi, la parallela alla provinciale che porta a Cuggiono. Questo take away è in realtà un localino abbastanza spazioso con sei o sette tavoli per consumare in loco, imbiancato di fresco nei consueti colori bianco e blu. Ai fornelli, personale grecoperdavvero coadiuvato dall'unico semi-parlante italiano alla cassa. I piatti, disponibili da asporto o con consegna a domicilio, sono il classico e vario assortimento di carni e insalate greche, dalle diverse pita all'halloumi, allo tzatziki, suvlaki, mussaka e anche qualche dolce. I piatti, a 10 Euro, sono porzioni abbondanti che sfamano comodamente due persone. Assortimento di birre e bevande di provenienza ellenica.
Prezzi onesti, decisamente consigliato!

martedì 4 novembre 2014

Trentino estate 2014

Con l'inizio di un piovoso Novembre, arriva infine il momento di un ricordo di questa piovosissima estate 2014 e del mese passato nel Tesino, in Trentino.

Iniziamo proprio dal Tesino: Castello, Pieve e Cinte.
L'albergo con ristorante-pizzeria Cima D'Asta si trova a Pieve all'ingresso del piccolo e carino borgo. Purtroppo ci è toccata un'attesa infinita e un servizio inesistente per ottenere infine due pizze senza infamia nè lode. Piccolo dehors anonimo per nulla panoramico e a rischio affollamento. Buon parcheggio proprio di fronte. Dimenticabile.

A Castello, in piazza, c'è la pizzeria-trattoria Crosara, le cui pizze, pur buone, ci hanno sempre lasciato assetatissimi. Buoni i dolci, gentile e rapido il servizio. Bel localino-stube, sempre tranquillo a Luglio. Non abbiamo provato la cucina. Parcheggio di fronte o a poca distanza.

Abbiamo purtroppo approfittato una volta sola del bar trattoria Tastavin, poco fuori da Castello sulla strada per il passo Brocon. Nonostante la bandiera austriaca che sventola all'ingresso e i tavolacci all'esterno che fanno un po' biker, all'interno c'è un accogliente locale dove, facendo attenzione a scansare le serate a base di pesce che a quanto pare vanno per la maggiore in zona, ci si può gustare dei buoni spatzle, gnocchi e altri buoni piatti montanari. Prezzi proletari, servizio gentile e comodo parcheggio. Consigliato.

In un'area che ci è parsa non propriamente votata al turismo estivo, il mio personalissimo premio "Una vita per il turismo" va al ristorante dell'albergo Alpina di Castello Tesino dove, nonostante un promettente "Bikers Welcome" affisso all'ingresso (voglio dire: lo sanno che potrebbe passare qualcuno di lì per caso ed entrare) siamo stati accolti col calore che di solito viene riservato al pistolero senza nome che entra nel saloon malfamato al suono degli speroni e posa la sua Colt sul bancone. Rimangono indelebilmente impresse nella memoria le patate al forno di contorno che erano finite "perché non mi aspettavooo...." dice la signora riferendosi all'inaspettata folla di turisti (noi due), e lo strudel "now you see it now you don't" che prima viene proposto a quelli del tavolo a fianco (che non lo prendono) e poi sparisce dalla lista che immediatamente dopo viene elencata a noi. Una cena talmente delirante da suscitare ilarità. Parcheggio difficoltoso.

Non lontano dall'altopiano del Tesino c'è il Rifugio Monte Lefre, bella e isolata località in cima al monte, raggiungibile con una stretta ma comoda stradina, dove mangiar buoni piatti tipici e, con un clima meno monsonico di quello della scorsa estate, farsi anche qualche bella escursione a piedi o una semplice passeggiata. All'interno, piccole salette modello stube e all'esterno un dehors spartano ma accogliente. Si vendono cartine dei sentieri, mieli, marmellate e altre bontà. Consigliato.

Fuori zona, abbiamo ritentato la Speckstube di Centa San Nicolò che tante soddisfazioni ci aveva dato l'anno scorso, alla quale però il cambio di gestione non ha giovato granché, vista la sterzata verso menù più eterogenei ed "esotici" che mal si adattano alla vocazione "ruspante" della location. La varietà dell'offerta non è sempre un lato positivo.

Siamo tornati anche alla Vecchia Fontana di Levico Terme, dove abbiamo mangiato "onestamente" come al solito, graziati anche dal clima non troppo caldo.

Un'escursione al Primiero ci ha portato al Ristorante L'Antica Rosa di Fiera, in posizione centralissima. Una piccola saletta, abbastanza angusta e calda, e prezzi non proprio popolari (14 Euro) per un "Piatto Tipico" di proporzioni dietetiche. Il rapporto qualità-quantità-prezzo è purtroppo deludente.

Appena fuori dalla galleria che da Canal San Bovo porta al Primiero, nella poco ridente località Busarel, si trova il ristorante Al Bus, che nonostante le premesse non entusiasmanti della location ci ha riservato una gradita sorpresa con le sue interpretazioni appetitose dei piatti tipici (risotto mele e limone!) e le salette accoglienti. Servizio cordiale e prezzi onesti fanno passare in secondo piano il fatto che il Busarel non è proprio il miglior posto dove farsi quattro passi dopo cena.


Per concludere, i capoluoghi. A Bolzano, complice la temperatura "da pianura" ci siamo rilassati sui tavolini all'aperto della Paulaner Stuben in Via Portici, sbranando golosi piatti di uova e speck. Strappa un sorriso anche qui l'attenzione al turista, con un cameriere freddo come un ghiacciolo e il camion della spazzatura che si fa largo a fatica tra i tavoli all'aperto all'ora di cena per raccogliere il suo carico.

A Trento, abbiamo trovato riparo dalla pioggia Al Volt, bottega storica trentina, dove abbiamo mangiato, strettini ma soddisfatti, tortel di patate e salumi in abbondanza, e abbiamo fatto anche due chiacchiere coi gestori. Prezzi giusti, viste le dosi e la qualità.






lunedì 13 ottobre 2014

AMOzzarella, Pogliano Milanese

Il recensore improvvisato spesso esagera coi superlativi o abusa delle iperboli, ma se dovessi descrivere il mio concetto di "girone dantesco" o "bolgia infernale" con un esempio, userei la pizzeria-ristorante Amozzarella di Pogliano. Il locale si trova direttamente sulla Statale del Sempione, pronto per essere preso d'assalto da orde di famigliole affamate.
Questa pizzeria accetta prenotazioni solo per le 19.30 o le 21.30 (altre antipatiche limitazioni di cui tener conto sono che i buoni pasto sono accettati solo a pranzo nei giorni feriali e che non vengono fatti conti separati): alcuni minuti fuori dal locale in attesa di amici in leggero ritardo ci hanno permesso di ammirare in tempo reale l'affascinante spettacolo delle sale che da deserte alle 19.29 si sono riempite fino alla massima capienza nel giro di un quarto d'ora. Il ritardo ci è probabilmente costato caro, in quanto abbiamo poi dovuto attendere ben un'ora per quattro pizze. Fatico a comprendere il meccanismo all'origine dell'attesa, visto che dopo aver ordinato abbiamo visto il personale servire tutti i tavoli (e fin qui tutto regolare, avendo ordinato per ultimi) e dopo di ciò un cameriere è venuto a scusarsi anticipatamente dicendoci che ci sarebbe stato ancora parecchio da attendere ("perché sai le pizzeeeee..." è stata la spiegazione ovviamente non seguita da alcun sconto per il disturbo).
L'attesa e poi la consumazione delle agognate pizze sono quindi trascorse accompagnate dal costante frastuono delle tavolate circostanti, composte per la maggior parte da famiglie con bambini piccoli urlanti (e genitori urlanti ai bambini di non urlare o variamente starnazzanti tra di loro), con una piccola percentuale di "compagnie" di amici adolescenti che al confronto sembravano monaci in preghiera. Essendo difficile anche intrattenere una conversazione coi compagni di tavolo, ho anche colto l'occasione per scaricare un'app che misura i decibel.  Ovviamente le birre sono arrivate subito e si sono rivelate dimenticabili tanto che pur avendole praticamente già terminate all'arrivo delle pizze nessuno ha chiesto il bis.
L'obbiettivo dei gestori è quello, evidente anche dal bizzarro sistema di "turni" di prenotazione, di stipare quanta più gente possibile nelle due non grandi sale (una interna e una specie di dehors che con le sue vetrate amplificava ulteriormente il baccano interno), fornendo praticamente solo grandi tavoli per compagnie numerose da incastrare gomito a gomito in ogni centimetro di spazio.
Tanto di cappello al caseificio annesso e alla mozzarella di produzione propria, per carità. Le pizze si sono rivelate molto buone, di quelle napoletane con la crosta alta e morbida, seppur senza far gridare al miracolo. Buoni anche i cannoli e gli altri dolci.
Alle 21.30 si è puntuale presentata la seconda ondata di avventori, che ovviamente dovevano in parte stazionare in mezzo al ristretto "ingresso" del locale, cioè praticamente sulle nostre spalle, con l'immaginabile "pressione" a liberare il tavolo il prima possibile. Da parte nostra, bevuto un pessimo caffè, abbiamo pagato e tolto il disturbo celermente, con l'implicita promessa, da parte mia, di non tornare mai più. 67 Euro in quattro. Ulteriore particolare antipatico che scopro solo ora è che il foglietto col conto che ci è stato fornito non è una ricevuta fiscale, ma reca anzi la dicitura "Ritirare la Ricevuta ... Grazie ..." (sic).
Il sistema dei turni facilita il parcheggio nelle immediate vicinanze. 

venerdì 10 ottobre 2014

El Guascoro, Robecco Sul Naviglio

Dopo esserci passati davanti innumerevoli volte, finalmente abbiamo provato (velocemente) questa pizzeria-trattoria situata in non felicissima posizione all'ingresso di Robecco arrivando da Magenta. La location, come detto, non è delle migliori, in quanto si passa davanti al locale solo in auto mentre probabilmente si sta cercando parcheggio per andare a farsi una passeggiata sul naviglio, ed è quindi comune non accorgersi nemmeno della sua presenza. Il locale è composto da una singola sala, arredata vecchio stile demodé, e durante la nostra visita siamo inoltre stati obbligati a sorbirci radio 105 o qualche altra roba del genere trasmessa dalle casse appese alle pareti.
Non abbiamo approcciato il menù della cucina, ma solo preso due pizze, abbastanza deludenti perchè molto unte e a quanto pare cotte al forno elettrico. 15,60 Euro per due pizze e 1 Euro a testa di coperto che ci saremmo ovviamente risparmiati volentieri.
Il locale non ci invita purtroppo a ritornare. Parcheggio non facile durante il fine settimana.

giovedì 21 agosto 2014

Al Rioco, Magenta

Si potrebbero fare un sacco di considerazioni qualunquiste del tipo "eh si vede che c'è crisi" sul fatto che Martedì 19 Agosto ci fosse la gente in coda fuori dalla pizzeria-ristorante Madreperla a Magenta, ma eviteremo. Il succo è che abbiamo fatto dietrofront e ci siamo recati nel semivuoto Al Rioco, davanti al Teatro Lirico, poco distante dalla stazione ferroviaria. Questo ristorante-pizzeria propone un menù chilometrico comprendente svariati piatti sia di carne che di pesce, oltre alle pizze e ai consueti primi e dessert. La sala è abbastanza grande, pulita, ma tuttto sommato anonima; i televisori sintonizzati su MTV sono presenti in tutti gli angoli, assicurandovi la visione e ascolto ininterrotti dei rapper tamarri di turno. Noi abbiamo preso solo la pizza: 6,50 Euro per un calzone e ben 9 Euro per una pizza ai calamari fritti, gustosi ma non certo abbondanti. Peccato poi per le birre medie a 4,5 l'una, i caffè a 1,5 e soprattutto il coperto a 2,50 Euro a persona, che definirei vergognoso.
Come detto, il locale è pulito, senza infamia nè lode, come il servizio. Una piccola nota su un comportamento che noto sempre più spesso da parte dei camerieri: ormai è consueto che il personale di sala indichi ai clienti il posto dove accomodarsi, ed è comprensibile che si voglia così ottimizzare la gestione dei coperti; l'altra sera, però, al Rioco c'era la sala semideserta quando siamo arrivati e ciò nonostante siamo stati fatti accomodare nel primo tavolino vicino al corridoio d'ingresso, sotto il televisore blaterante e a fianco dell'unica altra coppia presente in sala. Niente di male, eh, però siccome in seguito sono arrivati pochissimi altri avventori, avremmo potuto anche concederci il lusso di un tavolo migliore.
Insomma, pizze buone ma per il resto niente di memorabile. Ovviamente non avendo provato le "specialità" alla griglia su di esse non commentiamo.
Buon parcheggio a fianco del locale e nelle vicinanze.

domenica 17 agosto 2014

Quando la fame fa brutti scherzi

Si sa che la ricerca di un posto dove mangiare, ad Agosto, a Milano, può essere difficoltosa. Recentemente siamo caduti preda di due posti che non si sono rivelati all'altezza delle aspettative.
All'Old Wild West Express che si trova all'interno del Centro Commerciale Fiordaliso c'eravamo già stati, ma il richiamo dei nachos ha fatto sì che ci ricascassimo. Purtroppo, come nel 99% dei sedicenti "tex-mex", i suddetti nachos (in questo caso in variante "nachos machos" allo modica cifra di 7,50 Euro) non sono altro che le "patatine" del sacchetto (tipo le rodeo, tanto per capirsi), quindi qualcosa di molto lontano dall'originale. Oltre al solito allestimento di hamburger, fajitas e tacos, il menù propone anche delle insalatone non male. Essendo in due siamo finiti in un tavolino in una zona di passaggio degli sfreccianti camerieri, non il massimo del confort. La location, come immaginabile, è la baraonda tipica dei centri commerciali, e questo si sapeva; del "tex-mex" non c'è nemmeno più l'illusione, quindi, addio.
Metti invece una sera sui Navigli che minaccia temporale, e scarti la prima pizzeria che incontri, semivuota, ma entri nella seconda, la Fabbrica, sull'alzaia del Naviglio Grande al 70. Ti accoglie il frastuono dei clienti che chiacchierano, o più precisamente cercano di parlarsi alzando sempre di più la voce per superare il volume delle altre voci. Come recita il sito, "un ristorante senza fronzoli e sfarzi" dove sedersi gomito a gomito con gli altri avventori e godersi il rimbombo del soffitto altissimo. Pizza al tonno a 7,50 Euro, pizza tartufona (con una sventagliata di olio al tartufo) a ben 9,50; senza infamia né lode. Siamo fuggiti appena finito.

domenica 22 giugno 2014

Liguria 2013

Quando si dice "fuori tempo massimo": ormai sono passati 7-8 mesi dalla nostra ormai consueta permanenza autunnal-invernale in Liguria, e ho ancora qui tutti gli scontrini e biglietti da visita degli innumerevoli locali dove abbiamo ingurgitato le calorie che abbiamo poi senza successo cercato di bruciare in altrettanto innumerevoli camminate.
Siccome tra poco si parte per le ferie (montagna d'estate, mare d'inverno), vediamo se sfogliando il mazzo di foglietti esce qualcosa ancora degno di nota dopo tutto questo tempo. In ordine rigorosamente sparso, iniziamo col ricordo della serata "street food" di Alassio, dove per la modica cifra di 5 Euro ci si poteva accaparrare un piccolo scartoccino di fritto misto o altre specialità del luogo; idea simpatica, quella di passeggiare spiluccando per le viuzze o sulla spiaggia, ma esecuzione un po' troppo "VIP" per i nostri gusti (a volersi saziare con 5 Euro a scartoccino c'è da andare in bancarotta), dalla quale siamo quindi fuggiti a gambe levate.
La fuga ci ha quindi portato, fortunosamente e fortunatamente, all'Antica Osteria La Sosta di Laigueglia, dove per la modicissima cifra di 18 Euro a persona abbiamo mangiato bene, abbondantemente e tranquillamente in un bel ristorante rustico in un caruggio, senza vista mare ma con tanto calore. Esattamente l'opposto della folla e del servizio in guanti bianchi di Alassio, tanto per capirci. "Cucina tipica ligure" promossa a pieni voti, per quanto mi riguarda.

Ritornando più terra terra, il The Ranch di Pietra Ligure (in realtà sull'Aurelia all'ingresso di Loano) è una piccola steak house / tex mex col consueto assortimento di burritos, fajitas, tortillas, eccetera, senza infamia nè lode che offre anche un piattone-sfida che solo in pochi sono riusciti a terminare, ricevendo in premio la consumazione gratuita e l'onore di avere la propria foto affissa alle pareti. Solo per veri mangioni. Unico neo è la gestione un po' stramba dei posti a sedere, che relega le coppie negli angusti tavolini da due anche se il resto della sala è vuota. Prezzi non proprio economici, ma vista la carenza di offerta tex-mex in zona, si fa questo e altro per un piatto di nachos. Il locale offre anche una tessera a punti per i clienti affezionati. Facile parcheggio.

Abbiamo continuato con soddisfazione a servirci dalla pizzeria Mamma Mia (o come cavolo si chiama) nella piazzetta di Pietra Ligure; pizza alta, poca attesa e servizio alla buona.

Dietro segnalazione di un sedicente esperto della zona, abbiamo anche provato il Piccolo Bar di Calice Ligure, che fa della farinata -effettivamente molto buona- il suo cavallo di battaglia. Forse uno di quei posti che si è fatto una fama un po' sproporzionata rispetto all'effettivo valore della proposta gastronomica, ma che offre comunque un certo fascino di autentica rusticità, complice anche la tranquilla piazzetta su cui si affaccia. Prezzi non proprio popolari.

Non abbiamo potuto esimerci, come al solito, da un paio di visite al Doc di Borgio Verezzi, garanzia di classe, qualità e tante chiacchiere con lo chef. Un'occasione per rimanere aggiornati anche sulle benemerite iniziative collaterali gastronomico-culturali organizzate nel giardino adiacente, piccola oasi nella non più ridente Borgio. Si mangia pesce fresco, semplice e ben fatto, senza tanti fronzoli ma con tanta professionalità. Super come al solito

Un locale che invece forse si presta a qualche aspettativa di troppo è l'Arcafood di Loano, che fa bella mostra del logo Eataly e offre anche un negozio di alimentari di qualità per chi volesse farsi ingolosire e fosse disposto a farsi alleggerire non poco il portafoglio. L'errore che abbiamo compiuto è stato quello di scegliere, tra le tante proposte appetitose del menù, la pizza: il risultato è stata una lunga attesa e una pizza normale per un locale che invece vorrebbe offrire qualcosa di speciale. Lo riproveremo in futuro, scegliendo meglio. Si trova appena dopo il caruggio, verso la stazione, al piano terra di uno di quei brutti palazzi dell'edilizia ligure anni '60-'70 che hanno imbruttito tanti bei lungomare.

L'Ostaia Marchesi - Assaggi Brasiliani in via Boragine a Loano già dal nome lascia presagire un menù eclettico che svariona appunto dalla pizza al fritto misto ai piatti "esotici" in un locale comuque carino e tranquillo. Senza infamia nè lode.
A pochi passi di distanza, il nuovo Dai Munti au Mà, di cui ho un ricordo positivo ma molto annebbiato. Se non ricordo male ha sostituito una spaghetteria di poca fortuna.

Durante le nostre visite invernali, la location della Brasserie La Plancha non è francamente delle più attraenti, praticamente sotto la ferrovia, direttamente sulla strada e di fronte alla nuova marina di Loano, che vista la stagione è praticamente deserta. A dispetto delle scarse premesse (e anche di un servizio che non mi ha particolarmente affascinato), si mangia una cucina ligure buona e ben presentata.

Per quanto riguarda le pizzerie, il Castello di Pietra Ligure offre un'ampia sala abbastanza anonima e senza finestre, evidentemente più consigliabile a grandi gruppi che alle coppie in cerca di tranquillità, e offre un buon assortimento di pizze. La Betulla a Finale è un bel locale sul lungo mare, luminoso e ben arredato; La Marinella sul lungomare di Loano, tra la marina e il Kursaal, è un'altra onesta alternativa, col vantaggio di una rilassante vista direttamente sul mare. Il Portichetto, nei caruggi di Loano, è angusto ma tutto sommato accogliente, soprattutto se il tempo permette di sedersi nei pochi tavolini approntati all'esterno.

Segnalazioni particolari per: il Capanno sopra Ranzi, dove farsi un piatto di pesce non certo da alta cucina ma più che onesto con una bella vista sul mare; l'Osteria Sacripante, sul lungomare di Loano, proprio di fronte al palazzo Kursaal, dove concedersi una salutare pausa a base di cucina tradizionale e genuina, rivisitata il giusto per aggiungere quel pizzico di sorpresa e golosità che rende il pasto migliore.

Una veloce menzione per quanto riguarda i bar di Loano e zone limitrofe, che abbiamo provato estensivamente, pur ovviamente non potendo garantire esaustività: dopo innumerevoli prove, il bar L'Orologio, davanti ai bagni Florida, è risultato il più conveniente e allo stesso tempo uno di quelli che offre il servizio migliore.

Ultima, rapidissima, segnalazione per la pessima esperienza alla pizzeria Rino Mare, che si pubblicizza come locale per celiaci ma che offre pizze senza glutine solo su prenotazione, da effettuarsi entro le 18 (alle 18.10 ci hanno rimbalzati), e con sovrapprezzo. Comportamento pessimo, visto che entrambe le richieste (prenotazione e sovrapprezzo) sono del tutto ingiustificate. Croce sopra.

Cosa mi ricordo del Bagatto di Loano o del Bergallo di Verezzi? Ben poco. Me li appunto qui per ritornarci al prossimo giro.

Vietnamonamour, Milano

Abbiamo visitato il "Ristorante 1" di Vietnamonamour a fine Aprile, e ci siamo trovati molto bene. Questo ristorante / bed&breakfast dalla doppia location è gestito da una coppia vietnam-franco-italiana (dettagli sul sito) in modo molto cordiale e gentile. Il locale in via Pestalozza, vicino al metrò Piola è situato in una bella casa d'epoca e ospita i clienti in una piccola sala all'ingresso ma soprattutto nell'accogliente "giardino d'inverno", arredato e decorato gradevolmente con gusto tipicamente orientale. La cucina offre alcuni menù fissi (di terra, vegetariano, ecc.) per  liberarvi dall'imbarazzo della scelta tra i piatti più "esotici". I gusti sono originali ma delicati, ed è disponibile una buona scelta di vini italiani e francesi da abbinare, anche se vengono serviti anche cocktail, birre o thé.
Il locale è adatto sia a una tranquilla serata a due che a piccoli gruppi di amici; la sala "esterna" non è adatta per grandi tavolate e anzi rischia di diventare un po' rumorosa se completamente piena (consigliata la sera infrasettimanale). Come detto, i giovani che curano il servizio in tavola sono professionali e cordiali, e i due proprietari non si tirano indietro dal fare due chiacchiere.
Anche il conto non è particolarmente salato, vista la buona qualità e la bella location: 77 Euro in due, con cocktail, birra, dolce e caffè vietnamita (non proprio per tutti, ma da provare). Torneremo.

domenica 20 aprile 2014

Love Eat, Castellanza

Ieri, di passaggio a Legnano, abbiamo fatto una deviazione per pranzo a Castellanza al Love Eat "Italian Luxury Burger". Nel non ridente Corso Matteotti si trova questo locale che mantiene quanto promette nella sua denominazione: hamburger "di lusso" in un ambiente curato a metà tra l'enoteca alla moda (bottiglie e casse di vino da tutte le parti) e il ristorante vero e proprio. Belle foto di musicisti alle pareti, tavoli distanziati il giusto (il locale era comunque vuoto quando siamo arrivati noi a mezzogiorno), e servizio cordiale e professionale. Il menù consiste fortunatamente di due sole pagine, una dedicata agli antipasti e alla carne alla griglia, e l'altra ai burger, che si trovano sia un varianti sfiziose con la "classica" carne di vitello (ad esempio il mio charlie con feta e menta), sia con pollo, maiale o anche pesce. A parte la carta delle bevande, con una buona scelta di vini e birre. I prezzi, considerando gli ingredienti di qualità (ah! finalmente un hamburger con del pane come si deve!) e le buone porzioni, sono onesti, con i burger intorno ai 10 Euro, la birra alla spina a 5 e le patate fritte (vere fette di vere patate) a 4, soprattutto se confrontati con le porzioni mignon, il servizio un po' scontroso e l'abuso di salse di un locale milanese che abbiamo riprovato recentemente.
Nessun problema per il parcheggio, ce n'è uno davanti al kebabbaro poco distante.
Consigliato.

Edit 2017: ha chiuso.

sabato 5 aprile 2014

Trani a gogo

Doppia segnalazione per due posti, entrambi a modo loro così "vecchia Milano".
In quel di Corsico, ai margini del centro storico, vicino a vie dagli improbabili nomi floreali, si trova il Ristorante Primavera, destinazione ruspante per la pausa pranzo. Intorno al palazzo dove si trova il locale non è difficile trovare parcheggio; la sala si trova al primo piano e accoglie una clientela piuttosto stabile: tavolate di impiegati, gruppi di tre o quattro magutt o signori anziani solitari. Tutti quanti alle prese con generose porzioni di pasta al forno, fritto misto, risotti, cotolette, olive ascolane e tutto quanto compone il tipico menù di questi locali, i discendenti di quelle osterie alla buona che oggi non esistono più. Qualcuno ha aperto un ristorante e l'ha chiamato "hostaria" con l'acca davanti, o qualcuno ha aperto una birreria e gli ha dato un nome fintorustico tipo "taverna dei quattro galli", ma intendiamoci: nulla hanno a che fare con le vere osterie. Queste, o sono morte o si sono incrociate con generazioni di cuochi meridionali o cinesi, hanno subito le leggi e i regolamenti "moderni", hanno accolto la nuova clientela della metropoli e hanno imbastardato di conseguenza il menù, trasformandosi, appunto, in posti come il Primavera, dove il servizio è ancora famigliare e alla buona, non si fanno tante smancerie e si annaffia il pranzo in un mezzo litro di vino rosso sfuso o in una bottiglia da 66 di qualche birra rigorosamente non alla moda. L'arredamento è essenziale e modesto, "stile grancasa", alle pareti qualche panorama improbabile o qualche foto a tema calcistico. Non cercate qui il fascino della "vecchia Milano", perché appunto quella vecchia città è morta e sepolta sotto palazzoni anonimi tra Via del Gigli e Via delle Rose. Questo è l'autentico pranzo alla buona, col menù completo approssimativamente fisso intorno ai 9 Euro.
Il tuffo nel passato è garantito invece dalla Osteria Alla Grande, alla fine di Via delle Forze Armate. Già la stessa via è una specie di macchina del tempo, che inizia in quella che oggi è "milano milano" e via via si allontana dal centro e dal metrò, e a un certo punto scarta sulla destra e si tramuta in una stradina nel centro storico di Baggio. L'Osteria Alla Grande è un minuscolo locale con una ventina di coperti gomito a gomito, stracolmo di ogni sorta di paccottiglia d'antan e che trasuda di Milano di una volta ad ogni centimetro, a cominciare dai personaggi dietro il bancone, vegliardi testimoni di quando Baggio non era Milano, e la strada non era invasa dalle auto, e probabilmente, forse, davvero, come ci raccontano le canzoni di Gaber e Jannacci, qualcuno portava la chitarra e si passava la sera scolando barbera. Oggi si continua a mangiare (bene) salsiccia in umido con le verze, cotolette, e "rivisitazioni" varie di pastasciutte non proprio meneghine.
La settimana scorsa siamo capitati all'Osteria Alla Grande mentre un VIP aficionado del locale, Enzo Iacchetti, stava girando, sul posto, uno spot pubblicitario a favore del locale, e ovviamente tutta l'atmosfera gravitava attorno all'ospite d'eccezione. Ed ecco quindi che notiamo le foto alle pareti dove il Iacchetti è onnipresente, il poster delle Brigate Gastronomiche, la campagna Adotta Un Oste, e i vari motti di spirito, ovviamente del più greve, per rimanere in atmosfera. La presenza del VIP in questione ha creato (o forse ha smascherato) una finta atmosfera goliardica che mi ha un po' rovinato l'esperienza, peraltro positiva sotto tutti gli aspetti. Anche qui si paga poco e si mangia bene.
Che siate in vena di nostalgia per la Milano che non c'è più, o che siate di quelli che vanno in brodo di giuggiole quando riconoscono "ah ma quello là è il tizio che ogni tanto c'è in TV con Iacchetti!", l'Osteria Alla Grande fa per voi.

sabato 22 marzo 2014

Scotch club, Magenta

Su Via Milano, uscendo da Magenta, dotato di spettacolare vista sull'ospedale, si trova la pizzeria Scotch Club. L'abbiamo visitato ingolositi dalla promettente foto della pizza sulla pagina facebook del locale e non siamo rimasti delusi: crosta alta, morbida dentro e croccante fuori, e buoni ingredienti. La pizza Mundial82, con una spruzzata di pesto si faceva apprezzare da più di un avventore, nonostante il prezzo non proprio proletario di 9 Euro. Ma ormai si sa che si naviga su queste cifre anche in pizzeria. Il forno è al primo piano, dove c'è anche un maxischermo e un piccolo palco per le esibizioni musicali. Il locale non è grandissimo e non dà l'impressione di diventare troppo caotico anche quando pieno. Come detto, abbiamo provato solo la pizza, molto buona. Visti i prezzi, un Euro e mezzo per il servizio si poteva anche evitare. Il cameriere che ci ha servito è sempre stato sorridente e gentile, cosa purtroppo abbastanza rara.
Parcheggio non facilissimo nelle vie limitrofe.

Edit 2015: siamo tornati e la pizza è sempre molto buona, anche se questa volta mi ha lasciato un po' assetato, forse a causa dell'assenza del "maestro" al forno, il cui rimpiazzo non si è rivelato completamente all'altezza (non pretendo il retino, ma almeno un fermacapelli sarebbe stato opportuno).

Peyote Cafe, Magenta

Io mi ricordo, mi ricordo una volta di aver mangiato un piatto di nachos che non erano patatine del sacchetto, con del guacamole vero e del formaggio vero e dei fagioli come si deve. Quindi sono sicuro che esiste, solo che non si trova più. L'ennesima puntata della ricerca ci porta al Peyote Cafe, nella ridente zona industriale di Magenta, verso Robecchetto. Gli onion rings sono "magnum", e i nachos supreme sono un piattone non certo sopraffino ma sicuramente abbondante. I burritos sono una "rielaborazione" dell'originale, dove il guacamole, a dire della cameriera, è mischiato insieme al resto del ripieno, dove fanno la parte del leone delle inaspettate zucchine. C'è una buona offerta di birre e i prezzi sono tutto sommato onesti: 6,90 per il piattone di nachos e 6,50 per il burrito, 5 per le birre, niente coperto. Il locale ha due piani e uno spazio per tavoli all'esterno. Periodicamente ci sono serate musicali. L'arredamento cerca di essere più "tex mex" possibile, e anche se non c'entrano molto, gli LP incorniciati alle pareti sono un'idea simpatica. Il servizio è stato gentile e sollecito. Come al solito l'abbiamo provato in prima serata per evitare l'affollamento. Non certo il posto dove trovare l'autentica esperienza "tex mex", ma comunque un buon locale per una serata con gli amici.

Hamburgeria di Eataly, Novara

Edit 2021: chiuso.
 
Mangiarsi un buon hamburger all'interno di una libreria nel centro di Novara, ebbene sì. Il marchio Eataly è garanzia di ingredienti come si deve e articoli originali. Qui, oltre all'assortimento di hamburger, potete gustare insalatone e zuppe, oltre a poter fare acquisti di cibo e vini "eataly" e libri. Il locale si sviluppa su ben quattro livelli - piccolini ma accoglienti: al piano terra, la cassa col bar e il banco dei dolci, un paio di tavolini, gli scaffali col vino e altri cibi, alcuni "trespoli" su cui appoggiarsi per mangiare o leggere il quotidiano, e gli scaffali coi libri; al primo piano, la cucina; al secondo e terzo, ancora tavoli e libreria. Si ordina alla cassa e si riceve un "buzzer" che si metterà, appunto, a buzzerare quando il vostro ordine sarà pronto da ritirare al primo piano. Sacchetti di carta, posate compostabili e contenitori per il riciclo della plastica e del vetro. Abbiamo preso un buon hamburger di pollo con pane vero e patatine fritte vere, e una buona insalatona. I locali sono luminosi e accoglienti, anche se durante la nostra visita non c'erano molti avventori; purtroppo (o per fortuna?) la folla della pausa pranzo sembrava dirigersi verso i baretti più "classici" dotati di dehors dal quale potersi mettere in mostra, vista la giornata di sole.
Personale sorridente e gentile, location ideale come pausa pranzo durante una passeggiata in centro.
Una nota particolare per il caffè: uno dei vezzi distintivi di noi italiani (oltre a quello di essere tutti CT della Nazionale) è quello di essere tutti sedicenti esperti di caffè e di non perdere occasione per sindacare sulla bontà di questo o quel bar, di questo o quel barista, di questa o quella marca di macchine da caffè; io credo di essere abbastanza atipico sotto questo aspetto, nonostante confessi di avere anch'io qualcuna di queste demenziali convizioni tipo "l'espresso in Spagna non lo sanno fare", e proprio per questa ragione voglio sottolineare che è la prima volta che un caffè del bar (quello dell'Eataly, appunto) mi strappa un'esclamazione di sorpresa soddisfazione dopo il primo sorso. Buono. Il miglior caffè che abbia mai bevuto.

martedì 18 marzo 2014

piccola nota off topic

Mi fa morire dal ridere il fatto che i ristoratori dicano peste e corna di Tripadvisor solo quando si beccano qualche recensione negativa mentre nessuno fa una piega quando riceve 5 pallini da qualche dilettante grafomane sgrammaticato.


(giusto una piccola nota: io non sono sgrammaticato, non sono grafomane, e in quanto dilettante me ne sto alla larga da tripadvisor e compagnia).

mercoledì 26 febbraio 2014

Bistrot del teatro, Milano

Il teatro Outoff si trova in via Mac Mahon e ospita un ristorante vero, il Bistrot, che a mezzogiorno e sera offre una buona cucina con pasta fatta in casa e una piccola (evviva!) lista di piatti scelti. Il locale offre una ventina di tavoli ben distanziati, che mantengono l'ambiente vivibile anche durante la ressa dei pranzi infrasettimanali. Come detto, pasta e gnocchi sono da provare, ma ho recentemente apprezzato anche gli hamburger (con carne come si deve e patate fritte vere, non quelle precotte!). A causa appunto dell'affollamento tra le 13 e le 14, il servizio a volte accusa il colpo, come anche può capitare che alcuni piatti siano esauriti verso la fine del suddetto tour de force.
I prezzi sono più che onesti, vista la buona qualità del cibo, con menù (o, per meglio dire, "combinazioni") a pranzo sotto i 10 Euro. Consigliato.
Il parcheggio non è il massimo e non ci sono metrò nelle vicinanze.

Piedra del sol, Milano

La Piedra si trova in un angolo superstite di "vecchia Milano", all'ombra dei grattacieli vuoti di Porta Nuova e assediato dalle auto e da orrendi condomini. In un paio di vie si affollano un gran numero di ristoranti, trattorie, pizzerie, dal sardo al giapponese, fino appunto al "messicano" della Piedra, tutti presi d'assalto a pranzo dalle orde di impiegati della zona. La Piedra del sol ha un paio di sale, una più raccolta e l'altra più grande, e offre il consueto assortimento di nachos, tortillas e hamburger dei "messicani" di casa nostra, oltre a cocktail e aperitivi vari. L'atmosfera delle sale è "tropicale" quanto basta, e l'ingresso, col bancone del bar, ha un pizzico di sapore di pub, anche se lo spazio in realtà è ristretto. I piatti sono ben fatti e le porzioni sono più che oneste. I prezzi, come al solito, non sono economici e non si fatica a spendere 30 Euro o più in due persone. Il servizio è gentile e solitamente rapido.
Tutto sommato, un buon "messicano", un po' penalizzato da una zona che alla sera non invoglia certo alle passeggiate.
Parcheggio, se vi piacciono le sfide, mission: impossible.

domenica 16 febbraio 2014

Mangia e tas, Bestazzo di Cisliano

Ieri sera siamo stati in questa osteria-trattoria nel bel mezzo di quel poco di campagna "vera" che sopravvive a ovest di Milano. Ci siamo trovati bene, abbiamo mangiato cucina casalinga in abbondanza senza ingozzarci, e abbiamo bevuto buon vino. Sul tavolo si trova solo la carta dei vini perché il menù è fisso e viene servito all'unisono a tutti i tavoli: antipasti "lombardi" con affettati e sottaceti (niente nervetti ieri sera, mannaggia!), tortino ai porri, eccetera; bis di primi (risotto ai funghi e penne al ragù di cinghiale, entrambi ben fatti); bis di secondi ("tenerone" di manzo e polenta taragna con salsiccia). Il menù fisso costa 29 Euro a persona, più il bere.
La scelta di fare il menù fisso "sincronizzato" è un po' discutibile, in quanto in pratica ha l'effetto che bisogna attendere l'arrivo di eventuali ritardatari (fino a un certo punto ovviamente); la possibile ottimizzazione del servizio grazie ai piatti fissi non s'è vista, e tra una portata e l'altra le pause sono state anche lunghette: poco male se si è in buona compagnia e si fa conversazione. Il servizio, peraltro, è sempre gentile e sorridente.
I tavoli lasciano il giusto spazio ai commensali e anche con la sala piena non c'era confusione. La sensazione è che il volume della musica funky trasmessa dalle casse sia aumentato col passare del tempo, e comunque avremmo fatto a meno di Hot Stuff senza problemi.
Si parcheggia nelle vie limitrofe.

sabato 15 febbraio 2014

Sunny side up, Milano

Questo locale si trova a poca distanza dalla Darsena e propone cibo "americano" a base di hamburger, donuts, insalate, onion rings, sia in pasti "normali" che in formato brunch alla domenica mattina. Il locale è ampio e luminoso e ricrea quell'immagine un po' vaga degli USA che abbiamo noi italiani, un misto tra Happy Days, i diner del New Jersey e i café della California. Abbiamo provato gli hamburger (originale e buono quello vegetariano), ben fatti anche se non particolarmente abbondanti (12 Euro). Trattandosi di un giovedì sera, la sensazione è stata che il personale fosse a ranghi ridotti: senza infamia nè lode. E' possibile appollaiarsi al bancone o, se si è un piccolo gruppo, usare i tavoli grandi di fronte ad esso; per le coppie la situazione è meno comoda in quanto c'è il rischio di finire letteralmente gomito a gomito con gli altri avventori della parte destra della sala: evitare i periodi più affollati.
Non si paga il coperto (evviva!); il parcheggio in zona è una vera sfida.
Ritorneremo.

martedì 11 febbraio 2014

Pizzeria San Martino, Magenta

Rapidissima segnalazione per questa pizzeria nel centro di Magenta, che abbiamo visitato un lunedì sera di Gennaio. Purtroppo l'impressione non è stata molto positiva: televisione sintonizzata a tutto volume sulla voce querula di un Maurizio Costanzo ormai allo stremo, ci hanno fatto sedere in una delle due salette: abbiamo dovuto chiedere di accendere le luci; va bene l'atmosfera, ma...
Abbiamo preso due calzoni sgonfi che ci hanno un po' intristito (10 Euro cadauno!): d'accordo che era una serata fiacca, ma proprio per questo il pizzaiolo poteva metterci un po' più di cura. Coperto a 2 Euro, purtroppo.
Il servizio è gentile, il locale non è molto grande (due salette) e il parcheggio nelle vie limitrofe potrebbe non essere facile.

domenica 9 febbraio 2014

La Hacienda, Rho

Prosegue infruttuosa la ricerca di un ristorante "messicano vero", dove poter mangiare nachos, tortillas, enchiladas come si deve. La Hacienda di Rho, sulla carta (cioè, sul menù) ha tutto il necessario, persino qualche sopa, ma purtroppo il risultato -almeno nella nostra breve visita di ieri sera- è più vicino alla Lombardia che ai tropici. Il ristorante si trova in una via corta e stretta e trovare parcheggio potrebbe essere un problema; noi eravamo affamati e, avendo letto sul sito che l'orario di apertura è alle 18.00, siamo arrivati alle 18.45: il personale della cucina non c'era ancora (arriva dopo le 19) e i due signori presenti stavano finendo di preparare i tavoli; abbiamo atteso per alcuni istanti un "prego accomodatevi lo stesso e prendete un aperitivo nel frattempo" che non è arrivato, e abbiamo quindi chiesto se potevamo comunque sederci e farci una birra: permesso accordato. Il mojito era ben fatto, ma i nachos erano un blocco unico col formaggio prima fuso e poi rappreso, e sovrastati da un guacamole che fatico a definire tale, trattandosi di una crema verde dal gusto peraltro acidulo in maniera sospetta. Il piatto unico della casa e l'enchilada sono senza infamia nè lode, anche se danneggiati dal guacamole di cui sopra e accompagnati dal carne trita con un aspetto un po' troppo "del barattolo". Piccola porzione ma molto buono il soufflè al cioccolato di dessert.
Il menù, infarcito di errori e punteggiatura sballata, strappa un sorriso. Vista la nostra visita "anticipata" (siamo usciti alle 20.15), abbiamo fortunatamente evitato la bolgia che probabilmente si crea quando tutte le tavolate stipate nella sala si riempiono (sabato sera, tutti i posti erano prenotati). A parte quest'ultimo aspetto, il locale è carino e ha quel pochino di atmosfera caribe senza cadere nel pacchiano. Mi ha fatto sorridere che al nostro arrivo la radio del locale stesse trasmettendo i lamenti di qualche cantante italiano stilenegramaro (per me tutti i cantanti italiani di oggi mi sembrano i Negramaro), prontamente zittito e sostituito da una compilation di salsa e reggaeton che non sarà proprio messicana al 100% ma è di sicuro un passo avanti.
Tre birre, un mojito, due piatti, due dolci e due caffè fanno 69 Euro, non proprio un prezzo proletario. Peccato si siano dimenticati di farci lo scontrino, non ho il dettaglio dei prezzi.

domenica 12 gennaio 2014

La Latteria con uso cucina, Verbania Intra

Abbiamo trovato questo locale quasi per caso, di passaggio a Verbania affidandoci alle "segnalazioni" delle mappe dello smartphone, e siamo rimasti soddisfatti. Si trova nella carina piazzetta San Rocco, ai margini della zona pedonale di Verbania. Sabato 21 Dicembre a pranzo abbiamo avuto il dubbio onore di ricevere lo "scontr. fiscale n. 1" ma ovviamente questo ci ha dato la possibilità di pranzare in santa pace e goderci il bel locale, arredato con buon gusto rustico, con alcuni tavoli ricavati da grandi botti. La cucina è un po' eclettica, ma i piatti ci sono sembrati preparati e presentati con cura; oltre al menù c'è una proposta di piatti del giorno (che preferisco sempre) scritta su grandi lavagne in sala. Più che i prezzi dei piatti (i primi intorno a 10 Euro), quello che fa lievitare il conto sono gli "extra" come mezzo litro d'acqua a 3 Euro, il "servizio" (che rimpiazza, cercando di non farsi notare, l'odiato "coperto") a 2 Euro e i caffè ad altrettanto. Con un dolce e un bicchiere di vino fanno 41,5 Euro, gentilmente arrotondati a 40. Tutto sommato, e vista l'abbondanza di trappole acchiappa-turisti in zona, questo bel localino è consigliato per un pasto tranquillo e di qualità, anche se non proprio a prezzi proletari.
Essendo zona pedonale, si parcheggia sul lungolago o altrove nelle vie limitrofe.

Due segnalazioni fuori zona

Il "ristorante tipico campano" 'A Livella si trova a Corsico, in zona "stazione - grattacielo", che per me che non sono del posto vuol dire un angolo non proprio ridente a fianco di una vecchia stazione ferroviaria in disuso. Il locale offre tutto il consueto repertorio di ammennicoli partenopei a base di foto di Totò e Peppino, in una sala ampia in grado di accogliere probabilmente un centinaio di coperti. Oltre alla pizza (anche al metro), la cucina offre piatti ben più interessanti come zuppe di pesce, di verdure o legumi, primi e secondi tipici della cucina del meridione. L'abbiamo visitato in compagnia di due clienti habitué, quindi siamo stati trattati molto bene, comunque il servizio mi è sembrato gentile e professionale. Primi a 10-12 Euro, coperto a 2 Euro; ci siamo trovati bene. Parcheggio un po' difficoltoso nelle vie circostanti.
La Trattoria dei Cacciatori a Brugherio, nonostante il nome "campagnolo", si trova nella super urbanizzata periferia di Milano e, almeno a pranzo, nutre gli impiegati degli uffici delle ditte della zona, che hanno poche alternative se vogliono evitare mcdonald's e cino-sushi. I Cacciatori offrono un menù fisso a 11 Euro in un locale accogliente che anche quando è affollato non si trasforma in una delle bolge infernali in cui tanti impiegati di Milano devono pranzare. I piatti sono caserecci e le porzioni abbondanti: pasta e fagioli, involtini di verze, lasagne, e secondi di carne. Tiramisù e altri dolci fatti in casa, servizio gentile. Parcheggio nelle vie adiacenti. Attenzione all'uscita dal locale, perchè entrambe le volte che ci sono stato ho rischiato di essere "asfaltato" da un pazzo col mercedes che usciva a tutta velocità dal cortile interno.

lunedì 6 gennaio 2014

Ristorante San Pietro, Robecchetto con Induno

Ieri abbiamo finalmente provato il San Pietro, come ci eravamo ripromessi di fare un milione di volte passandoci davanti passeggiando sul Naviglio Grande. Il locale si trova proprio sul naviglio, in corrispondenza di un ponticello in località Padregnano e sotto l'imponente vista della centrale ENEL di Turbigo. Sul retro c'è un ampio parcheggio e la zona offre la possibilità di una bella passeggiata sul naviglio o verso il Ticino.
L'interno del locale è gradevole, peccato solo per la grande TV che la fa da padrona sulla sala: non sentivamo nessun bisogno di accompagnare la cena con un filmaccio fantasy di serie C trasmesso da Italia 1.
La cucina, nonostante manchi di una chiara impronta che la caratterizzi (si va da polpo con patate a cinghiale e polenta), denota a mio parere un certo impegno sia nella preparazione che nella presentazione dei piatti; noi abbiamo preso culatello di felino, straccetti di cavallo, la suddetta polenta, tagliatelle al ragù, filetto di angus e sicuramente qualcos'altro che non ricordo, oltre ai dolci. Tutto mediamente ben fatto e apprezzabile. Il resto del menù si basa comunque su antipasti di salumi, primi e secondi di carne e selvaggina, con le sorprendenti comparsate del suddetto polpo e del fritto misto di mare, anche queste assolutamente non necessarie.
Le note dolenti arrivano dal servizio, che definirei amatoriale, per usare un eufemismo; per carità, nulla di grave, nessuna scortesia o problema di sorta; si tratta però di una serie di particolari che stonano un po' con le potenzialità del posto e di alcuni dei piatti in menù. Al nostro arrivo siamo stati "accolti" nella sala vuota da due signore e da quelli che a occhio individuerei come il cuoco e il suo assistente, assorti sui loro smartphone, che non hanno nemmeno alzato la testa per salutarci; dopo averci portato i menù, la signora più giovane che ci ha serviti ha fatto un tentativo per nulla velato di indirizzarci verso un generico "allora facciamo noi" che abbiamo declinato preferendo ordinare dalla lista, visto che questa comunque non presentava nessuna traccia di "menù degustazione" o "menù del giorno"; un momento di involontario umorismo è stato quando la signora ci ha portato la bottiglia di Teroldego che avevamo ordinato e ha saltato l'assaggio con un "tanto lo conoscete già, giusto?" che mi ha lasciato senza parole ma appunto col sorriso sulle labbra: speriamo che qualcuno le spieghi che il vino si fa assaggiare per verificare che non abbia problemi di "sapore di tappo" o simili, e non per vedere se ci piace o no. Lo stracotto d'asino per la polenta non era disponibile ("l'asino è scappato" ha detto, nel gelo più totale) e la signora si è dilungata in spiegazioni assolutamente non richieste di come i fornitori non glielo avessero portato, e sapete il periodo delle feste, e hanno appena riaperto, eccetera, e chi se ne importa, aggiungerei io. Idem per i dolci, dove il tiramisù con panettone è stato accompagnato da una profusione di assicurazioni sul fatto che il panettone appunto fosse fresco e "non usiamo mica gli avanzi", per concludersi con un "ve lo giuro sulla testa dei miei figli" che ci ha lasciato di nuovo di stucco.
Amaris in fundo, il conto, che ci viene annunciato a voce come "trenta euro a testa" e tanti saluti al menù e ai tre dolci su quattro commensali. Peccato che si siano anche dimenticati della ricevuta, altrimenti sarei stato curioso di leggerla. Eravamo in quattro, e francamente, così a memoria, avendo preso un antipasto e un primo a testa, due bottiglie d'acqua, una di vino da 13 Euro (l'unico prezzo che ricordo precisamente), tre dolci e quattro caffè, ho come la sensazione che non ci abbiano fatto molto sconto.
In conclusione, come dicevo il posto e la cucina hanno sicuramente delle potenzialità, e il ristorante avrebbe bisogno come il pane di un paio di professionisti in cucina e in sala per "aggiustare" menù (basterebbe aggiungere una paginetta di "piatti del giorno") e servizio (porco cane, prendiamo un allievo dell'alberghiera e facciamolo lavorare!) e innalzarsi a qualcosa di più della solita trattoria anonima.