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sabato 23 novembre 2013

Piccolo reportage trentino

In estremo ritardo rispetto alla nostra vacanza estiva, ecco qualche appunto e segnalazione -velocissimi, visto che ormai è passato un bel po' di tempo e la memoria è flebile- sui locali che abbiamo visitato. La zona, salvo alcune eccezioni, è quella tra Folgaria, Lavarone e Pergine.
Iniziamo col Sindech, l'albergo ristorante sotto il Becco di Filadonna, vicino al quale abbiamo trascorso la vacanza. Il posto è alla buona ma la cucina è più che degna e le porzioni sono abbondantissime, che sia polenta, gnocchi, zuppe o i dolci. Servizio cordiale, clientela di pensionati e punto di passaggio per bikers.
A Centa San Nicolò, poco distante dal Sindech, abbiamo visitato, con gran soddisfazione, l'Agritur Martinelli, che si trova in frazione Doss raggiungibile da una piccola diramazione della strada che scende a valle, che propone cucina tipica in un ambiente caldo, accogliente e decisamente montanaro. Sulla strada principale appena entrati in paese c'è la pizzeria Tre Novembre, che offre anche un piccolo dehor: data la location un po', per così dire, periferica, siamo stati piacevolmente sorpresi dalla buona qualità della pizza. A Centa merita una menzione particolare la Speckstube nella valle del torrente omonimo, vicino all'Acropark: ormai, salvo cambi di programma, dovrebbe aver cambiato gestione, per cui ai fornelli non ci sarà più l'imprevedibile signora Carla, mentre in sala probabilmente troverete ancora la gentilissima signora Tiziana; i piatti erano golosissimi quindi speriamo il menù sia stato mantenuto e i nuovi proprietari si siano solo occupati di rimettere in carreggiata una gestione a volte un po' troppo "artistica".
 
A Levico Terme abbiamo provato la pizzeria Vecchia Fontana, senza infamia e senza lode (piccola nota negativa l'effetto serra creato dall'ombrellone che copre il dehors), anche perché non abbiamo esplorato il menù oltre a due margherite, e il ristorante enoiteca (??) Boivin, che propone cucina tipica un po' rivisitata in un ambiente originale e a suo modo affascinante (una sala coi soffitti a volta che poi si apre in un cortiletto-dehors) ma con qualche pretesa di troppo, a mio parere.
 


A Folgaria, ci siamo trovati bene sia al Sanscrivel, che si trova in una traversa della via principale vicino all'ufficio informazioni turistiche, che Al Fogolar, situato relativamente all'ingresso del paese. Entrambi offrono buona cucina tipica, con un taglio un po' più dedicato ai lavoratori in pausa pranzo il primo, e ai turisti a passeggio il secondo. Il Fogolar ha dalla sua due-tre tavoli all'aperto dove poter mangiare osservando il passeggio sulla via principale.

Sopra Lavarone e Luserna si trova la Malga Millegrobbe, che come tutte le stazioni di sci di fondo non dà certo il meglio d'estate quando neve non ce n'è e la clientela è composta principalmente dal corrispettivo veneto dei baùscia milanese, ma che merita una visita per la cucina, per farsi uno spritz al tiepido sole dei tavoli all'aperto, o per farsi una passeggiata fino alle trincee della Grande Guerra.

Alle porte di Trento, nella zona universitaria (di scarso rilievo paesaggistico, per usare un eufemismo) di Povo, siamo capitati accidentalmente alla Oro Stube, dove abbiamo ben mangiato e siamo stati serviti con gentilezza e simpatia. Una menzione speciale per il vasetto pieno di rotoli di liquirizia a disposizione all'uscita. In centro a Trento, non abbiamo resistito al richiamo del messicano dall'originale nome di Cueva Maya, dove abbiamo potuto placare la nostra smania di nachos e compagnia: non ho tenuto lo scontrino ma il conto non è stato economico: 49 Euro in due.

Unica segnalazione negativa del giro è il ristorante pizzeria Tex di Vattaro, dove orde di olandesi vengono rifocillati con badilate di piatti vari ed eventuali, dalle cozze alla polenta, dalla carne al pesce, dalla pizza alle trofie al pesto. Dato l'affollamento e la nostra fame disperata, siamo stati fatti accomodare in un angolo di serie B della veranda, a penalizzare ulteriormente il già scarso appeal del posto. Il nome del locale completa egregiamente l'effetto hellzapoppin della situazione.

Abbiamo visitato l'albergo ristorante Castel Pergine "solo" per una degustazione di vini, tramutatasi in una interessante lezione-chiacchierata esclusiva col sommellier, dato che eravamo gli unici avventori oltre al pranzo di laurea (?) nella sala a fianco. Come location, un castello medioevale in Trentino credo possa temere poca concorrenza.
Chiudo con una segnalazione fuori zona, al ritorno da una delle nostre peregrinazioni, il ristorante Giardinetto sul lungolago di Garda dove nonostante l'aspetto da trappola per turisti (peraltro comune a tutti gli innumerevoli locali adiacenti), abbiamo saziato la nostra golosità con una porzione-monster di fritto misto sorprendentemente ben fatto.