Spendiamo due parole sulla Tasteria "eccellenze siciliane" solo per sottolineare la deprecabile tendenza a stipare gente in locali minuscoli e rifilargli piatti dai prezzi stratosferici che a Milano ormai è la normalità. Il sito del locale, con la sua valanga di inglesismi ("filosofood", "made in Sicily", eccetera), presenta bene lo stile del posto, e non c'è bisogno di aggiungere molto altro. Rimane comunque la domanda di chi possa e voglia permettersi certi pranzi, tolti ovviamente quelli che poi li mettono in nota spese: certo, saranno tutti ingredienti selezionatissimi e DOP e DOC e presidi di questo o quello slowfood, però sarebbe ora di dire che oggi spendere 22 euro per mangiarsi un panino e una bibita abbarbicati in un angolo di un minuscolo localino non è accettabile. Chiariamo: non è accettabile pagare quelle cifre e contemporaneamente essere stipati in un buco di locale largo tre metri.
Io posso accettare quasi qualunque prezzo per il buon cibo, ma questo deve essere accompagnato da un servizio e un'accoglienza dello stesso livello. I posti come la Tasteria sono spesso gestiti da personale sinceramente caloroso ed entusiasta della propria proposta culinaria, ma ciò non toglie che il cliente che va a mangiare un boccone in pausa pranzo in un localino con quattro tavoli e due sgabelli deve poter trovare prezzi più abbordabili. Se non è possibile proporre certi cibi a prezzi economici, il panino gourmet a 18 euro va servito in un locale degno di questo nome, dove ci si possa muovere tra i tavoli senza urtare i commensali, con tovaglia e tovaglioli, e magari persino una finestra dalla quale far entrare la luce del sole.
Poi, per carità, finché ci saranno aziende americane che accettano certi scontrini in nota spese o certe famiglie che pagano quotidianamente ai propri rampolli i panini da 20 euro, la filosofood del finger food 100% made in Sicily continuerà a prosperare, buon per loro!