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giovedì 1 ottobre 2020

Due a Gabiano (Monferrato)

Capita ogni tanto di capitare in quei posti che ti riappacificano col Bel Paese e l'italian way of life che tanto affascina gli stranieri. E quindi l'occasione vale una segnalazione fuori zona.
 
Uno di questi posti è il cafè bistrot La Chance a Gabiano, dove sorseggiare un bicchiere di buon vino affacciati sulle colline monferrine e dove neppure il reggaeton romantico sottoposto forzosamente ai clienti dalle casse dell'hi-fi (per fortuna a volume tollerabile) riesce a disturbare la pace circostante. Ah i piaceri semplici della vita, ah il buon vino, ah la piacevole conversazione, eccetera. Evviva il Monferrato.
 
L'aperitivo al cafè bistrot si è reso necessario a causa del nostro arrivo anticipato alla vera meta della serata, il ristorante 3 Orologi, presso il castello di Gabiano, attrazione turistica di suo, meta di famigliole e non solo per visitarne il famoso (?) labirinto.
Ai 3 Orologi ci si dedica con profitto a spennare turisti nordeuropei che probabilmente se la ridono sotto i baffi pensando a come sono fessi questi italiani che per soli 40 euro ti servono menù di piatti tipici preparati a regola d'arte e ti servono bottiglie di grandi vini a prezzi che al di là delle Alpi ti garantirebbero un bicchiere o due di qualche stramba etichetta.
Uno di quei posti da cui esci non solo strasoddisfatto enograstronomicamente parlando, ma anche pensando che potremmo effettivamente campare tutti quanti semplicemente preparando da mangiare ai tedeschi e mostrando le colline agli olandesi prima di alcolizzarli a botte di malvasia.

Suegiò, Ponte Nuovo di Magenta

Uno legge l'indirizzo sullo scontrino e se non è della zona non si immagina che "Via Ugo Foscolo" è in realtà una cupa provinciale, ex SS11, aka "via novara" e che in realtà non siamo propriamente a Magenta, ma in frazione Ponte Nuovo. Il locale (SUEGIO' sullo scontrino e SUeGIO su internet), andrebbe catalogato come l'ennesima anonima birreria (quelle che una volta si chiamavano paninoteche e che oggi per qualche ragione di autodefiniscono "pub"*) se non fosse per la sorprendente offerta di piatti thai.
Ci siamo quindi ingozzati di chips di gamberi e di pad thai, con gran soddisfazione. Birrazze e bretzel completano il resto del panorama.
Menù covid-style visualizzabile su smartphone tramite QR code.
Evviva i piatti thai del SUeGIO, i sui prezzi tutto sommato onesti e il fatto che non si paga il coperto.
Abbasso le strade statali regionali provinciali italiane di ogni ordine e grado e i parcheggi ricavati in angoli fangosi intorno a un semaforo per uscire dai quali bisogna rischiare la vita.

* ma qualcuno ci vorrà pensare a un povero inglese che malcapitato in Italia si recasse in uno dei nostri pub pensando di trovarci un vero pub?

La Mecàniga, Arluno

Per la prima uscita post-lockdown (a fine giugno!) ci siamo fatti adescare dalla pizza gourmet pubblicizzata da questo locale, situato nella zona commerciale della vecchia filanda ad Arluno, un progetto di recupero urbanistico tutto sommato non mal riuscito, che avevamo precedentemente raggiunto tramite la pista ciclabile che collega Bernate Ticino con Arluno.
Complici anche le difficoltà legate alle varie igienizzazioni post-covid, l'esperienza non è stata delle migliori, soprattutto a causa delle agguerrite zanzare che tormentavano il dehors (solo leggermente più fastidiose dei clienti fumatori del tavolo accanto). Abbiamo assaggiato un paio di pizze che, seppur buone, in almeno un caso erano decisamente overpriced (17 euro per tre fette di mortadella sulla pizza!).
All'interno, il locale sembra avere qualche velleità di eleganza (anche all'esterno le tavole erano ben apparecchiate), anche se non abbiamo esaminato a fondo.
Due euro e mezzo di coperto completano un quadro non proprio entusiasmante.

domenica 22 marzo 2020

Acqua e farina, Cerro Maggiore

Che si fa quando si va a vedere un film al primo spettacolo di una sera infrasettimanale in un multisala deserto che pare uscito da una puntata di The Walking Dead? Si cerca il locale che apre per primo e si mangia li'. Qui da noi il concetto di food court e' applicato ancora in maniera molto approssimativa, coi locali vagamente concentrati nella stessa zona e orari d'apertura rigorosamente disinteressati della programmazione delle sale circostanti: si cena alle 20, non prima! siamo in Italia!
Detto cio', Acqua e farina offre pizze non-gourmet, non-alla-napoletana, sempre piu' rare da trovare. Lo fa abbastanza bene, le pizze sono oneste e il servizio e' cortese e sollecito (anche se, insomma, c'eravamo solo noi). Il coperto a 1,5 euro si poteva anche evitare.

Il Point, Albairate

L'ho gia' detto, si', che ormai alla pizza gourmet non si puo' piu' sfuggire? OK, a parte questo, al Point "di Fabrizio Tropea" si mangia una pizza molto buona a due passi dalla bella piazzetta del paese.
Il locale e' carino, fortunatamente poco adatto alle compagnie numerose, ed e' caldamente consigliato prenotare. A parte il coperto a 2 euro, il resto dei prezzi sono tutto sommato onesti, soprattutto rispetto a certe pizze overpriced che ormai spuntano un po' dappertutto.
Consigliato.

Siamo tornati nel 2022 e andati nella sala al primo piano, un po' rumorosa. Servizio celere e cordiale.

Cafe bistrot Gamba de legn, Castano Primo

[Edit ottobre 2022] Il locale ha da poco cambiato gestione, non lo abbiamo ancora provato.

Il Gamba de legn (chiamato cosi' in onore del tram che collegava la zona con Milano) cerca di portare un po' di cucina (e drink) di qualita' in questa zona culinariamente disastrata. Situato su un non ridente incrocio stradale ma con decenti possibilita' di parcheggio nelle vicinanze, e' un bel locale con due piani e un piccolo dehors dove pranzare o cenare come si deve oppure gustarsi taglieri e cocktail in modo piu' informale.
Non abbiamo ancora esplorato i menu' in modo approfondito, ma tutte le proposte sembrano basate su ingredienti di qualita' scelti con cura. Evviva.

domenica 2 febbraio 2020

Liguria 2019

Riassunto annuale delle nostre visite gastronomiche fuori stagione nel savonese.

Consigliati:
Iniziamo da Spotorno, dove abbiamo trovato due mete di valore: L'osteria ceci e grano, dove si fanno farinate e pizze al tegamino, ci si siede strettini nel dehors e ci si gusta senza fretta le specialità della casa, e il ristorante Al cambio, dove in un locale più classico si mangia "cucina (quasi) tipica" con qualche pretesa in più (anche nel prezzo) ma un servizio sempre caloroso.

Anche al Vascello fantasma a Laigueglia si fa cucina di qualità in un ambiente formale ma purtroppo quasi anonimo, nonostante la bella posizione a due passi dalla spiaggia. L'unica sala, quadrata e coi tavoli disposti in maniera altrettanto geometrica, non suggerisce calore o intimità.

Siamo tornati dopo qualche anno da U piccin in borgo castello a Loano, dove la pasta fatta in casa è sempre eccellente e l'ambiente raccolto del locale e del piccolo borgo regalano sempre una serata di calore e relax.

In una serata di pioggia diretti verso Sanremo ci siamo fermati al ristorante La cucina di Santo Stefano al Mare, dove si mangia e beve tipico, ci si rilassa scrutando gli arredi un po' demodé e in una giornata consona si può mangiare nel dehors osservando il passeggio della via.

A Finale, la piccola sala del ristorante Il sogno offre pesce fresco e cucina di qualità nel centro storico. I prezzi salgono un po' ma ne vale la pena. Il servizio c'è parso un po' enigmatico, con una cameriera estremamente professionale mentre il resto dello staff sembrava un po' distratto.

Nella zona del porto di Savona, rinnovata in tempi recenti, ci siamo trovati bene all'Osteria delle mancine, dove si va sul sicuro con la pasta, le acciughe e i dolci fatti in casa senza spendere un capitale.

Alla Locosteria di Pietra manca quel pizzico di formalità in più per fare un salto di qualità, ma nella minuscola saletta nel centro storico il servizio è cordiale e rapido e si mangia bene a prezzi tutto sommato contenuti.

Il ristorante Grani di pepe alle porte di Ortovero è stata una piacevole sorpresa, sia per il cibo che per l'ambiente, curato, professionale e rilassante. Hip hip urrà per il motto del locale: "cucina semplice".

Le pizze:
A Loano, vicino alla piazza del comune, ha aperto Workshop, un locale moderno arredato in maniera originale dove si scelgono gli impasti delle pizze "in pala alla romana". Buono e tutto sommato non caro. Sul lungomare, siamo tornati dopo molto tempo Da Carletto, che pur sotto l'insegna ristorante sembra puntare soprattutto sulle pizze, senza infamia né lode. Non ci ha particolarmente impressionati la braceria ristopizzeria La sagra del viaggiante (aka "bar del parco"), anche se ci siamo limitati alle pizze, e il locale ha sicuramente delle potenzialità. Siamo rimasti tutto sommato delusi dalle pizze della Locanda del marinaio alla marina, dove forse i piatti forti sono altri (i fritti?). Dopo la chiusura di Santino, si contendono la palma della pizza migliore di Loano Anema e core e Il basilico, con quest'ultimo in vantaggio, anche grazie alla location (il lungomare e un bel locale luminoso, rispetto a un brutto palazzone in una via buia per A&C).

Ad Alassio si va tutto sommato sul sicuro al Clapsy sul lungomare, perennemente minacciato dalle mareggiate.

Nel centro storico di Albenga, due buone pizze da Fra Diavolo (una mini-catena, arredata in maniera originale, dove si fanno anche abbondanti "stuzzichini" pre-pizza) e da Le anfore (locale più ruspante e vecchio stile).

Il resto:
Continua a non entusiasmarci particolarmente l'aperitivo del Vittorino a Loano, al quale preferiamo quello dell'Olivier's pub. L'affluenza media, però, dice il contrario.

In tema di bar, giovani hipster, cinquantenni splendidi e famigliole di satana si incontrano felicemente alla Latteria 2.0 di Borgio per fare colazione in un bell'ambiente luminoso e accogliente.

Sta perdendo un po' di appeal uno dei nostri rifugi preferiti, il The Ranch tra Pietra e Loano, ma rimane pur sempre una meta sicura coi suoi hamburger e le birrazze.

Segnalazione finale solo per dire peste e corna della pessima esperienza in trasferta a Nizza dove siamo incappati nella Cambuse, vera e propria trappola per turisti con un servizio pessimo, lento e maleducato, e un cibo deprimente.

Shout, Vittuone

Non essendo esattamente il nostro target preferito - birreria-ristorante-hamburgeria nel bel mezzo di un'orrenda zona industriale, con musica dal vivo rigorosamente a base di tribute band - abbiamo infine visitato lo Shout a quattro anni dall'apertura un martedì sera in cui era deserto e sui maxischermi si proiettava il wrestling (quindi, serata perfetta sotto tutti gli aspetti).
Gli hamburger ci sono sembrati buoni, come la scelta delle birre. Il menù verte principalmente su carne, taglieri e birre, a quanto ricordo. Il servizio è stato gentile.
Il locale ha anche una "arena" in cui assistere ai concerti e una zona all'esterno che nonostante l'area non amena sembra promettente per la bella stagione.
Il locale, a quanto pare, è molto pet-friendly. I prezzi non sono proprio popolari. Coperto a 2 euro.