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domenica 12 gennaio 2014

La Latteria con uso cucina, Verbania Intra

Abbiamo trovato questo locale quasi per caso, di passaggio a Verbania affidandoci alle "segnalazioni" delle mappe dello smartphone, e siamo rimasti soddisfatti. Si trova nella carina piazzetta San Rocco, ai margini della zona pedonale di Verbania. Sabato 21 Dicembre a pranzo abbiamo avuto il dubbio onore di ricevere lo "scontr. fiscale n. 1" ma ovviamente questo ci ha dato la possibilità di pranzare in santa pace e goderci il bel locale, arredato con buon gusto rustico, con alcuni tavoli ricavati da grandi botti. La cucina è un po' eclettica, ma i piatti ci sono sembrati preparati e presentati con cura; oltre al menù c'è una proposta di piatti del giorno (che preferisco sempre) scritta su grandi lavagne in sala. Più che i prezzi dei piatti (i primi intorno a 10 Euro), quello che fa lievitare il conto sono gli "extra" come mezzo litro d'acqua a 3 Euro, il "servizio" (che rimpiazza, cercando di non farsi notare, l'odiato "coperto") a 2 Euro e i caffè ad altrettanto. Con un dolce e un bicchiere di vino fanno 41,5 Euro, gentilmente arrotondati a 40. Tutto sommato, e vista l'abbondanza di trappole acchiappa-turisti in zona, questo bel localino è consigliato per un pasto tranquillo e di qualità, anche se non proprio a prezzi proletari.
Essendo zona pedonale, si parcheggia sul lungolago o altrove nelle vie limitrofe.

Due segnalazioni fuori zona

Il "ristorante tipico campano" 'A Livella si trova a Corsico, in zona "stazione - grattacielo", che per me che non sono del posto vuol dire un angolo non proprio ridente a fianco di una vecchia stazione ferroviaria in disuso. Il locale offre tutto il consueto repertorio di ammennicoli partenopei a base di foto di Totò e Peppino, in una sala ampia in grado di accogliere probabilmente un centinaio di coperti. Oltre alla pizza (anche al metro), la cucina offre piatti ben più interessanti come zuppe di pesce, di verdure o legumi, primi e secondi tipici della cucina del meridione. L'abbiamo visitato in compagnia di due clienti habitué, quindi siamo stati trattati molto bene, comunque il servizio mi è sembrato gentile e professionale. Primi a 10-12 Euro, coperto a 2 Euro; ci siamo trovati bene. Parcheggio un po' difficoltoso nelle vie circostanti.
La Trattoria dei Cacciatori a Brugherio, nonostante il nome "campagnolo", si trova nella super urbanizzata periferia di Milano e, almeno a pranzo, nutre gli impiegati degli uffici delle ditte della zona, che hanno poche alternative se vogliono evitare mcdonald's e cino-sushi. I Cacciatori offrono un menù fisso a 11 Euro in un locale accogliente che anche quando è affollato non si trasforma in una delle bolge infernali in cui tanti impiegati di Milano devono pranzare. I piatti sono caserecci e le porzioni abbondanti: pasta e fagioli, involtini di verze, lasagne, e secondi di carne. Tiramisù e altri dolci fatti in casa, servizio gentile. Parcheggio nelle vie adiacenti. Attenzione all'uscita dal locale, perchè entrambe le volte che ci sono stato ho rischiato di essere "asfaltato" da un pazzo col mercedes che usciva a tutta velocità dal cortile interno.

lunedì 6 gennaio 2014

Ristorante San Pietro, Robecchetto con Induno

Ieri abbiamo finalmente provato il San Pietro, come ci eravamo ripromessi di fare un milione di volte passandoci davanti passeggiando sul Naviglio Grande. Il locale si trova proprio sul naviglio, in corrispondenza di un ponticello in località Padregnano e sotto l'imponente vista della centrale ENEL di Turbigo. Sul retro c'è un ampio parcheggio e la zona offre la possibilità di una bella passeggiata sul naviglio o verso il Ticino.
L'interno del locale è gradevole, peccato solo per la grande TV che la fa da padrona sulla sala: non sentivamo nessun bisogno di accompagnare la cena con un filmaccio fantasy di serie C trasmesso da Italia 1.
La cucina, nonostante manchi di una chiara impronta che la caratterizzi (si va da polpo con patate a cinghiale e polenta), denota a mio parere un certo impegno sia nella preparazione che nella presentazione dei piatti; noi abbiamo preso culatello di felino, straccetti di cavallo, la suddetta polenta, tagliatelle al ragù, filetto di angus e sicuramente qualcos'altro che non ricordo, oltre ai dolci. Tutto mediamente ben fatto e apprezzabile. Il resto del menù si basa comunque su antipasti di salumi, primi e secondi di carne e selvaggina, con le sorprendenti comparsate del suddetto polpo e del fritto misto di mare, anche queste assolutamente non necessarie.
Le note dolenti arrivano dal servizio, che definirei amatoriale, per usare un eufemismo; per carità, nulla di grave, nessuna scortesia o problema di sorta; si tratta però di una serie di particolari che stonano un po' con le potenzialità del posto e di alcuni dei piatti in menù. Al nostro arrivo siamo stati "accolti" nella sala vuota da due signore e da quelli che a occhio individuerei come il cuoco e il suo assistente, assorti sui loro smartphone, che non hanno nemmeno alzato la testa per salutarci; dopo averci portato i menù, la signora più giovane che ci ha serviti ha fatto un tentativo per nulla velato di indirizzarci verso un generico "allora facciamo noi" che abbiamo declinato preferendo ordinare dalla lista, visto che questa comunque non presentava nessuna traccia di "menù degustazione" o "menù del giorno"; un momento di involontario umorismo è stato quando la signora ci ha portato la bottiglia di Teroldego che avevamo ordinato e ha saltato l'assaggio con un "tanto lo conoscete già, giusto?" che mi ha lasciato senza parole ma appunto col sorriso sulle labbra: speriamo che qualcuno le spieghi che il vino si fa assaggiare per verificare che non abbia problemi di "sapore di tappo" o simili, e non per vedere se ci piace o no. Lo stracotto d'asino per la polenta non era disponibile ("l'asino è scappato" ha detto, nel gelo più totale) e la signora si è dilungata in spiegazioni assolutamente non richieste di come i fornitori non glielo avessero portato, e sapete il periodo delle feste, e hanno appena riaperto, eccetera, e chi se ne importa, aggiungerei io. Idem per i dolci, dove il tiramisù con panettone è stato accompagnato da una profusione di assicurazioni sul fatto che il panettone appunto fosse fresco e "non usiamo mica gli avanzi", per concludersi con un "ve lo giuro sulla testa dei miei figli" che ci ha lasciato di nuovo di stucco.
Amaris in fundo, il conto, che ci viene annunciato a voce come "trenta euro a testa" e tanti saluti al menù e ai tre dolci su quattro commensali. Peccato che si siano anche dimenticati della ricevuta, altrimenti sarei stato curioso di leggerla. Eravamo in quattro, e francamente, così a memoria, avendo preso un antipasto e un primo a testa, due bottiglie d'acqua, una di vino da 13 Euro (l'unico prezzo che ricordo precisamente), tre dolci e quattro caffè, ho come la sensazione che non ci abbiano fatto molto sconto.
In conclusione, come dicevo il posto e la cucina hanno sicuramente delle potenzialità, e il ristorante avrebbe bisogno come il pane di un paio di professionisti in cucina e in sala per "aggiustare" menù (basterebbe aggiungere una paginetta di "piatti del giorno") e servizio (porco cane, prendiamo un allievo dell'alberghiera e facciamolo lavorare!) e innalzarsi a qualcosa di più della solita trattoria anonima.