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sabato 23 novembre 2013

Piccolo reportage trentino

In estremo ritardo rispetto alla nostra vacanza estiva, ecco qualche appunto e segnalazione -velocissimi, visto che ormai è passato un bel po' di tempo e la memoria è flebile- sui locali che abbiamo visitato. La zona, salvo alcune eccezioni, è quella tra Folgaria, Lavarone e Pergine.
Iniziamo col Sindech, l'albergo ristorante sotto il Becco di Filadonna, vicino al quale abbiamo trascorso la vacanza. Il posto è alla buona ma la cucina è più che degna e le porzioni sono abbondantissime, che sia polenta, gnocchi, zuppe o i dolci. Servizio cordiale, clientela di pensionati e punto di passaggio per bikers.
A Centa San Nicolò, poco distante dal Sindech, abbiamo visitato, con gran soddisfazione, l'Agritur Martinelli, che si trova in frazione Doss raggiungibile da una piccola diramazione della strada che scende a valle, che propone cucina tipica in un ambiente caldo, accogliente e decisamente montanaro. Sulla strada principale appena entrati in paese c'è la pizzeria Tre Novembre, che offre anche un piccolo dehor: data la location un po', per così dire, periferica, siamo stati piacevolmente sorpresi dalla buona qualità della pizza. A Centa merita una menzione particolare la Speckstube nella valle del torrente omonimo, vicino all'Acropark: ormai, salvo cambi di programma, dovrebbe aver cambiato gestione, per cui ai fornelli non ci sarà più l'imprevedibile signora Carla, mentre in sala probabilmente troverete ancora la gentilissima signora Tiziana; i piatti erano golosissimi quindi speriamo il menù sia stato mantenuto e i nuovi proprietari si siano solo occupati di rimettere in carreggiata una gestione a volte un po' troppo "artistica".
 
A Levico Terme abbiamo provato la pizzeria Vecchia Fontana, senza infamia e senza lode (piccola nota negativa l'effetto serra creato dall'ombrellone che copre il dehors), anche perché non abbiamo esplorato il menù oltre a due margherite, e il ristorante enoiteca (??) Boivin, che propone cucina tipica un po' rivisitata in un ambiente originale e a suo modo affascinante (una sala coi soffitti a volta che poi si apre in un cortiletto-dehors) ma con qualche pretesa di troppo, a mio parere.
 


A Folgaria, ci siamo trovati bene sia al Sanscrivel, che si trova in una traversa della via principale vicino all'ufficio informazioni turistiche, che Al Fogolar, situato relativamente all'ingresso del paese. Entrambi offrono buona cucina tipica, con un taglio un po' più dedicato ai lavoratori in pausa pranzo il primo, e ai turisti a passeggio il secondo. Il Fogolar ha dalla sua due-tre tavoli all'aperto dove poter mangiare osservando il passeggio sulla via principale.

Sopra Lavarone e Luserna si trova la Malga Millegrobbe, che come tutte le stazioni di sci di fondo non dà certo il meglio d'estate quando neve non ce n'è e la clientela è composta principalmente dal corrispettivo veneto dei baùscia milanese, ma che merita una visita per la cucina, per farsi uno spritz al tiepido sole dei tavoli all'aperto, o per farsi una passeggiata fino alle trincee della Grande Guerra.

Alle porte di Trento, nella zona universitaria (di scarso rilievo paesaggistico, per usare un eufemismo) di Povo, siamo capitati accidentalmente alla Oro Stube, dove abbiamo ben mangiato e siamo stati serviti con gentilezza e simpatia. Una menzione speciale per il vasetto pieno di rotoli di liquirizia a disposizione all'uscita. In centro a Trento, non abbiamo resistito al richiamo del messicano dall'originale nome di Cueva Maya, dove abbiamo potuto placare la nostra smania di nachos e compagnia: non ho tenuto lo scontrino ma il conto non è stato economico: 49 Euro in due.

Unica segnalazione negativa del giro è il ristorante pizzeria Tex di Vattaro, dove orde di olandesi vengono rifocillati con badilate di piatti vari ed eventuali, dalle cozze alla polenta, dalla carne al pesce, dalla pizza alle trofie al pesto. Dato l'affollamento e la nostra fame disperata, siamo stati fatti accomodare in un angolo di serie B della veranda, a penalizzare ulteriormente il già scarso appeal del posto. Il nome del locale completa egregiamente l'effetto hellzapoppin della situazione.

Abbiamo visitato l'albergo ristorante Castel Pergine "solo" per una degustazione di vini, tramutatasi in una interessante lezione-chiacchierata esclusiva col sommellier, dato che eravamo gli unici avventori oltre al pranzo di laurea (?) nella sala a fianco. Come location, un castello medioevale in Trentino credo possa temere poca concorrenza.
Chiudo con una segnalazione fuori zona, al ritorno da una delle nostre peregrinazioni, il ristorante Giardinetto sul lungolago di Garda dove nonostante l'aspetto da trappola per turisti (peraltro comune a tutti gli innumerevoli locali adiacenti), abbiamo saziato la nostra golosità con una porzione-monster di fritto misto sorprendentemente ben fatto.

domenica 29 settembre 2013

The kitchen, Casorezzo

Attenzione, attenzione! la notizia potrebbe avere del clamoroso: pare sia stato avvistato a Casorezzo un pub ristorante carino dove si mangia e beve bene e non si spende nemmeno troppo. Il locale si definisce un "beer restaurant" e nonostante l'abbondante utilizzo di etichette straabusate come "km 0" e "birra artigianale" pare effettivamente proponga piatti e birre di qualità. Il Kitchen si trova in paese, all'angolo di uno di quei tristi semafori impolverati della periferia milanese senza un centimetro di marciapiede e ancor meno spazi per parcheggiare, ma vale la pena visitarlo. E' ampio e accogliente, nonostante l'arredamento sia tutto basato sui colori scuri; la cucina, cosa rara vista la gran quantità di locali che pensano basti scrivere "birra artigianale" sull'insegna per pensare di cavarsela servendo solo salsicce annegate nel ketchup, è originale e di qualità: noi abbiamo assaggiato i "gnocchi vudu" (abbinati ovviamente all'omonima birra), una cotolettazza ben fatta, i nachos (hurrà! - anche se non erano "da manuale") e la cheese cake (doppio hurrà!). Quarantatrè euro con birre e caffè, senza coperto (triplo hurrà). Servizio cordiale. Tessera punti per vincere magliette e cappellini (quadruplo hurrà). Parcheggio difficoltoso; clientela di paese che vi squadra da capo a piedi (era un martedì sera di inizio settembre); rischio famigliole con bambini (ormai sono dappertutto... proverò coi locali di lap dance).
Unico punto negativo: per favore, togliete dal menù la birra "Superanale": l'umorismo pecoreccio ci può anche stare, ma dover pensare a quel punto lì mentre sto scegliendo cosa bere, no: è proprio troppo.

domenica 22 settembre 2013

Facecook, Magenta

[Edit 2018: il localeha cambiato gestione e nome]

Premesso che un posto del genere andrebbe provato solo per il nome geniale, quello che c'e' da sapere sul Facecook lo dice quasi tutto il biglietto da visita: "via espinasse, fronte centro commerciale idea piu', ristorante dai sapori internazionali, con cucina a vista distribuito su due piani oltre 1000 mq, varie sale dedicate per qualsiasi tipo di feste e ricorrenze, grill, buffet, wok, sushi, churrasco, giro pizza". Insomma: tutto.
Alla sera, un buffet all you can eat a 18,90 Euro bevande escluse e' in grado di soddisfare i piu' voraci mangiatori, ma se il vostro piano era quello di farvi semplicemente una pizza fate molta attenzione, perche' il prezzo e' sempre quello! Le pizze vengono servite al buffet gia' tagliate e non possono essere ordinate separatamente. Come in altri locali analoghi e' possibile scegliere pesce e crostacei da farsi grigliare al volo, e questa e' probabilmente la scelta migliore, visto che ne' la pizza ne' i piatti "cinesi" del buffet ci hanno entusiasmato particolarmente. Nell'offerta e' incluso il dolce, ma con bevande e caffe' esclusi si raggiungono i 50 Euro in due. Il locale e' pulito e, come detto, enorme; facile il parcheggio nelle vicinanze; nulla da vedere a distanza di passeggiata: dopo aver gozzovigliato ci si rimette in auto e tanti saluti.

Tre segnalazioni

La California Bakery a Milano e' una piccola catena di locali ispirati all'usanza del brunch e a una certa cucina made in USA a base di donut, uova e hamburger, che puntano su questa specie di esotismo per attirare una clientela che vuol sentirsi un po' cosmopolita. I locali sono in generale arredati con cura e accoglienti, anche se quello che abbiamo visitato noi a fine giugno e' veramente minuscolo e c'e' il rischio di finire in un angolino a sgomitare contro il muro. L'esperienza "californiana" si paga caruccia (47 Euro in due), ma la qualita' e' buona, il menu' ampio e il servizio efficiente.
Sempre a Milano, la Taverna dei Golosi e' un ristorante-pizzeria su Corso Sempione all'inizio della zona pedonale dell'Arco della Pace. Cucina di pesce e pizze di buona qualita' per un locale con qualche pretesa di troppo, a cominciare dal coperto a 3,5 Euro: va bene che siamo in una zona "pregiata", ma per certe cifre ci si aspetterebbe un'accoglienza e un'ambiente piu' curati e di classe, mentre l'impressione e' fondamentalmente quella del locale acchiappa turisti. Risotto a 14 Euro, spaghetti alle vongole a 12, pizza a 10, bicchierino di amaro a 4. Centoquaranta Euro in quattro, tutto buono ma decisamente troppo caro.
Cambiando completamente zona, ad Arona il ristorante-pizzeria La Monna Lisa offre una bella veranda sul lago e un comodo ma piccolo parcheggio a pagamento proprio a due passi. Di questo locale che si trova all'estremita' nord della citta', vicino alla piazza affacciata sul lago, abbiamo provato solo le pizze, tra cui il "disco volante", una sorta di calzone con prosciutto crudo fuori e tonno dentro. In questo venerdi' sera di fine settembre la sala non era gremita e siamo stati piu' che comodi e tranquilli; il tempo inizia ad essere fresco ma il lungolago e' ancora animato. Pizze sugli 8-9 Euro, dolci un po' cari (10 Euro per un cannolo!) ma buoni.

giovedì 12 settembre 2013

La Comida, Settimo Milanese

Questo ristorante-pizzeria si trova sulla via che da Settimo porta verso Milano e nonostante la location non propriamente amena offre un accogliente dehors che, almeno il giorno della nostra visita, a fine Agosto, non risentiva troppo del passaggio delle auto. Come dice il sito, la Comida offre un menù "adatto a tutti i tipi di richieste", che significa la consueta offerta poliedrica dalle pizze alla carne alla brace, al pesce. Non fatevi ingannare invece dal nome spagnoleggiante, perché di piatti esotici io proprio non ne ricordo. Il locale è ampio, anche se all'interno i tavoli sembrano un po' troppo a ridosso l'uno dell'altro, e arredato con cura e calore. Nell'ampio menù è possibile trovare proposte interessanti che nobilitano il locale sopra il livello delle classiche pizzerie tutte fritto misto e profiterol; noi abbiamo provato le tagliatelle al castelmagno e la pizza "el pescado", tutto buono, anche se ovviamente non stiamo parlando di alta cucina. Dolci fatti in casa, servizio senza infamia né lode. Prezzi nella media, peccato per i 3 Euro di coperto: eccessivi e inutili come al solito. Parcheggio possibile nelle vie adiacenti.

Joe Pena's, Milano

Il "restaurante cantina y bar" Joe Pena's si trova in Via Savona, una di quelle zone di Milano che si fa fatica a spiegarsi come mai abbiano attratto così tanti locali di successo; voglio dire: capisco il fascino di farsi un aperitivo all'Arco della Pace o una passeggiata sui navigli, ma i posti come Via Savona, strangolati dal via vai di auto e dal parcheggio impossibile, fatico a capirli, anche se indubbiamente contribuiscono anche loro ad alimentare un certo tipo di "fascino milanese", quello, in questo caso, fatto di figli di papà che giocano a fare gli hipster finti poveri e di donne in tacchi a spillo che giocano a fare le finte ricche. Oltre alla possibilità di osservare l'interessante fauna locale (se siete amanti del genere, un plus da non scordare, visto che il conto alla fine sarà abbastanza salato), il Joe Pena's offre cucina "messicana" (tra virgolette perché, come tutte le cucine esotiche, ne rappresenta una versione "ripulita") in un ambiente dalle luci soffuse tutto sommato intimo nonostante i tavoli piuttosto ravvicinati, con un servizio cordiale e preciso e una buona qualità dei cibi. Le porzioni di Nachos, burritos, fajitas e tutto il repertorio del caso vi sfameranno a dovere, anche se a prezzi carucci: burrito a 16 Euro, fajitas a 18, eccetera. Peccato anche per i 3 Euro di coperto. Come già detto, parcheggio impossibile se non, ovviamente, a pagamento in uno dei park custoditi della zona. A parte il conto salato (in due, con un cocktail per iniziare, abbiamo toccato i 75 Euro!), rimane uno dei migliori "messicani" di Milano.

sabato 31 agosto 2013

3 Salti Village, Turbigo

Località Tre Salti a Turbigo è probabilmente nota solo agli autoctoni; per chi non è di casa, la soluzione migliore è rimanere fuori dal paese e dirigersi verso il ponte sul Ticino: sulla destra apparirà il cartello che indica questo locale. I tre salti sono quelli che fa il ramo del naviglio a fianco del quale si trova questo ristorante-pizzeria-griglieria-birreria, tranquillamente situato al termine della via e dotato di un grande spiazzo dove parcheggiare l'auto. Il locale ha appena aperto (o meglio, cambiato gestione) e offre un'ampia sala interna, diversi tavoli in "veranda" e altri ulteriormente fuori. Spazio ce n'è in abbondanza, quindi, e il menù è quello tipico della birreria a base di hamburger e carne alla griglia. (La pizza ha/avrà il forno a legna). L'abbiamo visitato il 20 Agosto e come purtroppo prevedibile sia la clientela che il servizio erano ridotti ai minimi termini. I prezzi non sono particolarmente popolari e bisognerà lavorare un po' sia sul servizio che sulla presentazione dei piatti per giustificare la spesa (un hamburger solo soletto sul suo taglierino non è proprio entusiasmante). Un piccolo aneddoto: a quanto dice il titolare (e unico cameriere della serata), la sua banca gli ha consigliato di non mettere il PoS di Bancomat e Carte di Credito, e quindi noi siamo stati costretti a riprendere l'auto, andare a Turbigo a prelevare e tornare indietro per pagare. Non è tanto il fatto che il locale non avesse il PoS, quanto che sia stata la banca a sconsigliarne l'utilizzo: mi pare demenziale. Il giudizio rimane sospeso in attesa di vedere in che modo la gestione intenderà attirare i clienti d'estate (la location e la dicitura "Village" suggeriscono orde di ragazzini urlanti al suono delle canzoni dei One Direction, ma speriamo in bene) e d'inverno (quando invece sarà necessaria una cucina sufficientemente interessante da giustificare la visita a questa località un po' "remota". Noi tutto sommato non ci siamo trovati male e lo riproveremo.

giovedì 22 agosto 2013

Locanda Montecristo, Laveno Mombello

Affacciato sul Lago Maggiore, proprio di fronte a Verbania, il dehors dell'hotel ristorante Montecristo offre un'oasi di pace e di buona cucina. L'abbiamo provato il 17 Agosto, quando un po' di nuvole sul versante piemontese ci hanno permesso di gustarci il panorama senza i problemi di accecamento avuti in altre occasioni sulla sponda lombarda al tramonto. Il ristorante, di proprietà di Renato Pozzetto, è gestito dallo chef piemontese Torrengo, come non si manca di notare dal menù. Arrivati a Laveno, bisogna prestare un po' d'attenzione per scorgere il cartello che indica il ristorante e avviarsi con fiducia su per la stradina che porta al parcheggio (non molto ampio, per la verità) sotto il ristorante. La zona, come detto, è estremamente rilassante, e il servizio è professionale, preparato e cordiale il giusto, come si conviene a un ristorante di alto livello; la messa in tavola è ovviamente perfetta e i tavoli sono distanziati opportunamente. La fascia di prezzo non economica (ma nemmeno esosa, rispetto a locali che propongono una cucina simile) provvede a scoraggiare tavolate di amici e famiglie caciarone.
Ci siamo gustati con gran soddisfazione l'antipasto piemontese (battuta, insalata russa, vitello tonnato - un'occasione per nobilitare questi piatti spesso bistrattati), il "cappuccio e brioche" (a voi scoprire di che si tratta), spaghetti con cipollotti e bottarga, ravioli al gorgonzola saltati con burro e nocciole, più i dessert, tutto quanto semplice, "leggero" e gustoso. Con liquore, aperitivo e vino (55 Euro per un Freisa; i ricarichi qui sono un po' altini), fanno 159 Euro. In generale il vino non viene servito al bicchiere, ma stapperanno comunque una bottiglia per voi se insisterete; altrimenti basterà chiedere un tappo per non sprecare una goccia del prezioso liquido. Interessante (per me che sono ignorante) la presa di posizione contro le mezze bottiglie: il maitre sostiene che in esse il vino matura più velocemente e non gli permetterebbe quindi di mantenere una cantina sufficientemente ampia e sufficientemente a lungo. Non si finisce mai di imparare.
Consigliato per chi vuole trattarsi bene ogni tanto.

[Edit 2015: il ristorante ha cambiato chef e ora si chiama "Locanda Pozzetto"]

mercoledì 21 agosto 2013

Leggero, Turbigo

CHIUSO

In una zona dominata da kebabbari, pizzerie col perlinato e trattoriacce dove ti servono il risotto col badile, i cinque sensi gioiscono quando si trova un ristorante come il Leggero. Sulla via principale di Turbigo, a pochi passi dall'orrenda piazza dall'ancora più orrendo palazzo comunale, la porta del Leggero si apre su due salette dall'arredamento moderno e luminoso e soprattutto sul dehors ricavato dal cortile retrostante, con un gradevole praticello e, in un angolo, un paio di altalene per intrattenere i bambini.
Aperta parentesi: come per tutti i locali "family friendly", il rischio è quello di essere presi di mira dalle sempre più numerose tavolate di famigliole che si ostinano a portare al ristorante i loro piccoli attila anche quando questi non sono in grado di stare seduti al tavolo per più di cinque minuti. Intendiamoci: non sono tanto i bambini a dare fastidio, quanto le schizofreniche urla delle mamme che impartiscono ordini perentori, contraddittori e inascoltati tipo "sta seduto! vai a giocare! vieni qui! togliti le scarpe nell'erba! non correre! mettiti le scarpe!" eccetera. Chiusa parentesi.
Noi abbiamo visitato per la prima volta il Leggero il 5 Agosto, strafelici di trovare un ristorante aperto durante il mese maledetto, anche se ci è stato assicurato che a Ferragosto avrebbero chiuso per ferie. Come prevedibile per un lunedì d'Agosto, la serata è stata tranquillissima. Come detto, il locale è elegante senza esagerare, la messa in tavola è fatta come si deve e il servizio è cordiale e professionale. Il menù offre principalmente interessanti piatti di pesce, come il Mosaico di mare, composto da 5 assaggi di diverse preparazioni, ma anche primi, risotti e carne. In estate è disponibile anche la pizza. C'è una buona scelta di vini ed è possibile averne anche al bicchiere. I prezzi sono ragionevoli, vista la qualità e la cura nella presentazione. Come segnalato sul sito, il ristorante offre il servizio catering.
Noi ci siamo trovati bene. Non c'è un parcheggio privato ma non dovrebbero esserci grossi problemi a trovare posto nelle vicinanze.

Edit 2016: sembrerebbe definitivamente chiuso.

martedì 20 agosto 2013

Pasticceria Regazzi, Mesero

La gelateria Regazzi si trova tra Mesero e Marcallo, a fianco dell'autostrada A4 e affacciata su una rotonda e la zona industriale, e nonostante la location deprimente gode di grande fama per i suoi gelati e torte. Il locale è la destinazione più nota della zona per le torte personalizzate e i prodotti di pasticceria e gelateria, con punte di affollamento caotico sotto le feste. All'interno, il locale offre anche qualche tavolo e un servizio di tavola calda e pizzeria (!), mentre il dehors e il piano superiore vengono sfruttati per il ballo liscio, anche questo molto gettonato. Purtroppo, oltre alla zona circostante di cui ho già detto, anche l'interno non viene sfruttato a dovere, con un arredamento un po' tristino che non lo rende molto ospitale per una sosta prolungata. I gelati e la pasticceria sono buoni, e data la grande dimensione del laboratorio e gli orari di apertura serali è sempre possibile trovare ciò che si cerca. I prezzi non sono economici.

Edit 2017: Regazzi ha cambiato indirizzo e ora nella vecchia location c'è un locale dal nome "Jastyn", giuro.

lunedì 19 agosto 2013

Due a Milano

Doppietta di veloci segnalazioni milanesi che avevo in serbo da un po'.
La "pizzeria trattoria" Gemelli su Viale Monza offre buone pizze e buoni dolci in una zona che non è chiaramente tra le più ridenti della città. Situata all'altezza del metrò Turro, il parcheggio è, come si usa dire oggi, "sfidante". L'ambiente interno è un po' demodè e non particolarmente spazioso. Il servizio è gentile e la vicinanza di un paio di hotel garantisce la presenza di turisti stranieri alle prese con richieste di pizze improbabili o in lotta con gli spaghetti armati di cucchiaio o coltello. Abbiamo assaggiato solo le pizze, ma un paio di tavoli di habituè sembravano molto soddisfatti anche degli altri piatti. In due con pizza, birra, caffè e un dolce, 37 Euro; peccato per i 2 Euro di coperto.
Il ristorante Quattro Mori si trova invece in Largo Maria Callas, a due passi dal Castello Sforzesco e quindi in posizione centralissima. Qui la proposta culinaria è di alto livello, anche se (evidentemente per accontentare i turisti) vengono servite anche le pizze. I piatti forti della cucina sono a base di pesce, con un'incursione anche nella chianina, cosa che come al solito mi lascia un po' perplesso. Tutto è stato comunque molto buono. Il servizio è professionale anche se non rapidissimo e i prezzi non sono certo popolari. Complice anche una serata in dehors particolarmente affollata di zanzare, la visita non ci ha entusiasmato come promesso dalle recensioni sulle guide. Ma ripeto, senza le zanzare sarebbe stata tutta un'altra cosa. Lodevole l'iniziativa di offrire 2 ore gratis di parcheggio nel silos sotterraneo adiacente, anche se 3 ore sarebbe stato ancora meglio. Quattro adulti e due bambini e una bella mangiata fanno 260 Euro. Coperto a 2,5 Euro, antipasti tra i 10 e 20, secondi intorno ai 25.

Così Cafè, Magenta

Una brevissima segnalazione per questo bar aperto pochi mesi fa, che finalmente porta nel centro di Magenta un ambiente giovane, luminoso e moderno. Ciò che ci ha fatto molto piacere e positivamente impressionato è stato il brunch domenicale, dove ci è stata servita una selezione abbondantissima di piatti evidentemente preparati con cura. Abbiamo visitato il Così Cafè ormai qualche tempo fa e in quanto ai tempi l'iniziativa era agli inizi e non ancora "decollata", il brunch non era a buffet ma ci è stato servito al tavolo; refill a volontà e tutto fatto per bene.
A pochi passi dal bar c'è un comodo parcheggio a pagamento. Per maggiori dettagli, potete trovare il Così Cafè su Facebook.

domenica 7 luglio 2013

Indian Soul Café, Basiglio

L'Indian Soul è un locale ad ambientazione tex-mex che da anni prospera grazie alla clientela proveniente dai vicini uffici di Milano 3. Si trova sulla via principale della "vecchia" Basiglio, quasi invisibile sulla destra proveniendo dalla piazza; è possibile parcheggiare praticamente di fronte; ci sono alcuni tavoli nel dehors, protetti da una siepe dalla strada comunque poco trafficata. Data la zona, la clientela avrà mediamente una certa puzza sotto il naso e anche il servizio, peraltro ben funzionante, non è certo basato su cordialità e calore umano, a meno che ovviamente siate tra gli habitué. E' comunque una buona destinazione per farsi una buona porzione di tortillas o nachos ("nacios" sullo scontrino), anche se a prezzi non certo popolari: tortillas a 13 euro, nachos a 5/6; niente coperto. Se il locale è affollato, rischia di diventare rumoroso, visto che i tavoli sono piuttosto ravvicinati. Tutto sommato consigliato, vista la carenza di locali del genere nella zona.

Ponte Ticino, Galliate

Sempre alla ricerca di una pizza, eravamo stati tempo fa all'adiacente La Playa, e la scorsa settimana abbiamo deciso di provare quest'altro bar ristorante pizzeria appena al di là del ponte sul Ticino di Turbigo.  Al ristorante si accede sulla sinistra immediatamente dopo il ponte: c'è anche un buon spazio per parcheggiare. All'esterno, sotto un'ampia tettoia ci sono molti tavoli disponibili, peccato che ci si trovi praticamente a ridosso sia della statale che della strada che porta agli altri locali (il suddetto Playa e una birreria per bikers), col relativo rumore delle auto di passaggio. Durante la nostra visita non abbiamo notato alcuna contromisura anti zanzare e un paio di casse posizionate tatticamente ci tenevano  obbligatoriamente aggiornati sulla semifinale di qualche insulso torneo di calcio. Due ragazzi si occupavano del servizio, uno molto servizievole, l'altro parecchio svogliato (il ketchup per le patatine ce l'ha praticamente buttato sul tavolo). I due euro di coperto a testa sono completamente ingiustificati, visto che sui tavoli non ci sono tovaglie ma solo un telo di plastica e non ci sono stati portati né grissini né pane. Abbiamo preso una margherita e una quattro formaggi, entrambe deludenti, e ce ne siamo quindi andati senza indugiare sui dolci, non solo per ragioni dietetiche. Agli altri tavoli si servivano principalmente piatti di fritto misto, ovviamente proveniente dal freezer, come indicato per gran parte dei piatti sul menù (compreso il gelato: "prodotto surgelato"). Un buco nell'acqua, purtroppo.

domenica 16 giugno 2013

Varie al volo

Ho qua da un bel po' di tempo un po' di scontrini e relative segnalazioni, ma la pigrizia è tanta...
Iniziamo, in ordine cronologico, da Il Borgo / Il Linguaccione di Brinzio, in provincia di Varese, dove dopo una passeggiata tra le viuzze o in riva al laghetto, potete sia rilassarvi con la classica birrazza tra un biker e l'altro sia, più astutamente, approfittare della cucina, e gustare ad esempio il pollo al cestello o uno dei taglieri di salumi o formaggi, o approfittare dei dolci fatti in casa. E' consolante vedere che c'è ancora chi ha voglia e capacità di fare buona cucina invece di abbandonarsi a pizza e hamburger. La location è carina, il locale è ampio e accogliente (su due piani), e il parcheggio dovrebbe essere abbastanza agevole. Piatti intorno ai 10 Euro, dolci a 4. Consigliato.
Giusto per passare da un estremo all'altro, veloce segnalazione per l'hotel-ristorante-pizzeria Da Mariuccia a Robecchetto, non proprio "a due passi" da Malpensa (come dice il sito), ma abbastanza vicino per offrire parcheggio e servizio navetta. Nelle due grandi sale ristorante si serve il menù "di tutto un po'" caratteristico dei locali di questo tipo: dal buffet di antipasti alla carne alla griglia, dal pesce alla pasta ai risotti fino al famigerato giropizza. Tutto quanto senza infamia né lode. Peccato per i 2 Euro di coperto. Per desperate housewives. (edit: Da Mariuccia è possibile trovare una pizza in un giorno infrasettimanale dopo le 22, impresa praticamente impossibile in zona; purtroppo è altrettanto impossibile non sorbirsi almeno un quarto d'ora d'inspiegabile attesa, pur avendo prenotato l'asporto telefonicamente).
[Edit: il locale ha cambiato gestione] Il bar / mini-trattoria L'umbro si trova a Boffalora Sopra Ticino sull'alzaia del Naviglio Grande e anche qui potete scegliere tra un rinfrescante panaché (o bicicletta, o radler che dir si voglia) o scoprire le proposte umbre del menù, prima fra tutte la torta al testo, ma anche le varie bruschette e taglieri. Ci sono alcuni tavoli all'aperto e qualcos'altro all'interno del piccolo locale. L'auto va lasciata vicino al ponte sul Naviglio, in quanto siamo a pochi metri dall'inizio della pista ciclabile e non è il caso di andare a infilarsi nella stretta Alzaia. I prezzi sono alla portata di tutte le tasche. Tralascio i commenti sulle iniziative di animazione serale a base ad esempio di drag queen. Se siete fortunati, potrete arricchire il vostro spuntino con l'osservazione della fauna degli aficionados, esemplari pregiati del tipico tamarro di periferia. Per amatori.
Doppietta per Boffalora, con l'Osteria Cavour, aka "il bar della piazza" dove si fa anche una buona e abbondante cucina (vedere il sito per i menù). Onore al merito di proporre anche musica dal vivo (giusto se uno avesse bisogno di un'alternativa alle drag queen dell'alzaia): un paio di settimane fa (ed eccoci arrivati ai giorni nostri) ci siamo divertiti a vedere come l'inimitabile Caterino Washboard Riccardi ha rubato la scena a Francesco D'Acri e Luca Rovini. Ma ovviamente non avevano speranze con uno che ha fatto un assolo di cucchiai sul palco col Boss. In piazza si trova parcheggio facilmente, il locale è un po' strettino ma c'è anche un bel dehor. Prezzi onesti ma non particolarmente economici; si può scegliere anche tra una lista di birre e vini.

sabato 25 maggio 2013

Segnalazioni Milanesi ecc.

Avevo da un po' in serbo alcune segnalazioni veloci di locali visitati a Milano, che ora finalmente elenco qui.
L'Antica Osteria di Via Gluck, visitata ormai diversi mesi fa, gioca tutto o quasi sul fascino legato alla canzone di Celentano, per farvi sospirare che "eh sì là dove c'era l'erba ora c'è una città - e pure brutta". Esaurito il momento nostalgia, rimane via Gluck, via Sammartini a fianco dei binari della Stazione Centrale, il traffico incessante, lo smog, il parcheggio impossibile: insomma il peggio di Milano. Il locale occupa tutta la larghezza dell'isolato, avendo un'apertura su entrambe le vie parallele; all'interno, persino un piccolo cortiletto riadattato a veranda. La sala, un po' buia, non è niente di particolare e la cucina spazia un po' troppo tra piatti di mare e di terra. Coperto a 3 Euro, antipasto a 13, primo a 9, secondo a 19; per nulla economico. Non si mangia male ma non ci  ha certo entusiasmati.
That's Vapore è invece un locale moderno e luminoso in via Buonarroti che, come lascia intuire il nome, propone solo piatti al vapore. E' possibile spiluccare qualcosa sul bancone affacciato sulla vetrina, prendere un piatto da asporto, o accomodarsi in uno dei bei tavoli bianchi peraltro un po' troppo vicini l'un l'altro: in pausa pranzo rischia di diventare molto affollato. I piatti sono molto buoni e il personale è gentile e professionale. Un po' caruccio, ma è difficile aspettarsi altro vista la zona: panzerotto di magro a 9 Euro, tortelli al salmone a 9,50, insalata di gamberetti a 9.
La Milano Bakery si trova sotto il nuovo palazzo della regione Lombardia, dove una volta c'era il bosco di Gioia ("là dove c'era l'erba ora c'è..."). A quanto leggo, il locale ha aperto da non molto e già  destato entusiasmi, ma nel mio caso, complice forse anche una giornata di pioggia e la scarsa clientela, ha abbastanza deluso. La location è di quelle che si amano o si odiano: personalmente non mi piacciono per nulla questi grattacieli circondati da marmo e cemento, con le passeggiate senza un filo d'ombra d'estate e scivolose o allagate quando piove. Il parcheggio non è per nulla agevole, e mi pare incredibile che non siano stati fatti dei silos per i visitatori, o forse mi sono semplicemente sfuggiti, visto il maltempo. Il locale è accogliente, dal soffitto alto, e offre anche una parte soppalcata. Una parete è occupata da un giardino verticale che però mi sembrava abbastanza rinsecchito e sofferente. Il buffet non è molto ampio e se ci fossero stati più dei 6-7 clienti presenti durante la nostra visita in Aprile per il bruch ci sarebbe stato da sgomitare. Tutto molto buono, comunque. Il meccanismo è più o meno il solito, con un piatto da ordinare dal menu (e preparato nella cucina praticamente a vista) e poi il buffet a disposizione. Nota deludente è il fatto che nel prezzo dei piatti ("american breakfast" a 16 Euro, hamburger a 17) è compresa solo una bottiglietta d'acqua (servita peraltro in plastica, una caduta di stile per un locale come questo che sembra volersi "dare un tono"), mentre il caffè americano e la spremuta d'arancia sono da pagare a parte, senza nemmeno avere i refill inclusi caratteristici del brunch propriamente eseguito. Servizio OK ma ancora da "oliare".
Abbiamo provato l'altroieri il Re Fosco Bar in Via San Calimero, un angusto bar trasformato in mini-ristorante grazie anche a qualche tavolino sulla via pedonale. L'ambiente è caldo e ben arredato, con le bottiglie di vino e i prodotti alimentari ben esposti. Il menù è composto da piatti di stagione con ingredienti selezionati e noi ci siamo gustati un saporito minestrone nella coppa di pane, particolarmente adatto a questo maggio sorprendentemente freddo. Una buona lista di vini, il bancone/dispensa/cucina tutto a vista, e una buona lista di dolci, cheesecake compresa. Vista la qualità e la zona centrale, 8 Euro per piatto sono tutto sommato un prezzo accettabile. Consigliato.
Per concludere, due segnalazioni meno culinarie delle precedenti, per due locali dove gustare un po' di musica dal vivo. Il To Tap di via Boni 25 è un piccolo bar birreria dall'arredamento un po' demodé, di quelli dove la clientela di aficionados si riversa fuori dalla porta per chiacchierare e far passare la serata. Non abbiamo provato la cucina, ma una segnalazione va fatta per il calore del locale e il merito di continuare a proporre musica dal vivo anche nelle condizioni meno propizie. Il secondo caso si trova invece a Melzo ed è il Cafè Puccini nella via omonima. Il Puccini è un locale spazioso a pianta quadrata, intelligentemente attrezzato per la musica dal vivo (palco spazioso, mixer strategicamente posizionato sopra la porta d'ingresso), persino con un po' di posti a sedere rialzati al fondo della sala. C'è anche un piccolo dehor. Oltre al repertorio da bar/cocktail/birreria, ci sono anche menù a base di insalate e semplici piatti. Complimenti.

lunedì 1 aprile 2013

Ristorante pizzeria Dell'Angolo, Vittuone

Edit gennaio 2024. Tutto confermato, ovviamente i prezzi sono lievitati. Focaccia con salmone e avocado, molto buona, a 20 euro. Pizza meno che entusiasmante. Il servizio sembra ben preparato, il locale è sempre carino.

Edit gennaio 2019. Il locale ha rifatto il menù, concentrandosi su pizze e focacce e lasciando solo un paio di pagine al resto della cucina. Le pizze ora rendono accettabili i prezzi "gourmet". Il servizio ha bisogno di qualche piccolo miglioramento e i tavoli sono un po' troppo vicini. Per fortuna è stato cassato il menù dei caffè, peccato che non ci sia stata presentata né una lista delle birre né una dei vini. Coperto a 3 Euro

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In una zona non particolarmente affascinante di Vittuone si trova il ristorante-pizzeria Dell'Angolo. Nonostante le spoglie apparenze esterne L'angolo si rivela un bel locale, con uno spazio enoteca all'ingresso e un'ampia sala nella veranda chiusa da vetrate sui tre lati affacciati sul piccolo giardino.
Premesso che il giudizio è in generale positivo, non riesco a trovare una migliore definizione per questo locale di "un ristorante con delle pretese" a cominciare ad esempio dalla presentazione del sito, dove si legge il ristorante è arrivato a "inserirsi tra (sic) i vertici della ristorazione dell'ovest milanese"; ora, sul fatto che l'ovest milanese non sia propriamente la culla dell'alta cucina italiana credo che siamo tutti d'accordo, e quindi inserirsi ai vertici non è impresa impossibile, ma un po' di umiltà, tanto per cominciare, non guasterebbe. Le pretese, come le definisco io, sono la pizza margherita a 10 Euro e le altre a salire, fino a sfiorare i 20; buone, per carità, ma la Speciale che ho assaggiato io aveva dei funghetti e dei carciofini assolutamente anonimi e deludenti a fronte dei 13 Euro di prezzo. Oltre alle pizze sono disponibili anche le focacce (quella con friarielli e salsiccia in particolare era appetitosa), sempre nella stessa fascia di prezzo. Il menù fortunatamente non chilometrico segnala una certa attenzione alla qualità piuttosto che alla quantità, anche se si possono fare ancora alcuni passi avanti verso i famosi "vertici", come ad esempio decidere se concentrarsi sulla cucina di mare o di terra. Le mie pappardelle con carciofi erano ben fatte, e tutti i piatti in generale sono anche ben presentati. Sono presenti a menù anche alcune birre artigianali. Tra i particolari da migliorare -viste appunto le pretese del locale- ci metterei anche il servizio, che in entrambe le nostre visite (serali) non ci ha nemmeno proposto la carta dei vini; i dolci, sugli 8 Euro, sono fatti in casa e quindi di buona qualità. Coperto a 2,50 giustificato dalle buone focaccine e grissini fatti in casa. La ricevuta fiscale che ho qui davanti, divisa stilosamente in due sezioni, "cucina" e "cantina", elenca nella seconda il "Caffè pura arabica selezione Giamaica caffè" a 2 Euro, che per quanto mi riguarda rappresenta il vertice, per così dire "artistico", dadaista/ermetico della visita: la tazzina viene servita accompagnata da un bigliettino che ne descrive le origini, e che copio qui verbatim, in modo che possiate anche voi ripeterlo come un mantra:
"HAITI KOMET
EXTRA
SUPERIORE
SCELTO A MANO
Haiti Komet.
Da oltre vent'anni se ne parla soltanto.
Nell'oscuro occidente di La Hispaniola, un'arcana ed inconcepibile maniera ottiene, talvolta, da una produzione totale di 430.000 sacchi di Haiti poco più di 200 sacchi di ciò che può essere definito Komet.
E' un caffè naturale perfetto.
Abbiamo smesso di cercare."
Ecco, se posso permettermi un consiglio a quelli dell'Angolo, abbandonerei le arcane ed inconcepibili maniere e mi concentrerei piuttosto nel migliorare quei particolari (cura degli ingredienti, del servizio e della sala: la prima sera il camino aveva qualche problema e ci ha completamente impregnati di fumo) che mancano per arrivare davvero ai vertici.
Parcheggio per strada nelle vicinanze non difficoltoso.

mercoledì 6 febbraio 2013

Celtic house, Magenta

Questo "Irish pub & restaurant" (noto anche come "Guinness House"!) si trova nella non amena periferia di Magenta, tra un capannone e l'altro, dietro all'Obi, vicino all'Iper; ci si arriva ovviamente in auto, lo spazio fuori non manca, e ci si può accomodare nell'ampio locale, che è il classico "pub di massa" all'italiana, cioè una cosa che non ha nulla a che vedere coi piccoli pub originali anglosassoni ma che ad essi si ispira concentrando l'attenzione sull'offerta di birre e appendendo o disegnando alle pareti tutto ciò che possa seppur vagamente sapere di "celtico". Come detto, il locale è ampio, anche se nei fine settimana si trasforma probabilmente in una bolgia, considerando anche che spesso le serate sono allietate (?) dalla cover band di turno (che adesso si chiamano tutte "tribute band"). Consueti tavolacci da pub, servizio cordiale e rapido. A vantarsi di quanto gli ingredienti sono genuini e dei piatti cucinati al momento ci pensa abbondantemente il menù, come a presentare l'assortimento di birre con tanto di birra del mese. La cucina è eclettica a dir poco: carne alla brace e vini rossi, tex-mex, pizza, hamburger, insomma di tutto un po'. Sia il calzone che l'hamburger con senape al miele erano molto buoni. Due birrazze, un caffè e un irish coffee portano il totale a 35 Euro. In mancanza di cover band, la musica era fortunatamente tenuta a basso volume, in modo da essere ascoltabile senza disturbare la conversazione.  Adatto sia per fare due chiacchiere tra amici, che per una serata più intima con la morosa in un angolo della sala, o per i bambini o per una tavolata più numerosa, vista la dimensione del locale.

domenica 3 febbraio 2013

Hostaria al vecchio portico, Arona

Abbiamo visitato questo locale a pranzo un giorno infrasettimanale di fine Gennaio ed eravamo quindi praticamente gli unici avventori oltre a un altro tavolo dove una coppia di amici dei proprietari ha tenuto banco per tutto il tempo con le loro chiacchiere insulse ad alta voce.
Segnalato l'unico particolare sgradito della visita, possiamo passare alle note positive: la cucina è molto buona e in alcuni casi anche originale. A 25 Euro viene proposto un menù con gustosi antipastini, un primo e il dessert. Panini e grissini fatti in casa accompagnano il tutto. La cucina mescola proposte "classiche" come i tajarin con salsiccia di Bra con "mix" più originali come gli spaghetti di Gragnano con pepe, acciughe e Castelmagno, molto ben riusciti. I secondi spaziano dalla carne di vitello al pesce di lago, all'anatra. Molto buona anche la degustazione di dolci che viene presentata col menù. Tutto anche ben presentato.
La lista dei vini è ben fornita, ma al bicchiere viene aperto solo un Barbera.
Il portico si affaccia sulla piazza fronte lago, anche se purtroppo la sala del ristorante offre solo una piccola finestra. Vista la difficoltà di parcheggio nelle vicinanze, il consiglio ovviamente è quello di sfruttare l'occasione e farsi due passi sul lungolago.
69 Euro in due e niente coperto. Il caffè vale 3 Euro ma è accompagnato da ulteriore piccola pasticceria. Consigliato, soprattutto evitando i periodi affollati.
PS: mi sfugge il motivo per cui tanti ristoratori si ostinino a battezzare i propri locali con diciture ridicole come "hostaria" con l'acca e la "a".