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domenica 18 dicembre 2022

Luxale Burger, Castano Primo

A pochi metri dalla piazza di Castano Primo, dove con un po' di fortuna si può parcheggiare, il Luxale nobilita l'altrimenti non ridente Corso San Rocco. Classico locale moderno da birra-hamburger-patatine, soffre un po' la location non molto spaziosa, ma se non c'è troppa gente si sta bene e ci si rilassa. Ci sono una quindicina di coperti più un bancone in vetrina e la possibilità di asporto o consegna a domicilio. Si ordina alla cassa e il cibo viene servito al tavolo. Birre solo in bottiglia (non che si senta la mancanza della spina, che nel 90% dei locali italiani serve birra gelida e annacquata). Gli hamburger più "speciali" arrivano intorno ai 16 euro, quindi attenzione.

Il personale è gentile e sollecito.

Lago Maggiore, Stresa

Nel centro storico di Stresa, a poca distanza dal lungolago, il bar ristorante pizzeria (e chi più ne ha più ne metta) Lago Maggiore è un locale arredato in maniera moderna con un piccolo dehors che tutto sommato abbellisce la vietta in cui si trova. La sala è luminosa ma piccolina, e nonostante i tavoli siano moderatamente distanziati, rischia di diventare molto rumorosa.

Il menù passa dal brasato e polenta alle pizze alle paste, tutto sommato di buona qualità. Anche il servizio è celere e professionale. Due euro di coperto, primi sui 12 euro, porzioni non abbondanti ma giuste.

mercoledì 7 dicembre 2022

Liguria ponente ottobre-novembre 2022



Le Pizze
Essendo Il Basilico di Loano in ferie per gran parte del periodo, per una buona pizza napoletana continuiamo a rivolgerci all'Anema e core. La location in mezzo ai palazzi di Piazza Assereto non è delle più ridenti e l'aerazione del locale può essere migliorata, nonostante il recente ammodernamento.
A conferma della povertà del resto del panorama, incuriositi da alcune recensioni online entusiastiche abbiamo provato la pizzeria Rio, situata all'altezza del passaggio a livello tra Loano e Borghetto: purtroppo la pizza non è migliore della location, uno strambo container/tensostruttura che ricorda più un accampamento temporaneo che un locale atto a servire cibo. Peccato perché si vede che la proprietà segue con cura il proprio brand (con successo, per carità, il locale è sempre pieno), però porco cane la location è improponibile.

Il Premio Piacevole Sorpresa 2022 va alla pizzeria Gianni in fondo al lungomare di Ceriale, locale carino, servizio gentile e buone pizze.

Cambio di brand al Fra' Diavolo di Alassio, che ora si chiama Mani, come le mani che fanno la pizza, in opposizione alla "industrializzazione" che la precedente catena voleva apparentemente imporre, secondo la spiegazione fornita dal personale. Buone le pizze gourmet (margherita a 7,50), si sta un po' strettini.

I localini per amatori
L'osteria Pub Nerea nella pinetina di Ceriale si conferma meta sicura per un aperitivo con tagliere, seguito quasi sempre da paninazzo anni '80.
Il The Ranch a Pietra/Loano è sempre lui. Ricordarsi di non prendere i nachos, ci caschiamo sempre.

Posti mica male e qualcuno a cui forse manca qualcosina
Siamo tornati al Megu bistrot bar di Finalborgo per cena ed è andata meglio della volta scorsa, sia per il servizio che per il cibo. Il posto è carino, ma i prezzi (primi a 16 euro) un po' altini non te lo fanno amare.
In tema di bistrot, abbiamo fatto una sosta a quello del Controcorrente a Noli, un paio di salette con le volte in pietra a pochi passi dal ristorante omonimo, dove farsi una birra o un bicchiere di vino. Carino e originale. Il ristorante è poco più su nella via, la cassa del bistrot è nell'emporio di fronte, bell'esempio rivitalizzazione di una via non proprio centralissima.

Ingannati forse da una recensione che descriveva altro ci siamo arrampicati all'Agriturismo La Selva a Finale (onde evitare lunghi percorsi e complicate manovre in auto conviene parcheggiare sull'Aurelia e salire a piedi dalla ripida stradina), dove ci siamo ritrovati a gustare il menù fisso servito agli ospiti dell'albergo (quasi tutti stranieri) nel cortiletto vista mare. Cucina casalinga senza troppe pretese ma che si fa apprezzare. Molto gentile il servizio. Un posto dove rifugiarsi per trovare tranquillità. Sconsigliati i tacchi alle signore.

Niente da dire sulla proposta culinaria dell'osteria Da Oreste a Savona, cucina ligure come si deve, porzioni giuste e prezzi tutto sommato onesti, ma la location lascia purtroppo a desiderare sia per l'esterno (il centro storico di Savona ha ancora troppi angoli degradati) che per l'interno troppo affollato dove ci si deve contorcere per muoversi tra le sedie e soprattutto dove l'aerazione lascia a desiderare, impregnando i vestiti dei profumi della cucina. Cucina e servizio che meriterebbero una location più consona di questo minuscolo localino.

Champagne
Si sfidano a distanza di una settimana due locali top della zona, il Doc di Borgio Verezzi e il San Giorgio di Cervo. Entrambi godono di location affascinanti: il San Giorgio nel borgo di Cervo con le sue finestre sul golfo, la villa del Doc che ha ritagliato un angolo di classe in una zona altrimenti anonima di Borgio. Entrambi fanno cucina di alta qualità, ad alti prezzi: in due finiamo a 200 euro al Doc e 162 a Cervo (col vino al bicchiere, però).
Esce però vincente il Doc, grazie al servizio impeccabile, alle eleganti salette interne coi tavoli ben distanziati, e alla bella veranda che permette di pranzare fuori con un po' di fortuna fino a novembre inoltrato. Ma soprattutto vince grazie alla semplicità delle preparazioni, al fatto che ogni volta si esce dal locale avendo mangiato pesce fatto come si deve, sazi ma non satolli dopo un menù completo, appagati e rilassati dopo due chiacchiere non di circostanza con la coppia Alberelli-Mattioli che continua a mantenere vivo questo faro della ristorazione della regione.


Hostaria La Baita, Milano

Non distante dalla Stazione Centrale, La Baita offre "Cucina Nazionale - Braceria di Carne e Pesce" come recita il biglietto da visita con le maiuscole a casaccio.

Le particolarità del posto sono in primo luogo che non ricorda assolutamente una baita, anzi è arredato in maniera abbastanza moderna, e in secondo luogo l'estrema poliedricità del menù, che offre praticamente di tutto, dalle pizze alla polenta al filetto alle cozze, coi prevedibili risultati senza infamia né lode. Altro dettaglio che non ci fa certo benvolere La Baita è la dicitura "hostaria", anch'essa totalmente fuori luogo e indecifrabile.

L'ambiente è tutto sommato elegante, i tavoli ben apparecchiati, il servizio professionale. Prezzi non economici. Il posto dove andare per essere sicuri di trovare almeno un piatto che accontenti chiunque.

domenica 23 ottobre 2022

La posteria italiana, Boffalora sopra Ticino

Osteria laziale, pinseria romana, fuori posto come potrebbe esserlo la casöla a Trastevere, ci si immerge nell'atmosfera e nella cucina romana e laziale a due passi dal naviglio. Ovviamente deve piacervi il genere -culinario e di accoglienza- e dovete prepararvi a porzioni più che abbondanti. Eravamo con amici e non abbiamo visto il conto finale, ma i prezzi, a settembre, sembravano tutto sommato onesti.

Il locale, non molto grande, è un po' buio ma comunque caldo e ben arredato, con cucina parzialmente a vista e bancone da bar ("dal caffè alla brace" recita il biglietto da visita). C'è ovviamente un certo rischio di incappare in tavolate un po' burine ma d'altronde non credo che nessuno pensi a un locale del genere per una seratina romantica.

Il parcheggio è a due passi dal naviglio e a cinque minuti dal locale, ma è ben nascosto per renderlo irraggiungibile dai forestieri: guardate su google maps.

Hi Folks!, Vittuone

Ennesimo capannone nell'ennesima zona industriale dove ti fanno gli hamburger e i nachos e tutte quelle robe lì, l'Hi Folks! sembra distinguersi dalla concorrenza per l'effettiva attenzione all'offerta delle birre e per la generale gradevolezza di cibo e locale. L'abbiamo provato in una sera infrasettimanale in cui era semideserto, e il servizio ci è sembrato ok, buona musica in sottofondo al volume giusto, barista musone dietro il bancone, a servire un vecchio col giubbotto della Harley. Pur essendo un capannone, l'arredamento non è male, e fuori c'è pure un dehors. Ovviamente si posteggia nelle strade della zona industriale.

Si fa musica dal vivo e lo spazio c'è (essendo un capannone, l'ho già detto?), non resta che provarlo.

Due osterie a Milano

Premesso che si potrebbero scrivere tomi sulla deriva semantica del termine "osteria" (e linguistica dei suoi derivati come "hostaria"), possiamo giusto dire che dalla loro queste due osterie hanno almeno la tradizionalità dei menù e non cercano di propinare esotismi ai clienti. Dell'osteria non hanno invece l'informalità e lo spirito popolare, purtroppo. 

L'Osteria Fiorentina in Via Tortona (e già l'indirizzo dice tutto, per chi conosce questa zona fashion di Milano) è un minuscolo locale preso d'assalto a pranzo dove ci si stringe negli spazi angusti, si sopporta il frastuono e i continui urti coi camerieri di passaggio, e si mangia tutto sommato bene a prezzi francamente troppo alti.

All'Osteria Del Treno invece (zona Stazione Centrale, Vittor Pisani) si sta un po' più larghi, il servizio è più umano e si mangiano mondeghili, ossobuco, risotto e vari altri classici della cucina lombarda. In comune coi fiorentini di cui sopra (e con la totalità dei posti alla moda di Milano) ci sono i prezzi troppo alti.

sabato 27 agosto 2022

Agrigelateria del Funtanin - Castelletto di Cuggiono

Il B&B Il Funtanin cerca di rivalutare un bell'angolo di campagna lombarda, il ponte sul naviglio a Castelletto di Cuggiono, con un piccolo bar all'aperto dove fare una piccola sosta per un gelato artigianale o una bibita/birra. Purtroppo non c'è la macchina del caffè, quindi niente cappuccini e colazioni.

L'angolo occupato dal bar è stato recuperato dalla precedente incuria e arredato sobriamente con tavolini e ombrelloni; non soffre granché della vicinanza della strada che porta al Ticino, ma è a forte rischio zanzare. 

Contrariamente a quanto ancora pensano certi cittadini, non è la "natura" o l'acqua (corrente) del naviglio a portare le zanzare, ma l'acqua stagnante presente nelle inevitabili intercapedini create dalle costruzioni umane e nei tombini. Un intervento insetticida deciso e localizzato dovrebbe riuscire a limitare il problema.

Birrificio di Legnano The Factory - Inveruno

Un paio di passaggi estivi nella seconda location del Birrificio di Legnano, nella zona industriale di Inveruno, probabilmente non hanno offerto il meglio di questo locale: arrivati verso le 22.30 era strapieno e ci siamo dovuti appollaiare su un trespolo nel dehors per berci una birra cercando di mantenere le distanze dai bambini scorrazzanti, mentre alla seconda visita, verso le 19.30 col locale ancora vuoto ma evidentemente tutto prenotato siamo finiti a farci divorare dalle zanzare in un tavolino defilato, sempre all'esterno. Classico esempio di uno di quei locali dove, per dirla con Yogi Berra, "non ci va più nessuno perché è troppo affollato" - quindi insomma se vi piacciono le serate un po' caciarone in compagnia e non vi tange il fatto di posteggiare di sera in un'orrenda zona industriale, il BdL a Inveruno è un indirizzo da tener presente - prenotazione consigliata.

Circa il vitto, ormai in giro ci sono più birrifici che chiese e per quanto mi riguarda l'inflazionatissimo mercato delle birre sedicenti artigianali è una disgrazia di dimensioni epocali, quindi non mi dilungo a riguardo. C'è chi gli piacciono le birre con gli aromi fruttati e chi no. Il resto del cibo è quello che ci si aspetta da questo tipo di locale, quindi anche qui c'è poco da commentare e lasciamo i commenti sull'impiattamento degli onion ring o sulla consistenza del cornicione della pizza alle frotte di esperti culinari che affollano i social media di ogni ordine e grado.

martedì 16 agosto 2022

Sì va beh ci si diverte, tutto costa da impazzire

A luglio siamo incappati in due bistrot uno dopo l'altro ed entrambe le esperienze non sono state delle più positive.

Al Megu di Finalborgo abbiamo atteso un'infinità per un tagliere di pesce e uno di salumi e soprattutto ci siamo dovuti sorbire il cameriere che ci spiegava scocciato la ragione per cui gli sembrava sensato aver sostituito il lardo (che gli avevamo chiesto di evitare) con la coppa (che non è certo lardo ma non è proprio magrissima nemmeno lei). Onore al merito della proprietà che non ci ha fatto pagare il tagliere (sui 16 euro), un gesto inaudito per il panorama ligure. Rimane che sarebbe comunque meglio investire sulla professionalità di cuochi e camerieri, invece di rivolgersi a stagionali che non possono far altro che improvvisare.

La sera successiva, avendo trovato pieno al ristorante San Giorgio di Cervo, ci siamo rivolti al Sangiorgino, il "vino e stuzzichino con bottega" situato giusto una viuzza più in basso. Qui del bistrot c'è solo la ristrettezza degli spazi, e ci si ritrova in un minuscolo cortiletto senza vista sull'esterno (che costituisce il 90% delle ragioni per una gita a Cervo), che andrebbe anche bene per "vino e stuzzichini" ma che invece offre un menù completo (all'altezza del ristorante padre) che meriterebbe migliore location. Si mangia bene ma si spende un po' troppo per la location risicata.

Osteria dello sperone, Tornavento

A volte persino i posti più famigliari riservano qualche bella sorpresa. Cercando posti dove mangiare nelle sere d'estate ci rivogliamo sempre -e invano- a internet, per ritrovarci alle prese con siti decrepiti, pagine facebook abbandonate, numeri whatsapp che non rispondono, e telefoni che squillano all'infinito senza uno straccio di messaggio che informi i malcapitati aspiranti clienti sulla sorte toccata ai proprietari (impegnatissimi ai fornelli, in vacanza a sharm el sheik, o morti).

Seguendo quindi il più old school dei metodi -i cartelloni per strada- abbiamo quindi trovato il B&B Osteria dello sperone, sull'alzaia dove il naviglio prende le acque dal Ticino. Pur apparendo un po' desolato all'esterno (era il primo d'agosto), il locale è accogliente e ben arredato, e la cucina cerca di proporre qualcosa di più ricercato del resto del panorama culinario della zona, a prezzi non proprio popolari (sui 17 euro i primi) ma con risultati più che buoni.

Il servizio è cordiale e c'è una buona scelta di vini e birre. L'impressione è che la proprietà, come spesso accade in queste zone, non abbia ancora deciso con chiarezza a quale pubblico rivolgersi: lo Sperone sembra stia puntando sulla qualità in cucina, ma per giustificare 2,5€ di coperto e i secondi sopra i 20 euro bisogna curare con la stessa attenzione anche il resto: riorganizzare il parcheggio, abbellire l'ingresso con piante e una bella insegna, sistemare il dehors ad esempio chiarendo il senso dei tavoli e del bancone mollati lì, un sito internet professionale e aggiornato, e simili particolari.

Tanti auguri all'Osteria dello sperone, perché di aspiranti chef siamo già pieni ma di professionalità ce n'è bisogno come il pane.

lunedì 15 agosto 2022

Sarà bello il mare, ma d'estate il lago ancor di più

Tre segnalazioni lacustri.

Di ritorno da una passeggiata in cerca di frescura al Campo dei fiori di Varese siamo incappati nel ristorante pizzeria Al lago di Gavirate, dove abbiamo mangiato pizze buone senza essere "gourmet" ma soprattutto abbiamo apprezzato il servizio più rapido che mi sia mai capitato di vedere in una pizzeria affollata (necessario anche per digerire il coperto a 2,50€). La location non è particolarmente amena (una palazzina riconvertita a ristorante) ma perlomeno c'è un parcheggio riservato proprio davanti al locale.

In centro a Stresa si fa cucina di qualità (e non si paga il coperto) alla Trattoria La botte, con prezzi non economici ma nemmeno stratosferici come purtroppo spesso capita di vedere nel milanese o nelle località turistiche. 16 euro per il carpaccio di polpo, delicato ma saporito, e 16 euro anche per i primi. Dessert sui 9 euro. Servizio gentile, sala non molto spaziosa, qualche tavolino sulla via nella bella stagione. Consigliato.

Ad Arona, invece, per rinfrancarsi dopo la salita alla rocca, ci si accomoda in cima al bar Ristoro corte della rocchetta, dove noi ci siamo limitati all'acqua e menta ma si fanno anche aperitivi con taglieri vari, sicuramente una destinazione da tenere a mente.

sabato 11 giugno 2022

Liguria aprile-maggio 2022

Finalmente abbiamo provato il farm bistro Petricore di Finalborgo, ristorantino di qualità in un angolo di piazza San Biagio, appena oltrepassata la porta del borgo medievale. Si mangia bene, torneremo.

Si conferma sempre un indirizzo sicuro il Babette di Albenga - se mai si avverasse il progetto di spostamento a monte della ferrovia, andrebbe a posto anche il tassello mancante di questa location, che da un lato guarda l'isola Gallinara e dall'altro il degrado.

Sul versante pizze, conferma per il Basilico di Loano.

Buona prestazione all'aperitivo per l'Italian Coffee Shop di Loano, che permette di abbinare altri piatti ai classici drink+tagliere.

Finche' il pub/osteria Nerea di Ceriale manterrà la playlist anni '80 per i tavoli in pineta, noi continueremo a frequentarla e a ordinare panini speck e brie e salsa cocktail. Chi vuole vedersi i video reggaeton vada dentro.

Nonostante la location non ridente attaccato al Conad di Toirano e il locale un po' spoglio, i piatti a pranzo del ristocaffè Il Ponte (aka Dalla Marina) non sono male. Da tenere a mente per un pranzo all'ultimo minuto senza folla intorno.

Per quanto riguarda i gelati, segnaliamo gli stecchi prodotti da Dario a Loano e il gelato artigianale alla Grotta dei golosi nel centro storico di Toirano.


Savonese 2022: il buono, il brutto, il cattivo

Dopo molto tempo che non ci capitava, a questo giro in Liguria siamo incappati in alcune esperienze che ci hanno lasciati un po'... perplessi.

Metà aprile, sabato sera, Borghetto Santo Spirito, verso le 19: tutte le pizzerie già stracolme, gente che fa la fila fuori. Incappiamo nel Gente di mare, baretto/ristorantino sulla spiaggia, posizione apparentemente eccellente. Entriamo, nessuno ci degna di uno sguardo. Il locale è vuoto. Ci dicono che "bisogna aspettare". Dopo qualche minuto, una cameriera compie il grave errore di accompagnarci a un tavolo. Nessuno si sogna di chiederci se, così, per caso, essendo le 19 in un ristorante, volessimo qualcosa da bere o da mangiare. Il tempo scorre. Nel frattempo, vediamo quella che sembra essere la proprietaria (un grugno che farebbe scappare anche il cliente più affamato) rimproverare la cameriera che ci aveva fatto sedere. Ci alziamo e ce ne andiamo. Poi i liguri si offendono se gli dici che hanno una pessima reputazione.

Reduci dalla delirante esperienza, ripariamo al ristorante pizzeria Il grillo parlante a poca distanza, situato non felicemente sotto un mostruoso condominio. I tavoli sulla passeggiata sono generosamente definiti "dehor panoramico sul mare", ma almeno il servizio è stato rapido ed educato e la pizza era decente.

Altra esperienza stramba l'abbiamo vissuta da Sensu, a Finalborgo, dove eravamo già stati con soddisfazione. Questa volta (fine maggio), il servizio approssimativo ci ha fatto persino sospettare che il locale avesse cambiato gestione, soprattutto rispetto alla cordialità della visita precedente. La coppia a fianco a noi ha abbandonato il locale celermente dopo aver ricevuto un cocktail per il quale avevano dovuto contrattare a lungo. Noi abbiamo atteso a lungo le nostre birre -voglio dire, due birre, non un sex on the beach- e ce le siamo scolate quasi per intero nell'attesa del misero taglierino fornitoci infine a corredo. Boh. A rendere ancora più strana la visita, la saletta d'ingresso dove c'è la cassa era completamente occupata da un signore seduto a un tavolo che si mangiava una pizza d'asporto direttamente dal cartone e dava del tu a tutti come se facesse parte del personale o della proprietà, e un bambino, probabilmente figlio del suddetto pizzovoro, che giocava a calcio con un pallone da calcio in mezzo alle nostre gambe. Rimani così stranito che non ti arrabbi neanche.

Per riprenderci dallo shock e soprattutto per mangiare qualcosa, ci siamo infine accomodati all'Antico Pozzo, dove ci siamo placati con fugassin, ulteriori birrazze e branziburger. Come dicevamo, è fine maggio, e per tutta Europa è già estate. Finalborgo è invaso da teutonici mountainbikers affamati. Tutto ciò non tange i commercianti liguri, per i quali "non è ancora stagione" e quindi mollano una sola cameriera a gestire più di venti tavoli. Noi ce ne siamo andati alle dieci e mezza e i mountainbikers erano lungi dall'essere sazi. Non lascio mai mance, ma in questo caso ho fatto un'eccezione.

Last and least, il locale al quale va il premio per la maggior perdita economica causata da idiozia del personale. La Ciclosteria di Finale Ligure è un negozio di bici con annessa birreria/ristorante, eccellente idea per attirare clienti verso entrambi i business. Alla ricerca di una ebike, che come sappiamo costano migliaia di euro, entriamo nel negozio di bici e con un po' di fatica riusciamo a farci raccontare qualcosa dalla persona alla cassa, che si rivela comunque abbastanza affabile. Fondamentalmente, le bici disponibili sono queste qua, la marca e' questa, non c'è altro perché sai il covid i problemi alla supply chain globale, eccetera. Se lo dicono questi della "patria dell'outdoor" sarà vero. Si fa ora di cena e decidiamo quindi di provare il ristorante, dove, appena arrivati, cerco di ignorare quella che in realtà è la cosa che odio di più in qualsiasi locale: il cuoco/patron che accoglie con baci e abbracci gli habitué'/vip della situazione e se ne sta lì a fare rumorosa conversazione per venti minuti in mezzo all'angusta sala fottendosene del resto della clientela. Ci viene infine servito un hamburger crudo da 10 euro. Non è mia abitudine lamentarmi del cibo al ristorante - nel senso che credo di non averlo mai fatto in vita mia - ma qui siamo a rischio intossicazione alimentare, quindi faccio notare la cosa al cameriere, che mi risponde con un grugnito e un'alzata di spalle. Il ragazzotto alla cassa sfodera una poker face da manuale, non proferisce parola, intasca i nostri soldi insanguinati e ci guarda andarcene senza salutarci.

Plot twist è che mentre la "patria dell'outdoor" rimane senza bici da vendere ("ho queste due qua" è stata la risposta di altri due negozi che abbiamo visitato - "sto ordinando ora quelle per il 2024" ha detto un altro), appena tornati in Lombardia abbiamo trovato grandi giacenze di magazzino, ampia scelta e consegna immediata.

Per cercare di dimenticare, ci rifugiamo quindi Da Pilade poco distante dove invece il servizio è gentile, la carne è cotta, le focacce sono buone e le birre sono più buone.

L'angolo di... vino, Castellazzo Bormida


Capita a volte di essere fortunati. Quando in viaggio verso la riviera ligure google ti preannuncia code apocalittiche e ti vedi costretto a cercare ristoro nella wasteland alessandrina, può capitare di incappare in questo localino dal nome non originalissimo dove si serve un generoso apericena a 15 euro che comprende un buffet colmo degli antipasti di cui i piemontesi sono (erano?) maestri e un piatto di agnolotti.

Sorpresa, felicità, gratitudine e pancia piena rinfrancano il viaggiatore che puo' quindi affrontare il resto dell'epica traversata in pace col mondo intero, compresi i cantieri tra Ovada e Masone.

I giardini di Borghetto, Valeggio sul Mincio

Una segnalazione fuori zona solo per dire che se vi trovate ad avventurarvi all'ora di pranzo in quel buco nero inghiottituristi di Borghetto sul Mincio senza una prenotazione straconfermata, lasciate ogni speranza alle porte del borgo e dirigetevi senza esitazione a Valeggio, dove almeno qualche speranza di trovare un tavolo c'è. Se ancora più malauguratamente siete a Borghetto senza prenotazione e a piedi, tentate la carta dei Giardini di Borghetto, che troverete dopo alcuni minuti risalendo la strada verso Valeggio. Il locale sara' anch'esso affollato, ma non si mangia male e i prezzi tutto sommato sono onesti.

Roadhouse, Trezzano sul naviglio

Quando hai fame e sei in auto nell'orrida periferia milanese e invece di tentare la sorte in qualche locale basandoti su deliranti recensioni google decidi di minimizzare il rischio e ti dirigi al Roadhouse di Trezzano, sperando che ti garantisca almeno un parcheggio agevole.

In una sera infrasettimanale di aprile la clientela è sparuta e varia, e si minimizza anche il rischio di finire adiacenti alla classica tavolata di bambini e mamme urlanti. Con un po' di sforzo si trova anche qualcosa di appetibile nel menù (il rosti!) e con un po' di fortuna ad accudirvi ci sarà un cameriere intellettualmente normodotato.

Insomma, se uno va al Roadhouse sa cosa aspettarsi, non c'è molto da recensire.

Rossopomodoro, Milano

Quando hai fame ma non hai voglia di esplorare le migliaia di locali che ci sono in zona, e ti rifugi nel Rossopomodoro di Via Molino delle armi. In queste catene si va per non avere sorprese, e infatti non ne abbiamo avute: una buona pizza, prezzi tutto sommato decenti (nel senso di pizze sugli 11 euro) e, di martedì' sera, pochi clienti. Assortimento di dessert meridionali ipercalorici. Coperto a 2 euro.

sabato 2 aprile 2022

Liguria 2021

Solito tardo riassunto delle peregrinazioni nel Ponente ligure dell'inverno passato.


Cominciando con le pizze:

Abbiamo ormai eletto Il Basilico di Loano a miglior pizza della zona e destinazione sicura. Curiosamente, la filiale di Finale Ligure non ci ha convinti altrettanto.

Sempre a Loano, la pizza napoletana di Anema e Core si conferma buona, anche se il locale è penalizzato dalla location.

Buone pizze anche a Toirano al Toulà, poco fuori dal borgo medievale. Siamo invece rimasti meno che entusiasti dalla nostra seconda visita a Le Anfore di Albenga, e anche la margherita a 7,50 del Clapsy di Alassio (coperto a 2,50) è sempre meno attraente.


Tra i locali più informali:

Sempre invariato il The Ranch "burgers - steaks - tex mex" a Pietra Ligure alle porte di Loano.

Ad Albenga si beve buona birra e si sta bene alla Bottega del 44.

A Finalborgo, abbiamo provato Burgum Finarii (in piazza San Biagio, all'ingresso del borgo) e Sensu (all'interno), entrambi piccolini e calorosi, con una marcia in più da Sensu grazie ai cocktail e piatti originali. Mentre i primi due locali puntano sull'atmosfera "ruspante", la caffetteria Sbuccia è più tranquilla e punta a una clientela forse un po' più esigente.

A Borgio abbiamo finalmente provato Lo Stecco, che non avrà grandi pretese ma gode di una location invidiabile sulla spiaggia (a parte il parcheggio impossibile - meglio lasciare l'auto alla stazione e attraversare l'Aurelia a piedi) e offre buoni piatti e birre. Altro luogo da cartolina se l'è accaparrato La rosa dei venti in cima alla frazione Chiesa di Verezzi: pizze, piatti, cocktail e panorama imperdibile. Per arrivarci si cammina qualche minuto tra i caruggi, cosa che fortunatamente scoraggia le famigliole più molente ma che purtroppo costituisce una barriera insormontabile per i portatori d'handicap.

Si va sempre a colpo sicuro a pranzo al Buon Boccone a Loano, anche se è sempre più difficile accaparrarsi un tavolo.

Per quanto riguarda i locali più carini, abbiamo provato il bar Julivert a Pietra Ligure, dove si sta bene, anche se il servizio è ancora un po' approssimativo. La Latteria 2.0 a Borgio si conferma un posto carino per la colazione.


Passando a ristoranti e ristorantini degni di nota:

Sempre molto bene Sciuscià e sciurbì a Toirano, nel borgo medievale, un piccolo e accogliente bar con gli eccellenti piatti tris a pranzo nei tavoli in piazzetta.

A Finalborgo ci siamo trovati bene Da Gillo in piazza del tribunale, dove si mangia cucina tipica, si beve bene e il servizio è cordiale.

Siamo rimasti estremamente perplessi dalla visita al Cappero di Verezzi a causa del menù che ci è sembrato più caro degli stessi piatti presi singolarmente. Al di là di questo strano fenomeno, la cucina non ci è sembrata all'altezza dei prezzi e della location.

Meno che entusiasmante la visita a La Plancha alla marina di Loano.

Ha forse qualche pretesa di troppo il Panama di Alassio ("beach club, restaurant & sushi"), ma ci si sta bene, nonostante alcuni prezzi un po' troppo milanesi.

Si sta sempre bene nel piccolo Ceci e grano di Spotorno.

Un po' demodè l'atmosfera della Conchiglia di Arma di Taggia, dove, a scanso di equivoci, si fa comunque cucina e servizio di qualità. Prezzi alti e l'amaro in bocca lasciato dal fatto che a nessuno dei commensali è stato controllato il green pass.


Venendo infine alla "fascia alta":

Manca sempre, a mio modesto parere, un briciolo di cura in più alla Vigna di Alassio per essere un ristorante al top (il volume della musica? certi piatti? le famigliole con bambini?), ma la location rimane invidiabile e la cucina sempre apprezzabile.

Abbiamo finalmente trovato un tavolo libero Ai quattro canti a Finalborgo, ristorante piccolo piccolo dove si mangiano piatti semplici interpretati con qualità e un pizzico di fantasia. Effettivamente, vale la pena.

Si conferma sempre al top ed elegante La voglia matta a Voltri.

Novembre non è forse il periodo migliore per fare l'accoppiata di Castelbianco con Scola e Da Gin. Entrambi andranno riprovati con più calma e, più importante, con aspettative un po' meno stratosferiche di quelle generate dalla lettura delle guide gastronomiche. Qui si fa cucina di alto livello, ma in entrambi i casi m'è sembrato che si poteva fare di più..

La ratera, Milano

Via Ratti non è propriamente Milano "downtown", anzi con un po' di fantasia vi potrete sentire quasi in campagna. L'atmosfera è quella delle trattorie ma la cucina è fatta con cura e propone sia piatti tradizionali che qualche rivisitazione, senza esagerare con gli esotismi. Si beve bene grazie ai consigli del personale su birre e vini, e si spende tutto sommato il giusto.

Il personale è molto cordiale e ci ha fatti sentire a nostro agio. La sala (o per meglio dire "cortile interno") può risultare un po' affollata, e parcheggiare nelle vicinanze non è impresa facile. Però si sta proprio bene e i prezzi sono nella media, anzi appaiono quasi economici viste le esagerazioni che dobbiamo spesso sorbirci anche da cucine con meno qualità di quella della Ratera.

One vision, Cuggiono

Una piccola birreria nel centro del paese, non distante dal parcheggio dell'ufficio postale. Birre di produzione propria e non, con qualche piatto caldo e freddo (aperitivi con stuzzichini vari, pulled pork, a volte pinsa o altre proposte estemporanee), con un servizio amichevole e accogliente e prezzi onesti.

Il locale beneficerebbe di un tocco più personale e "caldo" nell'arredamento, che oggi è un po' asettico, anche a causa delle dimensioni ridotte del locale.

Comunque un'aggiunta benvenuta al povero panorama della zona.

domenica 9 gennaio 2022

Yun Quick, centro commerciale di Arese

Date le grandi dimensioni, il centro commerciale "Il Centro" (complimenti all'ufficio marketing per la fantasia) di Arese adotta il modello "food court" per raggruppare molti dei ristoranti presenti.

Il giorno prefestivo 5 gennaio viene rigorosamente santificato dalla consueta orda di famigliole che alle 19.30 prendono gia' d'assalto i locali piu' banali tra quelli presenti: code e grande affollamento da McDonald's e KFC, che non pretendevo certo che due anni di pandemia avessero cambiato le bovine abitudini alimentari dell'italiano medio, ma almeno il concetto di evitare gli assembramenti speravo avesse fatto un po' piu' presa. 

Ci siamo quindi rivolti al locale meno affollato - deserto, a dir la verita' - e che fornisse servizio al tavolo. Yun Quick e' il classico cinese quindi non ci sono sorprese ne' dal punto culinario ne' da quello del servizio, sollecito e cortese. Piatti sui 6-7 euro. Distanziamento carente, ma ce ne siamo andati prima che riempisse anche questo.