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sabato 23 dicembre 2017

Sherbet, Corbetta

Bella scoperta nel centro storico di Corbetta questa gelateria-bistrò che fa cucina di qualità. Ogni piatto in menù ha un tocco di originalità, dall'antipasto vegetariano fritto-ma-non-fritto, all'uovo CBT, ai dolci. Si mangiano zuppe golose, pesce spada, anatra, si bevono birre artigianali e c'è anche una piccola scelta di buoni vini. Un menù della giusta lunghezza (non più di una quindicina di piatti) è garanzia di attenzione alla qualità prima che ad attirare frotte di clienti a tutti i costi. Non che si faccia fatica a riempire la piccola sala del locale, che avrà non più di una ventina di coperti. I prezzi non popolari (i secondi sui 16 Euro) non sembrano purtroppo scoraggiare le famigliole con bambini. 
Come da attese, originali e graditissimi i gelati. Servizio cordiale. Parcheggio complicato, meglio lasciare l'auto in piazza e fare due passi.

Calavera, Milano

Non ci siamo ancora. Il centro commerciale CityLife ha aperto da poco ed è comprensibile che i locali dell'area ristorazione stiano ancora aggiustando il tiro. Il Calavera è un sedicente "fresh mex", luminoso e accogliente, che non indugia sul tema funebre ma anzi limita il "mood" messicano solo a una serie di simpatici poster di film vintage di luchadores.
Non ci hanno entusiasmati nè l'enorme burrito (in parte tiepido, in parte freddo, 10 Euro) nè i tacos, e non si capisce perché pagare 1 Euro di coperto quando il coperto non c'è.
Il servizio è giovane e sollecito e ci sarà tempo per aggiustare le cose.

domenica 10 dicembre 2017

Liguria 2017

Per la ricognizione culinaria di quest'anno abbiamo provato un po' di posti nuovi.  Iniziamo con le belle scoperte.

Il ristorante Nove ad Alassio quest'anno è finito su tutte le guide gastronomiche e un venerdì di metà novembre noi ce lo siamo gustati completamente indisturbati, unici clienti a pranzo.
Raggiungere Villa Della Pergola (il ristorante offre il parcheggio riservato) richiede qualche piccola acrobazia automobilistica, anche se, a partire dal grande pannello giù in piazza, le indicazioni stradali sono molto chiare. In ogni caso ne vale la pena, perché si raggiunge un'oasi di quiete con vista mare lontano dai caruggi dello shopping alassini.
Con 90 Euro a testa si può godere di un menù di sette portate, a partire dal "sasso" di carciofi, una più intrigante dell'altra e basate su ingredienti di stagione. Servizio stellare e location al top sotto tutti gli aspetti, sia all'interno che nel dehors che sarebbe stato sicuramente sfruttabile fino a pochi giorni prima. Si mangia, e si paga, da re.

Non gode della posizione del Nove La Spurcaciunn-a di Savona (anzi! quel tratto di lungomare è particolarmente deprimente), ma una volta attraversata la soglia del Mare Hotel ci si può ritagliare un angolo di esotismo grazie alle grandi vetrate sul giardino che vi separa dalla spiaggia.
Il servizio è professionale e cordiale, e la qualità del cibo fa passare in secondo piano qualche particolare un po' demodè dell'arredamento. Ci si può buttare sul pescato del giorno o concentrarsi -come faremo sicuramente di nuovo in futuro!- sul ciuppin, la zuppa di pesce da applausi e lacrime di commozione. Per chi vuole strafare e proseguire, anche il resto del menù è all'altezza, con proposte di dessert come le Sensazioni Di Gelato, che abbina tre gelati ad altrettanti superalcolici e garantisce la soddisfazione a fine pasto. Anche qui il parcheggio è riservato, e stando attenti ai vini ma sbizzarrendosi col resto si finisce sui 170 Euro in due. Viva il ciuppin!

Siamo finalmente riusciti a trovare aperto a novembre il Babette di Albenga, e ne è valsa la pena. Qui si fa "cucina innovativa ligure e mediterranea" praticamente sulla spiaggia, di fronte all'isola Gallinara. Anche qui, l'arrivo non è dei più promettenti, con quell'aria da walking dead di certe coste liguri d'inverno (si parcheggia per strada), ma una volta entrati si dimentica tutto e un pranzo sul dehors al tepore del sole autunnale è impareggiabile. I piatti sono "innovativi" senza esagerare e abbracciano tutta quanta la cucina ligure di mare, con -evviva!- porzioni abbondanti che non lasceranno scontento nessuno. Con 60 Euro a testa si mangia e si beve tanto e bene.

Una bella vista la offre anche il Rivamare di Borgio Verezzi, sulla Via Aurelia affacciato sulla spiaggia (anche se noi, non avendo prenotato, siamo finiti nella meno affollata saletta posteriore). Qui il servizio e la cucina si fanno più informali, senza nulla togliere alla qualità dei piatti, che oltre al menù offriranno anche proposte giornaliere. Antipasti sui 14 Euro, primi sui 16, e niente coperto. Torneremo sicuramente, lontano dai weekend e dalle feste comandate. Con un po' di preparazione, a ottobre ci si può sicuramente gustare anche un bel tramonto autunnale. Il Rivamare offre anche alcune camere.

Fuori zona, ci siamo fermati a pranzo da Lucio "a Casetta" a Imperia, anche qui unici avventori a pranzo a metà novembre. Non si può non prendere il cappon magro o lasciarsi guidare dalle proposte della pesca del giorno. La "casetta" è accogliente ed elegante, anche se dà l'impressione che i tavoli siano un po' troppo vicini per garantire tranquillità in caso di sala piena. Primi sui 24 Euro, secondi sui 28. Si posteggia facilmente e si possono fare due passi sul lungomare, anche se la zona è abbastanza fuori mano.

Tornando ai locali più "rustici", non abbiamo mancato di fare visita alle nostre pizze preferite, la alta e morbida di Oh! Mammamia di Pietra Ligure, la soffice della Betulla a Finale Ligure, quella napoletana di Anima e Core e quella ai carciofi di Santino, entrambi a Loano. Tra Loano e Pietra il nostro porto sicuro è il The Ranch e coi suoi hamburger. Ad Alassio si va abbastanza sul sicuro al Clapsy.
Nuova scoperta positiva in fatto di pizze, sulla spiaggia a Laigueglia la pizzeria Mentelocale, dove se ne possono provare molte originali, accompagnate da buona birra.

Dimenticabile, invece, la pizza di Lo Spuntino in Piazza Palestro a Loano.
Le pizze sono buone anche a Il Gusto a Pietra Ligure, che ha tappezzato la zona con la sua proposta di pizze senza glutine (che però fa pagare maggiorate). Il locale si trova al piano terra di un bel palazzo d'epoca, e a fianco c'è un piccolo parcheggio. Complici le pizze sugli 8-9 Euro e anche 2 Euro di coperto evitabilissimi, si finisce a spendere non poco.
Tipica location per le pizzate estive è la pizzeria La Grotta sul lungomare a Finale, ma a fine ottobre dice ben poco.

Abbiamo provato l'Osteria da Oride a Pietra, piccola trattoria frequentata apparentemente principalmente da habituè, piatti rustici, ammennicoli vari appesi un po' ovunque, servizio "casalingo" (casalingo di quelle mamme che ti fanno sparire il piatto da sotto il naso anche se non avevi ancora finito perché c'è da fare in fretta) ma tutto sommato cordiale. Si può trovare qualche piatto sfizioso, ma le porzioni non sono generose e i 70 Euro in due del conto finale suonano un po' esagerati.

Ultime due menzioni per il ristorante Da Sofia che abbiamo scelto a caso di passaggio a Ventimiglia, piccolo locale dove si servono fritti di mare, vongole e assortimenti di taglieri vari a una clientela altrettanto ruspante, e all'ineffabile Fuoco & Fiamme di Borgio Verezzi, dove in un tentativo di atmosfera medieval-cavalleresca ("i viziosi dolci del sovrano" è la pagina dei dessert sul menù) si servono pizze, hamburger e "cervogie" a una disparata clientela di famigliole, gruppetti di adolescenti e tavolate di amici. La musica medieval-elettronico-metal sparata a tutto volume, le sedie scompagnate e le spugnature "audaci" (per usare un eufemismo) su pareti e soffitto completano l'effetto straniante. Indefinibile.

martedì 26 settembre 2017

Rubacuori, Milano

Ammaliati da una recensione sulla guida, abbiamo provato il ristorante dell'hotel Chateau Monfort a Milano per concederci un pranzo domenicale di lusso. Come spesso accade quando le aspettative sono molto alte, si esce meno pimpanti di come si era entrati. Niente da dire, ovviamente, sugli ambienti e il servizio, tutto degno del 5 stelle che ospita il ristorante, ma la sensazione è quella di non essere capitati nel momento giusto: pochi clienti, personale ridotto all'osso e piatti purtroppo meno che indimenticabili. Oltre ai calici e gli arredi, del ristorante di lusso rimangono anche i prezzi, col "Pacchero" a 20 Euro, ma soprattutto (e purtroppo) col salmone affumicato ("affumicato da noi personalmente" secondo il cameriere, "del supermercato" secondo me) a 25 Euro.
In generale, comunque, per concedersi un po' di lusso questo è un indirizzo da tenere a mente - forse alla sera? o forse non al 3 settembre, quando a Milano è ancora agosto e quindi non si lavora ancora "sul serio"?.

sabato 23 settembre 2017

Da Mimmo, Sacconago, Busto Arsizio

Edit 2023: tutto confermato, grande affollamento nel fine settimana, si sta gomito a gomito col vicino, servizio caloroso ma al momento del conto chissà perché c'è uno col muso che non ci saluta nemmeno. Boh.

Pizzeria-ristorante ubernapoletana nella non ridente Sacconago, Da Mimmo è meta rinomata per la buona pizza, e a ragione, vista l'estrema difficoltà di trovare una pizza napoletana in zona. L'elenco delle pizze è chilometrico, e il menù include anche varie proposte di cucina e dei golosissimi dolci. Non un centimetro delle pareti e del soffitto del locale non è addobbato dalle consuete icone partenopee: Totò, Peppino, Pulcinella, Maradona, in ogni foggia e forma. Le due sale sono ampie, e il doppio forno è la misura necessaria a gestire le grandi affluenze del fine settimana, quando probabilmente le vie circostanti saranno invase dalle auto dei clienti, visto che di parcheggi non se n'è visti. Ticket accettati.
Sicuramente una delle poche pizze "doc" della zona. Consigliato nelle serate infrasettimanali.

giovedì 31 agosto 2017

La rotonda, Marcallo

E' un duro lavoro ma qualcuno deve pur farlo: censire le pizzerie più nascoste della zona, compresa Via delle comunità europee (!!) a Marcallo, dove al pian terreno di una palazzina c'è la pizzeria La Rotonda, per la felicità degli abitanti delle villette limitrofe che saranno ormai abituati alle auto dei clienti posteggiate sulla soglia.
La Rotonda offre un piccolo "dehors" (un gazebo sul vialetto d'ingresso della palazzina) , aggressivamente attrezzato di zampironi e armamentario antizanzare, oltre alla sala interna con apparentemente una dozzina di tavoli. Era un martedì sera ed eravamo gli unici clienti a dividerci le attenzioni del pizzaiolo con alcune pizze d'asporto in uscita, eppure il servizio non è stato dei più rapidi. Pazienza, perché intanto eravamo usciti per rilassarci un po'. Le pizze non ci hanno entusiasmato. La specialità della casa è il "Sole e Luna", un ibrido mezza pizza e mezzo calzone a fantasia del pizzaiolo, che da sola comunque non vale il ritorno. Ci sarebbe anche una pizza ripiena agli spinaci che però va prenotata e costa un bel po' quindi non si capisce bene a che tipo di cliente è rivolta.
Servizio molto gentile e cordiale.

domenica 20 agosto 2017

Il Portale, Verbania Pallanza

Ieri sera l'evento di street food (una volta si chiamavano sagre, boh) garantiva la completa pedonalizzazione del lungolago di Pallanza ma anche grandi difficoltà di parcheggio e la cacofonia generata dai vari stand internazionali che competevano a suon di salsa, revival, discodance e chi più ne ha più ne metta.
La cacofonia, fortunatamente a distanza di sicurezza, a tratti ha raggiunto apici esilaranti creando remix e mash-up involontari, e ha allietato la nostra serata nel dehors del Portale, dove, mentre la folla faceva il pieno di hamburger e churrasco, il personale al completo era al nostro servizio a riempir bicchieri, portare stuzzichini e cambiare posate senza soluzione di continuità, tipo Downton Abbey.
Al Portale non solo si possono ordinare piatti da re, ma vengono serviti pre-antipasti da applausi (i macaroon e i "baci di dama" salati) e una "piccola pasticceria" insieme al caffè che da sola vale come secondo dessert.
Abbiamo goduto dell'interpretazione della casa del vitello tonnato, degli gnocchi di patate viola, di un perfetto filetto di fassone e dei ravioli di camembert di bufala. Per chiudere, zabaione al ratafià e il "caffelatte", una specie di cugino del tiramisù.
Si finisce sui 100 Euro a testa, avendo fatto attenzione a districarsi nella lista dei vini per scansare i baroli da 500 Euro a bottiglia e gli champagne da 700.
Tutto perfetto dall'inizio alla fine (non siamo neanche entrati all'interno, però!) e applausi a scena aperta.

Il pomodorino, Milano

Si scorrono le foto delle recensioni per trovare una pizza napoletana (?), di quelle con la crosta alta e morbida, e destreggiandosi tra le chiusure ferragostane finiamo al Pomodorino, sul Naviglio Pavese a pochi metri dalla Darsena di Milano. Il personale del Pomodorino è napoletano DOC. Oltre all'idioma incomprensibile ai nordisti con cui conversa il personale, la napoletanità è certificata dall'effige di Maradona Esultante, tipica divinità partenopea che protegge questo esercizio commerciale, in luogo degli altrettanto consueti San Gennaro e Totò.
Comunque, la pizza è buona davvero, idem il calzone fritto, il "cuopp di zi' filippo" è un antipasto di fritture golosissimo, e anche il resto del menù è invitante. Il locale non è molto grande, e ci sono giusto un paio di tavolini di fortuna all'aperto. 
Bisogna sorbirsi 2 Euro di coperto ma d'altronde siamo a Milano e non siamo mica lì a guardare l'euro, anche perché comunque c'è da pagare il parcheggio se sei venuto in auto.

giovedì 3 agosto 2017

Santo Stefano 3, Ossona

La grande caccia estiva è aperta. Dobbiamo eleggere la nostra nuova pizzeria preferita. La Santo Stefano 3 a Ossona, sulla provinciale, purtroppo non ha molto di originale da offrirci: ok le pizze sono normali, il forno a legna, il locale è bello grande, il servizio è gentile, ma non c'è niente che obblighi al ritorno. L'infelice location costringe a parcheggi e attraversamenti spericolati. Dolci industriali, ticket accettati, bagni puliti. Menù con pesce, fritto misto, pasta alle vongole, bisteccone, insomma la consueta poliedrica rassegna dei "ristoranti generalisti" della provincia italiana.

sabato 29 luglio 2017

Ciccio Matto, Arluno

La pizzeria-ristorante, aperta da circa un anno, si trova al posto di quello che una volta era il ristorante "al casello di Arluno": ora il casello è stato spostato e Ciccio Matto rimane a fianco dell'autostrada, tra i capannoni e con un grande parcheggio davanti che quindi attira una clientela di camionisti coi loro TIR.
Si mangiano fritti misti, spaghetti allo scoglio, grigliate di carne, e ovviamente pizze. C'è una grande sala, con la TV che regna sovrana, e una più piccola. Non si può certo definire un posto elegante, ma è ordinato, pulito, e il servizio è sorridente e cordiale (hanno subito notato che l'aria condizionata era un po' alta e l'hanno abbassata). Le pizze sono buone, abbastanza nella norma. Buona anche la birra alla spina. Peccato per i 2 Euro di coperto, che per le pizze si potevano evitare; mentre chi ordinava dalla cucina riceveva una grande focaccia di antipasto. Nessun problema ad accettare i miei buoni pasto (purtroppo molti locali fanno storie, soprattutto la sera).
Un posto alla buona.

sabato 22 luglio 2017

La casa della pizza, Robecco

La miglior pizza della zona, non c'è gara. Purtroppo però stiamo parlando di un piccolo locale per l'asporto, dotato di un piccolo bancone dove eventualmente appollaiarsi per gustare la pizza, coi bordi alti e morbidi, dalla pasta apparentemente leggermente insipida che invece vi servirà ad apprezzare meglio gli altri ingredienti.
Fermarsi qui a mangiare significa adattarsi a piatti e posate di plastica, self service dal frigo delle bibite, via vai di clienti e fattorini per l'asporto, praticamente incessante dalle 19.30 in poi.
Di parcheggio vicino non ce n'è - anche se molti clienti interpretano a modo loro la pista ciclabile - e bisogna arrangiarsi nelle altre vie del paese.
Qualcuno si affretti a finanziare il proprietario e fargli aprire una pizzeria "vera", perché la qualità di questa pizza sbaraglia la concorrenza della zona a mani basse.

Bar Trattoria 395, Milano

Via delle forze armate 395, Baggio, Milano. A pochi metri dalla più famosa Trattoria Alla Grande, i lavoratori fanno la pausa pranzo al 395, dove si trova posto più facilmente perché ci sono 150 coperti, ci sono dei generosi menù fissi a 11 Euro e si mangia bene, senza troppe pretese.
Il servizio è rapido, per permettere di gestire l'incessante flusso di clienti. Il locale può essere un po' rumoroso, ma tutto sommato si sta bene. I piatti cambiano sempre e si nota lo sforzo di servire cibo di stagione e di qualità (vedere il sito e la pagina Facebook), cosa che certamente decreta il successo di questo locale rispetto a tanti altri pranzifici per milanesi imbruttiti.
Unica nota dolente è l'ovvia difficoltà nel trovare parcheggio nella povera Baggio già strangolata dalle auto: armatevi di Google Maps e fate due passi.

domenica 11 giugno 2017

Il glicine, Carpenzago

Uno ogni tanto incappa in una pizzeria che non aveva mai notato prima, ed è questo il caso del Glicine di Carpenzago, frazione di Robecco sul Naviglio. Purtroppo non si tratta di chissà che perla nascosta, ma di una pizzeria senza infamia nè lode che probabilmente andrebbe provata per la carne alla brace piuttosto che per pizze e calzoni come ho fatto io.
La sala è spaziosa e luminosa e se non sbaglio offre anche una specie di dehors sul retro; purtroppo, pur non essendo piena, è risultata molto rumorosa, complice anche l'immancabile radio accesa a "volume da pizzeria" (quello non alto a sufficienza da farti riconoscere la musica, ma fastidioso abbastanza da far alzare il tono di voce a tutti i commensali). Il mio calzone ripieno ci ha messo mezz'ora ad arrivare, probabilmente a causa del grande smercio di pizze da asporto.
Calzone, due birre, dolce e caffè fanno 23,50 Euro.

sabato 10 giugno 2017

Ristorante della commenda, Morimondo

[Edit 2023: chiuso]
[Edit 2021: purtroppo il ristorante ha cambiato gestione e approccio alla cucina]
 
Morimondo è un minuscolo borgo aggrappato alla sua abbazia e assediato da schiere di anonime villette. Da visitarsi rigorosamente solo fuori stagione o almeno evitando il fine settimana, è possibile godersi la vista della e dalla abbazia (sempre cercando di dimenticarsi le villette) e farsi un aperitivo nella piazzetta a pochi passi di distanza.
Poche vie più in là c'è il Ristorante della commenda, altra via di fuga dall'anonimia delle vie circostanti, col suo vialetto d'ingresso che vi porta al locale, ricavato da quelli che un tempo erano i portici di una casa di signori di campagna, forse ricovero per cavalli o magari piccole stalle.
In questo elegante ristorante ci si rilassa e si mangia da re, scegliendo alla carta o tra alcuni menù a degustazione. Qui il Sud Italia è salito al Nord ma senza il fare spaccone di certi menù fondamentalisti. Qui ci sono i gamberi, la burrata, la bottarga, ma anche il gorgonzola, il lardo e il risotto, tutto unito e rivisitato con grande naturalezza e risultati da 10 in pagella.
Su tutto, in una serie di dessert già superlativa ("Tiramisud"), svetta il Pane Burro E Zucchero: per chi come me faceva merenda con la fetta di pane, una generosa spalmata di burro e un'altrettanto generosa spolverata di zucchero, la tentazione è irresistibile. Questa rivisitazione è da applauso, da lacrime agli occhi, da ovazione, da... ordinare due dessert perchè il primo che avevi scelto non era il Pane Burro E Zucchero.
Entusiasmo alle stelle per il Pane Burro E Zucchero.

La tana del lupo, Gallarate

Per la precisione, "Crenna di Gallarate". La tana del lupo è un ristorante con qualche pretesa e un logo da cartoni animati che enigmaticamente fa a pugni con l'aspetto elegante dell'interno del locale, tutto tovaglie bianche e calici di cristallo. E' un peccato che anche l'esterno non sia proprio il massimo; però si parcheggia comodamente.
L'abbiamo visitato ormai quasi tre mesi fa quindi i ricordi sono un po' appannati, di buon cibo, proposte piemontesi, una scelta di risotti e un cameriere un po' invadente che chissà perché insisteva col pesce. Forse è la somma di queste "confusioni" (il logo strampalato, il menù un po' disparato, il sito web che ad oggi ancora non c'è, il servizio ancora da "registrare") a vederci come unici avventori di un sabato a pranzo, che non sarà proprio prime time ma il locale vuoto fa sempre un po' impressione.
Piatti ben presentati e alcune proposte di qualità che fanno capire che in cucina qualcuno che ne capisce c'è. Consiglierei ai gestori di lasciar perdere i maxischermi  e focalizzarsi su una proposta culinaria di carattere, visto che le qualità ci sono.
S'è mangiato bene e si va facilmente sui 70 Euro a testa.

Granoduro, Stresa

Si sa che più ci si avvicina al lago, maggiore è la probabilità di incappare in posti "turistici", cioè dove si mangia male, si paga tanto e si viene trattati male. La pizzeria Granoduro, invece, si trova a un centinaio di metri dalla stazione, è aperta fino a tardi e il servizio è molto cordiale.
Abbiamo appunto fatto una visita in tarda serata, posteggiando nei pressi della stazione. Bisogna scendere alcuni scalini dall'entrata per arrivare alle sale del locale, un po' anguste ma con tavoli tutto sommato ben distanziati. Ventidue Euro per le classiche due pizze e bibite.
Un indirizzo giusto per andare sul sicuro.

sabato 29 aprile 2017

Drogheria Milanese, Milano

Catene all'italiana: "i ristoranti del gruppo" sul sito drogheriemilanesi.it elenca i brand così milanesamente sbarazzini: Joe Cipolla, Zio Pesce, eccetera.
In via Conca del Naviglio (uno di quei posti ubermilanesi dove ad esempio in mezzo ai palazzi c'è un inaccessibile anfiteatro romano) si trova una delle due Drogherie Milanesi, che abbiamo visitato ieri sera, venerdì. "Catene all'italiana" non è un dispregiativo, anzi sta a significare che si può fare ristorazione "in serie" proponendo roba buona, originale e in ambienti simpatici e curati. Questa "drogheria" è un locale luminoso e accogliente (anche se quando si riempie ci si ritrova tutti quanti un po' troppo gomito a gomito), con personale giovane e simpatico. Il menù delle bevande propone una lista di champagne e giusto qualche cocktail (onde evitare anche il solo sospetto di voler far concorrenza agli aperitivi di fronte): il daiquiri c'è parso proprio buono. Il menù del cibo è lungo una sola pagina ma risulta ugualmente chilometrico, e astutamente definisce i piatti "mezze porzioni" in modo da invogliare il cliente a ordini multipli. Tra le molte proposte curiose e appetitose (moscardini, baccalà mantecato, arancini "scomposti", salsiccia di Norcia, "minicotoletta", eccetera) abbiamo preso la pizza al tegamino (buona), i calamari "spillo" e la carbonara, per concludere con cassatina e cheesecake, tutto ben preparato e in generale a buon prezzo. Fanno lievitare il conto principalmente i tonnarelli alla carbonara (12,80), per finire a 70 Euro in due inclusi appunto i daiquiri e 2,40 Euro di coperto a persona.
Reduci da un recente viaggio in USA, si commentava che un posto del genere, aperto ad esempio a New York, potrebbe tranquillamente triplicare i prezzi (o più) e fare soldi a palate: il cibo è buono e non banale, l'arredamento del locale è curato e accogliente e se si guarda dietro il menù c'è anche una lunga lista di prodotti da acquistare e portarsi a casa.
Il servizio è stato sollecito, anche se siamo arrivati alle 19.30 a locale praticamente vuoto e ce ne siamo andati dopo poco più di un'ora mentre si stava riempiendo.
Parcheggio in zona ovviamente "sfidante", e occhio all'Area C.

domenica 26 febbraio 2017

Ristorante Nonna Carlotta, Casorezzo

[Edit 2019: il locale sembra ora trasformato in una birreria/hamburgeria, non conosciamo ancora la sorte dei precedenti gestori]
 
Il Nonna Carlotta è uno dei pochi posti che risolleva un'area altrimenti gastronomicamente disastrata. Abbiamo visitato questo ristorante un sabato sera di fine gennaio, solitari avventori mentre evidentemente le masse su abbuffavano ai wok all you can eat sushi o in qualche pizzeria alla moda. Nonostante la serata morta il personale è stato professionale e a pieno servizio, con tanto di qualche consiglio sul vino. Naturalmente c'è qualche peccato di gioventù, come ad esempio un menù un po' eterogeneo, ma la professionalità delle proposte è evidente, e si mangia e beve bene senza svenarsi. Speriamo che lo chef tenga duro e continui a servire perle ai porci fino a quando riuscirà a trovare una location che valorizzi questo promettente ristorante.

Pizze a Novara

Apparentemente la pizzeria Caruso di Trecate ha una reputazione molto buona, tanto da apparire persino sulla mia Guida preferita. Le pizze sono in effetti buone, un po' più piccole del normale, e navigano sugli 8-9 Euro. Merita, ad esempio, quella al salam d'la duja. Il locale non è nulla di speciale, e il servizio è gentile. Si posteggia in piazza e si fanno due passi con piacere nel centro di Trecate.
Sul non ameno corso della Vittoria a Novara c'è invece la Costa Azzurra, dove gli avventori che la sanno più lunga di noi si sparano piattoni di vongole e cozze mentre noi consumiamo le nostre dimenticabili pizze nell'anonima sala sotto la protezione di Bonolis che impazza in TV.

Liguria 2016

Come al solito bisogna arrivare alla primavera per tirare le gastronomiche somme della consueta visita ligure autunnale. Lo spunto lo dà la gita di ieri e il pranzo all'Osteria del Buon Gusto sul lungomare di Finale, una nuova apertura che però non ci ha soddisfatti granché: baccalà mantecato, insalata di polpo e fritto misto di pesce tutti purtroppo non riusciti alla perfezione. Abbiamo mangiato all'esterno (1,5 Euro di coperto, purtroppo!) mentre l'interno del locale purtroppo condivide con le pizzerie vicine una pessima aerazione.
Tornando allo scorso ottobre-novembre, abbiamo fatto la conoscenza del ristorante Aqua, all'estremità sud di Varigotti, dove nonostante la serata morta (il locale, sul mare, merita la visita a pranzo) si è mangiato benone, mescolando Liguria e sud Italia. Si finisce facilmente sui 100 Euro in due.
A Finale, su Via Roma abbiamo provato l'Ambicò, positiva sorpresa per un locale che da fuori sembra non promettere molto ma che offre una buona cucina tipica, preparata e presentata con stile. Sicuramente da tenere d'occhio. Speriamo che i proprietari tolgano la fastidiosa TV appesa al soffitto: non sono mica venuto per guardarmi il telegiornale! Piatti sui 14-18 Euro.
A Finalborgo come al solito si mangia da re Ai Torchi, dove non si paga il coperto ma la cucina e quindi si finisce abbondantemente sopra i 100 Euro in due. Per metà della spesa si mangia cucina tipica nella location più ruspante della trattoria Invexendu, in piazza del Tribunale: cappon magro, zuppa di ceci, vino della casa e vai così, in compagnia di climber più o meno scapestrati. Promosso. [edit: ora il locale si chiama Da Gillo]
A Pietra, abbiamo provato la dimenticabile pizzeria Roxi, che non riesce assolutamente a scalzare dal nostro personalissimo trono la pizza al tagliere del Mamma Mia, nostra meta ricorrente.
In frazione Ranzi, la trattoria pizzeria da Piero offre una sala spartana ma panoramica affacciata sul mare di Loano e un forno a legna da cui escono pizze e farinate. C'è anche una cucina grazie alla quale si mangiano primi e secondi alla buona. Una viuzza (siamo dietro la Chiesa) separa la sala con vista dal resto del locale, che è qualcosa a metà tra un bar e la sala da pranzo dei proprietari. Una location sicuramente da valorizzare di più, ma che evidentemente campa più che decentemente grazie agli habitué della pizza da asporto e non.
Giù a Loano si confermano sempre affidabili nelle rispettive categorie il tex-mex del The Ranch sull'Aurelia e la gastronomia-diventata-trattoria Il Buon Boccone sul lungomare, dove si mangia genuino e il servizio è sempre sorridente. Alla ricerca di una buona pizza, l'abbiamo trovata all'Anema e Core, che purtroppo si trova nella non ridente piazza Assereto. Anche la piccola sala non invoglia molto il visitatore occasionale, ma la pizza napoletana è buona e "certificata" dalle innumerevoli icone di Totò e Peppino alle pareti.
Sul lungomare di Alassio si mangia la focaccia stile Recco e buone pizze al Clapsy e Clapsy Jeans, dove le dimensioni del locale garantiscono buone possibilità di trovar posto. La differenza tra i due locali è che uno fa il giropizza e l'altro no, se ben ricordo. Sono uno a fianco all'altro. Ci sono varie pizze originali e si mangia senza farsi rapinare, che ad Alassio è già un risultato.
In Calata Cuneo a Oneglia di Imperia ci siamo trovati bene al Pane e Vino, uno dei numerosi ristoranti affacciati sul porto. Ci siamo poi concessi un altro po' di lusso al ristorante Sarri di Porto Maurizio, dove purtroppo la sala diventa un po' più affollata di quanto ci piacerebbe, ma si fa gran cucina e si esce soddisfatti nonostante i piatti navighino verso i 20 Euro.

sabato 28 gennaio 2017

Cibus, Legnano

Edit 2021: sembrerebbe definitivamente chiuso.
 
Situato nell'edificio del vecchio carcere, del quale si scorgono ancora alcune porte e una cella, trasformata in saletta "privé", questa "cucina con pizzeria" è un locale spazioso, luminoso, coi tavoli ben separati, che offre una pizza molto buona, dai bordi alti e soffici e proposta in una gran varietà di scelte originali.
Per ogni pizza è consigliato l'abbinamento con una birra, evitando così l'imbarazzo della scelta di chi, come me, si trova un po' spaesato di fronte alle liste di birre, tutte rigorosamente "artigianali". Abbiamo provato la margherita in teglia (10 Euro), la pan di stelle (servita, appunto, a forma di stella, 11 Euro) e altre due, amalfitana e stagionale, entrambe molto buone (12 Euro).
Si sono fatti apprezzare anche i dolci (zuppa inglese, cheese cake, e monte bianco, con meringhe), tutti intorno ai 6 Euro.
Il menù offre anche alcune proposte di taglieri, carne, pesce che per ora non abbiamo approfondito ma sembrano appetitose.. Il servizio è stato gentile e sollecito, per un venerdì sera non particolarmente affollato in cui avremmo probabilmente trovato posto anche senza prenotare.
Il locale ha due parcheggi; essendo arrivati abbastanza presto abbiamo potuto usare il primo, più vicino, che però diventa un po' angusto quando si riempie.
Decisamente una destinazione da tenere a mente per una buona pizza.
Coperto a 2,50 Euro.