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martedì 25 dicembre 2012

Annuale reportage dalla Liguria

La nostra trasferta in quel di Loano quest'anno è stata particolarmente ricca dal punto di vista culinario, nel senso che abbiamo decisamente esagerato coi pasti fuori casa, dalla colazione alla cena. Ho qua da due mesi un mazzetto di bigliettini, ricevute e appunti vari.
Per cominciare, una menzione speciale all'albergo Casa Marina che ci ha ospitati, che vista la clientela composta principalmente da pensionati non è certo un covo di gourmet ma dove si può acquistare dal gentilissimo signor Francesco una bottiglia di olio di oliva Arnasca. Segnalazione anche per il bed and breakfast Svegliarsi a Verezzi, altra gestione del "clan" Casa Marina, alle porte del bellissimo borgo di Verezzi, con una splendida vista sul golfo. A Loano il nostro indirizzo preferito per la colazione è il bar Old Fashion sul lungomare, col suo servizio gentile e cordiale e le brioche farcite al momento.



Iniziamo la carrellata tornando per un attimo a Verezzi, sbrigando 
velocemente la pessima non-visita al "luogo di incontro e di ristoro" Torre Antica, ristorantino situato nella panoramica piazzetta, dove abbiamo cercato di accomodarci per pranzo alla tarda ora delle 15 circa del 2 Novembre, quindi non propriamente al clou della stagione: l'unico cameriere, visibilmente in "panic mode" alle prese coi tavoli da sparecchiare, ci ha accolti con uno scorbutico "oh vi avviso che c'è minimo da aspettare tre quarti d'ora" che ci ha fatti scappare a gambe levate verso L'Antica Società Concordia alle porte del borgo, dove vista l'ora non ci hanno accolti col massimo dell'entusiasmo ma almeno ci hanno sfamati con un buon tagliere di formaggi e salumi e i golosi dolcetti al chinotto. Il posto ha il sapore del "circolino" di paese, un'ampia sala interna e un paio di tavolini sul dehors. Sempre a Verezzi abbiamo provato il ristorante Il Cappero, che offre sia una rustica saletta interna che un giardino panoramico che un bar sul terrazzo per farsi l'aperitivo più figo della zona. La vista è fantastica, il servizio gentile e la messa in tavola professionale, il cibo (trenette al pesto, frittura mista, ecc.) buono ma non all'altezza di un ristorante "di lusso" come a mio parere la location pretenderebbe.

"Giù" a Borgio c'è invece l'imbattibile, lussuoso, di gran classe, Doc dove abbiamo gustato il pescato del giorno e, unici clienti della serata, siamo stati trattati da re dallo chef che ci ha intrattenuti fino a oltre mezzanotte con disquisizioni dotte su tutta una carriera intorno al mondo. Il ristorante, col suo elegante giardino, ritaglia un angolo di classe su un incrocio stradale non particolarmente attraente di Borgio, e a quanto ci diceva il proprietario, ha intenzione di espandere il verde anche al terreno attiguo. Hurrà!
Ma torniamo a Loano, dove abbiamo ampliato lo spettro delle ricognizioni. Abbiamo dato una seconda chance alla Pizzeria Bagni Sirena, confermando purtroppo l'impressione dell'anno scorso.  Abbiamo continuato con le visite -sempre soddisfacenti- alla gastronomia Il Buon Boccone sul lungomare, che ora si è dotata di un gazebo col quale proteggere i tavolini nei giorni ventosi. Il servizio è sempre casalingo, e le porzioni sono gustose e abbondanti.
Abbiamo provato il ristorante pizzeria Da Carletto, anch'esso sul lungomare (Corso Roma) ma in posizione leggermente meno felice. Senza infamia e senza lode. In uno dei caruggi si trova la pizzeria Il Portichetto, che è consigliabile se c'è la possibilità di cenare sui tavolini all'aperto, mentre all'interno è un po' troppo angusta. 

Scegliendo il piatto giusto, il ristorante La Piazzetta (in Piazza Vittorio Veneto, appunto) offre un menù di mare a prezzi onesti in un angolo tranquillo del paese (beh, perlomeno in Ottobre). 
L'uva e mezza è un "caffè-lunch-aperitivi-enoteca" che vista la posizione all'inizio del lungomare e l'arredamento elegante potrebbe ambire a offrire, a pranzo, qualcosa di più delle pur gustose piadine e insalatone. Gli ingredienti si sente che sono di buona qualità, il locale è minuscolo ma ci sono alcuni tavolini all'esterno. 
Abbiamo anche provato un paio di volte la pizzeria Da Rino (a fianco del bar Vittorino dove a quanto pare i fighi vanno a fare l'aperitivo al suono di musica tamarra) dove abbiamo gustato una buona pizza senza chiarire completamente il mistero del rapporto tra il locale e quello a fianco (La Buona Luna), col quale condivide il menù e forse parte della cucina, visto il viavai dei camerieri.
Nella ricerca di una buona pizza nelle vicinanze abbiamo trovato la pizzeria "g" (aka "Mamma Mia") a Pietra Ligure in Piazza Martiri della Libertà (sulla sinistra alla fine del caruggio proveniendo da Loano). La pizza, alta e morbida, è servita sui taglieri di legno "al taglio". Il locale è arredato alla buona, ci sono diversi tavoli all'aperto e un'ampia sala interna. 
In quel di Finale Ligure siamo capitati nel "restaurantcafè" aka "ristor bar" Ondina, situato direttamente sulla spiaggia, con una bella terrazza vista mare e un arredamento di qualche pretesa che lo distingue dai baretti e pizzerie nei dintorni. Peccato però trovarsi nel regno del pesce e degli oliveti e doversi mangiare l'insalatona con le acciughe del supermercato e le olive Saclà. I prezzi sono anche altini. In compenso, la cameriera ha due grosse doti che vi rimarranno sicuramente impresse.
Per quanto riguarda i ristoranti di fascia più alta (a parte, ovviamente, il Doc menzionato sopra e locale top di questo giro), abbiamo fatto alcune prove in giro seguendo la nostra guida e qualche consiglio online.
Il ristorante La Vigna di Alassio si trova in frazione Solva, sulle colline affacciato verso sud e promette una vista panoramica che però vi potrete gustare solo di giorno (ovviamente) e se sarete seduti sui tavoli accanto alla vetrata. Sarà che avevo delle aspettative un po' troppo alte, ma complice un menù un po' inaspettato (tartufo?), il tavolo non dei migliori e una sala un po' troppo affollata, la serata non è stata memorabile. Il locale è comunque ben arredato e il servizio professionale. Il parcheggio non è dei più agevoli.
Siamo tornati a Toirano (dove ovviamente è necessario lasciare l'auto alle porte del borgo) per Il Cappello di Guguzza che ci aveva entusiasmato l'anno scorso per scoprire che la gestione è infine cambiata, i vecchi proprietari si sono trasferiti in Moldova, e parte dello staff ha "silenziosamente" rilevato il locale, mantenendo gran parte del menù oltre al nome. Ovviamente non è facile prendere il posto di una gestione come quella precedente, che aveva imposto un marchio così personale al locale: che fare? ricominciare da zero o cercare di sfruttare la buona nomea per attirare i clienti a provare la novità? Come detto, il menù rimane in gran parte ispirato a quello precedente, anche se personalmente, beh, non saprei come dire, non è più la stessa cosa. Buona fortuna al nuovo Cappello di Guguzza!
Sempre a Toirano abbiamo provato quest'anno Al Ravanello Incoronato, ristorante nascosto in un vicolo del borgo medievale. Buona cucina, di mare, di carne e di verdure, senza stranezze o reinterpretazioni fuori luogo, piccole salette, bella messa in tavola e servizio professionale. Prezzi tutto sommato onesti vista la qualità del cibo.

Lascio il posto d'onore al termine della carrellata al fantomatico, famigerato, "nonpizzeria", ineffabile Zia Ines di Loano. L'anno scorso ci era sfuggito: letta la recensione sulla guida, l'avevamo visto aperto, il non-menù anti-frittomisto esposto sulla porta ci aveva incuriositi e poi... chiuso. Chiuso e sempre chiuso. Senza grandi indicazioni sulla possibile riapertura. Quest'anno ritorniamo all'attacco, il menù appeso al muro indica ancora lo speranzoso "se vi scappa di prenotare chiamate..." e poi una lista di numeri di telefono man mano cancellati e sostituiti dal più recente. Sulla porta, un minaccioso "a volte ritornano...". E il locale è sempre chiuso. Finché, verso fine mese, riapre veramente e decidiamo, viste le premesse, di non fidarci dei cellulari e prenotare di persona. Facciamo così la conoscenza del vulcanico chef, che ci racconta che aveva deciso di prendersi qualche giorno di ferie per andare a funghi, giorni che sono diventati due settimane, poi quattro, poi un mese e mezzo, finché ha infine deciso di riaprire. Beato lui. La cena da Zia Ines va fatta completamente sulla fiducia, visto che non c'è menù e si mangia quello che ha deciso la casa e il pescato del giorno (ovviamente si può provare a informarsi al momento della prenotazione). Visto che il locale offre non più di otto-dieci tavoli, il sold-out è garantito e la clientela, composta in parte da aficionados e in parte da "esordienti" come noi, sarà intrattenuta dal proprietario che presenterà i piatti, dirigerà il servizio in sala inscenando qualche scaramuccia col personale in cucina (senza strafare, per carità, grazie al cielo non siamo in uno di quei posti dove il padrone fa il pagliaccio tutto il tempo), e distribuirà le bevande. Oltre al cibo, fresco, leggero e dagli accostamenti non scontati, la serata sarà ravvivata dall'osservazione dai clienti alle prese con l'inusuale padrone di casa, incerti se stare semplicemente al gioco o dargli ulteriore corda; particolarmente gustoso è il personaggio della "sciura appena scesa dallo yacht" convinta che il suo bello l'avrebbe portata in un ristorante di lusso e che passerà tutta la sera con l'espressione di quella che dice "uh ma che carino questo posto e questo signore così folcloristico" ma in realtà è schifata fino al midollo e pensa a quanto sarebbe stato meglio essere andati a Montecarlo come aveva proposto lei.  Unico appunto alla serata è il prezzo non proprio popolare: 50 Euro a testa vino escluso senza poter scegliere cosa mangiare (e nemmeno, più di tanto, cosa bere) è un po' caruccio. Nel nostro caso, dal punto di vista culinario e, come dire, "umano", la serata ci ha soddisfatto e quindi non posso che consigliarvi, sempre che lo troviate aperto, di visitare almeno una volta Zia Ines.

Edit 2015: Zia Ines ha chiuso.

domenica 16 dicembre 2012

Wallaby, Magenta

Sono tornato al Wallaby una sera di fine luglio 2022 e l'impressione non è stata delle migliori. Abbiamo mangiato nel cortiletto sul retro, che purtroppo non ha nulla di accogliente. Sarà che i gusti del giorno d'oggi esigono aromi fruttati dappertutto, ma non è stato semplice trovare una birra che sapesse di birra e non di Fanta. Gli hamburger sono stati deludenti (ci ha fatto sorridere quello da 250g: uno si aspetta un bell'hamburger alto e succoso, e invece si trova due hamburger sottili uno sopra l'altro). 83 euro in tre (quattro birre, tre panini e una coca) lascia un po' l'amaro in bocca.

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Il pub Wallaby si trova a poca distanza dall'ospedale di Magenta. Offre qualche posto auto di fronte all'ingresso ma in caso di affollamento non dovrebbe essere difficile trovare parcheggio nei paraggi, magari facendo due passi per usufruire dei posti davanti all'ospedale, per non disturbare i malcapitati abitanti delle vie adiacenti. Avendo visitato il locale per la prima volta in una serata d'inverno, non ne sarei sicurissimo ma mi pare che ci sia anche un dehors.
Il Wallaby si propone come "pub australiano" con tanto di bandiera sull'insegna ma francamente devo confessare di non aver respirato una gran aria "down under", nonostante i murales e gli addobbi a tema. Detto ciò, si tratta comunque di un buon pub con una buona offerta di birre, un hamburgerone come si deve e il classico repertorio da panini da birreria, sì, quelli col "brié" che la fa da padrone. Non so se mi sono sfuggite, ma a parte i nomi dei panini, non ho visto molte proposte culinarie "australiane". Sul bancone c'erano un po' di stuzzichini a mo' di aperitivo.
C'era la TV che trasmetteva silenziosamente calcio e la radio con gli U2. Ovviamente il locale era semivuoto quindi il servizio è stato sollecito e gentile. Ci sono tre salette non molto ampie e se il locale è pieno sono certo che si tramuti in una bolgia, visto che i tavoli sono abbastanza ravvicinati, ma insomma mi sembra chiaro che non si va al pub per farsi una cenetta a lume di candela. Naturalmente va a gusti e ci sarà chi preferisce i grossi ristoranti-birrerie-pub-pizzeria-irlandese-texmex-equantaghnè che vanno di moda oggi, ma questi sicuramente non trasmettono quel calore umano che invece hanno i piccoli pub come il Wallaby, dove quando entri vieni attentamente esaminato da un paio di habitué che chiacchierano col barista appoggiati al bancone con la loro birra in mano.

PS: mi stavo per dimenticare un piccolo dettaglio un po' antipatico: svuotando il portafoglio, il giorno dopo, mi sono accorto che lo scontrino era da 10 Euro invece di 30.

domenica 2 dicembre 2012

Altre due cosette a Milano

Nella nostra interminabile ricerca di un buon piatto di nachos andiamo a finire relativamente spesso al Dixieland di Piazzale Aquileia o a quello di Corso Sempione, dove i nachos non saranno eccezionali, ma almeno ci sono. Andando solitamente nei locali suddetti nei giorni infrasettimanali o ad orari inconsueti per i ritmi milanesi (tipo essere rimbalzati all'ingresso alle 19 perché il locale apre alle 19.30), possiamo solitamente goderne gli ampi spazi senza alcun disturbo. La cucina è "tex-mex", e qualunque cosa possa voler significare tale dicitura il menù cerca di spiegarvelo con dovizia di particolari. Onion rings, hamburger, piatti di carne, birrazze, insomma tutto il solito repertorio. A confondere le acque del tema "tex-mex" ci pensano l'arredamento, con un'accozzaglia di quadri e foto il cui unico filo conduttore sembra essere quello di rappresentare qualcosa di vagamente attinente agli USA, e la musica di sottofondo: uno sogna di essere a El Paso a gustarsi i suoi nachos mentre una banda di mariachi suona Cielito Lindo, e invece si becca una compilation di soft rock USA anni '80 o peggio ancora qualche tamarrata moderna. Il servizio in Piazzale Aquileia è gelido ai limiti del musone, quello in Corso Sempione sembra un po' meglio. Due euro il coperto, maxi hamburger dai 12 Euro in su. Parcheggio non facile. Non c'entra nulla, ma l'ultima volta che ci siamo stati è partita la stessa canzone di questa scena e sono anche entrati una serie di tipi loschi. "Onion rings". "Best of the state, as far as I'm concerned".
L'altra segnalazione è per Globe, il "restaurant & lounge bar" sopra la Coin di Piazza Cinque Giornate. Nonostante l'atmosfera e i prezzi siano simili a quella del ristorante della Rinascente (anch'esso panoramico, sopra il centro commerciale), qui c'è più sostanza e qualità, con le pagnottelle che abbiamo provato noi (in pratica, degli hamburger fatti con ingredienti buoni e accostamenti originali), i primi invitanti che abbiamo visto passare, e i dessert originali e serviti elegantemente come la mia insalata di arance. Il posto è comprensibilmente molto affollato in pausa pranzo, visti anche i prezzi relativamente economici rispetto alla qualità del cibo e al resto del panorama milanese. Pagnottelle a 9,70 Euro, dessert a 6-7 Euro, niente coperto, servizio più che professionale. Per chi si avventura in zona in auto, il parcheggio della Coin è appena dentro alla Zona C. Al piano -1 della Coin c'è anche Eataly Eat's e il suo bar/ristorantino, purtroppo assolutamente sacrificato in uno spazio angusto; nel negozio ovviamente c'è da lasciarci un capitale.

Cascina Madonnina, Pregnana Milanese

Invogliati da una entusiastica recensione di Raspelli sulla Stampa tempo fa, abbiamo finalmente visitato la Cascina Madonnina, regno dei piatti a base d'oca, situata nei non ridenti dintorni di Pregnana. Se una sera d'inverno non è il massimo per godere della zona (la nebbiosa campagna lombarda purtroppo assediata da autostrade e strade statali ), sicuramente questo è il periodo adatto per gustarsi il menù fisso che viene proposto: tagliere di antipasti (salame, speck d'oca e paté), una gustosa polenta e funghi per accompagnare la carne (filetto? ricordo bene?) d'oca servita sulla pietra rovente per decidere la cottura desiderata, una buona torta fatta in casa e la consueta coda di amari e caffè. Il sito, oltre a presentarci il menù (che peraltro non sono sicurissimo corrispondesse a quanto servitoci, ma potrei sbagliarmi), ci informa che Cascina Madonnina offre anche camere per il pernottamento, un hammam e una grotta di sale per gli amanti del genere.
Il ristorante è accogliente, anche rischia di diventare un po' rumoroso in caso di tavolate; i coperti nella sala dove abbiamo mangiato per fortuna non sono molti: probabilmente c'è dell'altro visto che il locale si offre per matrimoni e ricevimenti. Il parcheggio è assicurato nel cortile antistante; non fatevi scoraggiare dell'odore non proprio paradisiaco delle povere oche che pascolano (pascolano?) a fianco del ristorante: si sente solo all'esterno se l'aria tira nella direzione sbagliata, e comunque serve a illudersi di essere ancora in campagna e non alle porte della città e del suo smog.
Unico lato negativo è stato l'odore di cucina che ci siamo portati a casa attaccato a tutti i vestiti, probabilmente dovuto alla posizione del nostro tavolo, proprio davanti alla porta di uscita delle portate.
Ventinove euro il conto, con l'amaro gentilmente offerto. Solerte e simpatico il servizio.
Non saremo entusiasti come Raspelli, ma la cucina è genuina e se vi piace l'oca o volete provare una "full immersion" nei piatti a base della sua carne, la Cascina Madonnina è sicuramente consigliata.

domenica 18 novembre 2012

Due cose a Milano veloci

Giusto due cose veloci veloci, che ho esplorato insieme a colleghi.
La prima è El Barbapedana in zona Porta Genova, una trattoria-ristorante dall'atmosfera d'altri tempi, trovata grazie alla segnalazione sulla guida di Massobrio, quindi garanzia di qualità. Il locale è più o meno tutto raffigurato nella foto che si vede sull'homepage del sito, con una manciata di tavoli a cui accomodarsi stretti stretti e gustarsi qualche buon piatto della cucina tradizionale preparato come si deve, acquistare il libretto con la storia del Barbapedana esposto negli scaffali del perlinato o qualcuna delle marmellate e salse in bella mostra a fianco del registratore di cassa. Quasi più del cibo, molto buono, il clou della serata è stato l'osservare la clientela variegata, dalla tavolata italo-cinese intenta in non so quale contrattazione (o almeno io così me li sono immaginati) all'ometto coi baffetti in impermeabile e quotidiano sotto il braccio che si è presentato alle 22.30 e dopo aver ispezionato per alcuni istanti il locale ha chiesto sottovoce alla cameriera se poteva accomodarsi e quindi s'è gustato una tranquilla cena con lettura del Corriere. Il parcheggio in zona è ovviamente proibitivo, quindi il consiglio è quello di sganciare qualche euro extra e andare al posteggio a fianco della stazione; da lì sono cinque minuti a piedi. Dimenticavo: prezzi accessibili e rapporto qualità-prezzo molto alto: consigliato!
Di segno completamente opposto è stata la visita a pranzo alla trattoria-pizzeria Zione a Milano Fiori, che tutti indicano come "Assago" ma che in realtà è in comune di Rozzano. Il locale si trova in Strada 6, Palazzo P1, che poi vorrebbe dire che arrivando da Rozzano è sulla destra subito dopo la rotonda. Lo Zione è aperto anche la sera ("fino a tarda ora" dice il bigliettino) e fa anche pizze da asporto. Le pizze non sono male e il forno è a legna, ma come prevedibile, a causa della carenza di locali per soddisfare le migliaia di impiegati della zona, a pranzo il locale si trasforma in una bolgia dantesca dove si fatica a conquistare un posto a sedere, il servizio è in difficoltà e si passa il pasto a dare schienate a quello seduto nel tavolo a fianco. E' possibile che alla sera la situazione si normalizzi e sia persino possibile trovare un posto dove lasciare l'auto, altra impresa impossibile a pranzo. In due parole, il solito incubo di tutti i locali di Milano Fiori (che peraltro di fiori proprio non ce n'è).

Edit: lo "Zione" è ora (2014) diventato "I Capatosta", ma la sostanza non mi sembra cambiata di molto, almeno in pausa pranzo.

domenica 14 ottobre 2012

Una pizza in compagnia, una pizza da solo

Ho qui da un po' tre veloci segnalazioni "pizzaiole", nel senso che non c'è molto da dire riguardo a questi locali se non che offrono una buona pizza e non li abbiamo mai sfruttati per altre cose.
Da Marita, Abbiategrasso
Dubito che nel fine settimana riuscirete a trovare parcheggio vicino a questa pizzeria in Via Magenta ad Abbiategrasso, e direi che anche le dimensioni del locale consigliano una visita infrasettimanale. Come pare debba fare ogni pizzeria "napoletana" che si rispetti, le pareti sono tappezzate di foto di Totò e Peppino oltre al consueto assortimento di Vesuvi, Golfi, Pulcinelli, eccetera. Quando l'abbiamo provata dietro suggerimento di amici, la clientela era composta prevalentemente da giovinastri abbastanza truzzi. Non si sta certo larghi ma la pizza è buona, coi bordi alti e soffici. Prezzi nella media e offerta di birre "artigianali" (che, ormai, tradotto vuol dire "di una marca che non conoscevate"). Consigliata la prenotazione se siete più di due persone.
La Padellaccia, Bareggio
Qui invece il parcheggio non manca, nella splendida cornice della "Via Novara" tra una rotonda e l'altra. La Padellaccia (ex "Er Grillo") è un ampio ristorante pizzeria dove si può trovare il consueto assortimento di spaghetti allo scoglio, carne, pesci eccetera oltre alle pizze. La particolarità in questo caso è che la pizza è di dimensioni più che generose con proporzionale abbondanza di farciture: consigliato ai mangioni da competizione. I tavoli sono numerosi e abbastanza distanziati ma il locale diventa ugualmente affollato e un po' rumoroso, con le prevedibili conseguenze sui tempi di servizio.
Grand'Italia, Milano (edit: chiuso)
Si presenta come pizzeria-birreria questo locale su Corso Garibaldi, dall'ingresso "da bar" col bancone e tre piccole salette dopo di esso. Nella bella stagione ci sono anche alcuni tavolini all'esterno sull'ampio marciapiede che permette di godersi la zona senza venir stirati da un SUV di passaggio. C'è una buona offerta di pizze, insalatone e altri piatti. Il locale è ben arredato in maniera "rustica" ma non troppo, con i bei tavolini ricoperti da mosaico, le sedie e i bicchieri da "osteria di una volta" o "come quelli di mia nonna" a seconda delle vostre consuete frequentazioni. Ovviamente, evitate l'auto, usate i mezzi pubblici, e fatevi due passi in zona.

domenica 7 ottobre 2012

Osteria del ponte, Castelletto di Cuggiono

Come è facile intuire, questo ristorante si trova appena al di là del ponte sul Naviglio Grande a Castelletto, frazione di Cuggiono. Data la zona, soprattutto nei fine settimana estivi posteggiare l'auto potrebbe essere un problema, quindi il consiglio è di utilizzare il parcheggio del locale, accessibile appena oltrepassato lo stesso.
D'estate è disponibile un bel dehors affacciato sul naviglio, che però può diventare rumoroso e "accaldato" se a causa dell'affluenza vi dovrete accomodare vicino alla griglia delle carni, la specialità dal posto, oltre a "classici" pesciolini immancabili in zona naviglio. Oltre alle carni, principale attrattiva del locale, sono solitamente disponibili anche antipasti e portate di pesce, in un menù non certo chilometrico ma più che soddisfacente per gli amanti del genere. Le salette interne sono ben arredate e spicca un grande camino di un certo fascino, mentre l'ingresso del locale ricorda più che altro quello di un baretto di provincia, con tanto di frigo dei gelati, molto utile in caso di passeggiata sul naviglio.
Abbiamo visitato il locale una sera infrasettimanale di inizio settembre e nonostante solo un paio di tavoli fossero occupati, il servizio non m'è parso particolarmente celere; onore al merito dell'addetto alla griglia che oltre a sudarsi letteralmente lo stipendio si occupava anche di "coordinare" le cameriere. Abbiamo preso un'insalata di polipo (buona, 12 Euro) e un filetto di manzo (buono ma non eccelso, 17 Euro). Il resto del menù delle carni presenta piatti che si aggirano tutti intorno ai venti Euro. Peccato solo per i 2 Euro di coperto. Consigliato agli amanti della griglia per il menù e a tutti gli altri per la location, soprattutto d'estate.

sabato 29 settembre 2012

Bar trattoria Italia, Bernate Ticino

In provincia esiste quella categoria di locali "dove vanno i magutt in pausa pranzo", in un certo senso come a Milano esiste la categoria del "baretto dove impiegati in giacca e cravatta vanno a mangiarsi un panino o un piatto riscaldato pigiati in ambienti angusti". La "trattoria da magutt" è solitamente preferibile al "baretto di Milano" intanto per gli spazi più ampi, e nella maggior parte dei casi, per il cibo.
Il Bar Trattoria Italia a Bernate, visibilissimo di fronte al ponte sul Naviglio Grande, rientra nella fascia alta delle "trattorie da magutt" in quanto il locale è spazioso e pulito, il personale è cordiale, la TV non dà fastidio, e soprattutto il cibo è buono e abbondante.
A pranzo, il menù fisso da 10 Euro offre una scelta di tre-quattro primi, tre-quattro secondi e due-tre contorni. La cucina è tradizionale e alla sera il menù è alla carta. Hanno un sito web semplice ma ben fatto che riporta il menù del giorno e i piatti "serali".
Nella bella stagione si può mangiare all'aperto sotto la pergola nel cortiletto retrostante. Non ci sono problemi di parcheggio (dietro il locale), e c'è la possibilità di farsi una passeggiata nelle amene vicinanze, sul naviglio o verso Canonica.
Non abbiamo trovato lati negativi. Consigliato!

giovedì 13 settembre 2012

Damino, Angera

La Pizzeria Damino è uno dei pochi locali affacciati sul lago ad Angera, e questo ne fa una destinazione molto gettonata, tanto da avere un "Si consiglia la prenotazione" direttamente stampato sul biglietto da visita. La location in realtà è abbastanza risicata, in quanto la "terrazza sul lago" (sempre dal bigliettino) è in realtà un gazebo sullo stretto lungolago (scusate il calembour) separato dal resto del locale solamente dalla strada, abbastanza trafficata sopratutto d'estate e nei fine settimana. Non avendo prenotato per tempo, siamo finiti all'interno, in due piccole salette dove ci si accomoda gomito a gomito col vicino, con conseguente condivisione delle rispettive chiacchiere. Fuori, naturalmente, la "terrazza" era affollatissima e rumorosa. Detto ciò, l'assortimento di pizze e piatti è piuttosto standard, arricchito dalle "focacce" che in sostanza sono due dischi di pasta di pizza sovrapposti, con vari ripieni all'interno. Focaccia del pursel a 7 Euro. Coperto a 1,80.
Consiglio di evitare la ricerca del posto auto sul lungolago e invece lasciare la macchina più vicino al paese e farsi due passi.
Niente di speciale.

sabato 8 settembre 2012

Bonsai 2, Boffalora

Siamo stati al Bonsai 2 qualche giorno fa con amici, e non ci siamo trovati male. Nulla di speciale, comunque: tipico "allestimento" da locale italo-cinese, con una grossa sala a prova di comitive di studentelli e famiglie riunite con bambiname al seguito. Consueti prezzi economici, coi piatti intorno ai 4-5 Euro, coperto a 1,80 e caffè al tavolo a 1 Euro. Consueto anche lo sconticino-arrotondamento all'uscita. Dietro il locale c'è un ampio spiazzo che però non è chiaro quanto possa essere usato come parcheggio, altrimenti si può cercare qualcosa nelle vie adiacenti. Servizio cortese.

giovedì 6 settembre 2012

Pizzorante, Tornavento di Lonate Pozzolo

Edit 2022: il Pizzorante continua a offrire pizze oneste e buoni dessert.

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Nelle palazzine di quella che chiameremo "Tornavento Nuova", cioè quelle nuove costruzioni  ancora semidisabitate affacciate sulla vecchia strada per Malpensa totalmente avulse dal carattere di questa minuscola frazione di Lonate Pozzolo, si trova la pizzeria-ristorante (appunto) Pizzorante.
Ampio parcheggio la possibilità di fare una breve passeggiata fino alla piazzetta del vecchio borgo sono i "benefit" dell'altrimenti non proprio esaltante location.
Oltre alle pizze a a tutto il consueto assortimento di fritti, carne e pasta da "ristorante tutto fare", la vera ragione per concedersi una serata qui sono i fantastici dolci fatti in casa dalla sempre sorridente signora Patti: panna cotta alla menta, cheese cake, torte e crostate a profusione, golosissime e presentate con classe accompagnate da crema di cioccolato a parte. Quattro-cinque euro per dolci come non ne abbiamo ancora trovati altrove in zona.
Le pizze sono buone, l'elenco per fortuna non è sterminato come in certi locali che sembra facciano apposta a voler disorientare il cliente, e offrono comunque qualche variante originale.
Col bel tempo si può mangiare fuori, anche se si tratta di sedie di plastica affacciate sul parcheggio; la sala interna non è molto grande e non la consiglierei a una tavolata numerosa. Ho particolarmente apprezzato la scelta, una sera infrasettimanale, di non trasmettere nessun programma televisivo idiota sul grande schermo presente in sala (mi pare di aver notato gli adesivi Sky), lasciando invece solo un canale di buona musica in sottofondo.
Il resto del personale non eguaglia purtroppo i sorrisi e la gentilezza della cuoca, i cui dessert comunque vi faranno dimenticare qualsiasi piccolo difetto della serata.
Da provare.

giovedì 23 agosto 2012

Compagnia delle Cozze, Gallarate

Abbiamo visitato questo ristorante-pizzeria non distante dalla stazione di Gallarate all'inizio di Agosto e ci siamo trovati bene. Il locale si presenta bene e la sala è abbastanza spaziosa, anche se durante la serata è diventata sempre più rumorosa. Come si può intuire, i piatti "forti" sono le cozze e le pizze alla napoletana, queste ultime buone ma non proprio economiche. Il menu offre anche una serie di birre artigianali e varie altre specialità di carne, pesce e pasta. Due parole - non direttamente legate a questo caso - sulle birre "artigianali": è ormai ufficialmente una moda quella di inserire in menu alcune birre dall'etichetta sconosciuta e presentarle come "artigianali", e la cosa inizia ad essere un po' ridicola. In cosa consiste questa "artigianalità"? Chi la garantisce? Sono buone? Boh, basta scrivere "artigianali" e tanti saluti, ci siamo dati un'aria da intenditori.
Tornando alle Cozze, due note stonate da segnalare: il coperto a 2,50 Euro e il servizio piuttosto casinaro: eravamo in quattro a tavola e tutti hanno preso solo la pizza tranne io che ho preso anche la pepata di cozze e la mozzarella di bufala che volevo assaggiare; ho avuto un brutto presentimento quando la cameriera mi ha chiesto conferma del fatto che mi avrebbe servito la pizza dopo le cozze e la mozzarella. Risultato: arrivano le altre tre pizze e niente per me; mentre gli altri sono al termine delle pizze, arrivano contemporaneamente cozze e mozzarella (capisco le cozze, ma cosa ci voleva a portarmi subito la mozzarella?); finite le cozze e la mozza, la cameriera mi chiede se ora può procedere con la pizza (ma no, guarda, aspettiamo un'altra mezzoretta); gli altri mi guardano mentre mangio la pizza; ordino una seconda birra che non arriverà mai.
Quindi, per quanto riguarda il cibo e la location mi sentirei sicuramente di consigliare questa Compagnia, con le dovute avvertenze: non aspettatevi di risparmiare e non fate ordini troppo complicati.
Qualche parcheggio nelle vicinanze si trova; noi siamo rimasti imbottigliati dalle auto lasciate in doppia fila dagli splendidi frequentatori dell'aperitivo antistante, ma per la gioia dei residenti in zona abbiamo risolto tutto velocemente a suon di clacson.

Edit 2016: ha chiuso.

lunedì 6 agosto 2012

Las Vegas, Castellazzo di Bollate

"Las Vegas" è l'ultimo nome che avrei dato a questo locale che si definisce "ristopub" (anche se c'è una storia, dietro). Esso si trova in una corte lombarda d'altri tempi (Corte del Fabbro, appunto) a pochi passi da Villa Arconati, dove si svolge tra l'altro il conosciuto festival musicale estivo, e la scolorita pittura sul muro giusto a fianco del neon dell'insegna attuale ci ricorda che dove ora si servono wurstel e birra alla spina una volta c'era la cooperativa che probabilmente raccoglieva i frutti del lavoro dei contadini di Castellazzo.
Detto questo, e detto che quando abbiamo visitato il locale l'accoglienza non è stata tra le più vispe (a fine luglio, nell'attesa che si aprissero i cancelli per il concerto di Patti Smith: verso le 19 una dozzina di persone sedeva già ai tavoli scalpitando mentre il personale del locale, già sul posto, attendeva le canoniche 19.30 per l'apertura "ufficiale"), il giudizio è positivo.
Oltre alla location molto pittoresca (per chi ama il genere), vengono servite birre artigianali e ricercate, panini e piatti dagli affettati agli insaccati alle soluzioni per vegetariani, con tutto il classico repertorio di quella specie di pub-paninoteca-birreria all'italiana dove si mischiano i piatti alla Oktoberfest (stinco, bratwurst) con le birre irlandesi, piadine, bruschette, grigliate e pastasciutta. Il menù è ampio, il servizio OK anche se mi ha dato l'impressione di non essere perfettamente organizzato. C'è una decina di tavoli all'aperto e a quanto pare molto spazio anche all'interno. E' possibile lasciare l'auto fuori dalla corte, ma per risparmiare un po' di rumore agli abitanti delle case circostanti è possibile anche posteggiare davanti alla chiesa di fianco a Villa Arconati e farsi due passi a piedi.
Purtroppo il sito del locale ci informa che i titolari non si esimono dalla "obbligatoria" chiusura ferragostana, in quanto il locale è una carina destinazione estiva. Un po' fuori mano, certo: per la posizione precisa vedere la mappa.

sabato 21 luglio 2012

Il Sole, Ranco

Il Sole di Ranco è uno di quei super ristoranti che basta prendere una guida a caso per avere tutti i dettagli del caso, quindi non mi dilungherò troppo in questa sede a proposito dell'alta cucina che troverete in questo locale affacciato sul Lago Maggiore, pochi chilometri dopo Angera: gomitolo di salmone, carpaccio di scampi, spume, creme, dolci golosi e vini da intenditori... Il menù degustazione a 100 Euro ovviamente non è per tutte le tasche, ma la soddisfazione è massima, sia per qualità che per quantità!
Arrivando da Angera, basta proseguire verso Nord e si viene accolti dall'insegna del ristorante, che è anche relais di gran lusso, testimone la clientela: l'apparenza impettita dell'italiano danaroso che vuol fare l'aristocratico, o la famiglia di tedeschi (olandesi?), unici a potersi permettere economicamente due-tre bambini a una tavola di questo calibro (per non parlare del fatto che ovviamente nessuna famiglia italiana riuscirebbe a tenere tranquilli i mocciosi per la durata dell'intera cena).
Dal posteggio si sale a piedi alla veranda attraverso il bel giardino della tenuta, un percorso un po' ripido che le signore più chic vorranno evitare per non mettere a dura prova i tacchi a spillo. Giunti in cima, intravediamo un paio d'auto posteggiate, segno che evidentemente esiste anche un ingresso superiore per i più pigri. A quanto dice il sito, si può anche arrivare direttamente in barca o in elicottero. I tavoli e il servizio sono di alto livello, come ci si aspetta in una location del genere; la vista sul lago è ampia e rilassante; le sale interne -che non abbiamo visitato- leggo altrove essere d'alta classe. I camerieri fortunatamente non sono imbronciati come a volte accade nei ristoranti "da ricchi", ma gentili e cordiali. Credo fossero le 23 passate quando sono entrato per chiedere il conto, dopo aver atteso un po' al tavolo: non so se sono io ad essere poco esperto del galateo o se comprensibilmente il personale iniziasse ad avere un piccolo calo d'attenzione.
Cinque stelle.

domenica 8 luglio 2012

Il Circolo, Robecchetto con Induno

Nella continua esplorazione dei locali della zona, un Mercoledì sera abbiamo deciso di visitare il bar-pizzeria-trattoria "Circolo" di Robecchetto, ex pizzeria "Cima". Rispetto alla precedente gestione, il locale è stato risistemato e appare più ampio e luminoso. Le pizze non sono malaccio e agli altri pochi avventori venivano serviti spaghetti alle vongole e carne alla griglia. Dietro il locale, che si trova a pochi passi dalla chiesa, ci sono alcuni posti auto.
Il "fascino" del posto, se così si può dire, non sta certamente nel perlinato alle pareti o nelle macchinette del videopoker, ma nella "fauna da circolo" che si aggira per il locale, che non sfigurerebbe in un capitolo di "Bar Sport" di Benni.
Il posto non è disprezzabile, i tavoli sono ben distanziati e il personale è gentile. Tra i dolci c'è anche il bunet.

domenica 24 giugno 2012

La Playa, Galliate

Vagando alla ricerca di una pizzeria un martedì sera verso le 19, oltrepassati diversi paesi che definire "centri abitati" sarebbe un affronto alla parola "abitati", abbiamo infine attraversato il ponte sul Ticino di Turbigo per avventurarci sulla sponda piemontese. Appena al di là del ponte, su entrambi i lati, si trovano alcuni campeggi-ristorante. Abbiamo scelto La Playa giusto perché lì finiva la strada.
Il locale è ben arredato, con i tavoli apparentemente ben distanziati ("apparentemente" perché era semideserto, quindi il giudizio potrebbe essere falsato): a giudicare dalle scelte del resto della poca clientela il posto è uno di quelli dove si va a farsi piattoni di cozze o pesce alla griglia. Il menù è ampio, ma noi abbiamo optato per le pizze, buone e non particolarmente economiche.
La sala dà sulla piscina del campeggio, che non abbiamo esplorato. A giudicare dalle foto all'ingresso, oltre all'area campeggio ci sono anche alcuni mini-bungalow molto carini.
La location evidentemente dev'essere considerata abbastanza glamour, vista la birra media a 4,50 e il coperto a 1,60.
Da riprovare, ma culinariamente parlando sembra promettere bene.

Ipanema 2, Magenta e Ipanema, Cuggiono

Abbiamo provato per la prima volta due sere fa l'Ipanema 2 a Magenta, pizzeria "spin-off" dell'Ipanema di Cuggiono. Il locale si trova in una via non lontano dal centro e quando siamo arrivati noi -forse era un po' presto, però- le possibilità di parcheggio non mancavano.
Abbiamo preso semplicemente due pizze, che ci sono sembrate buone: una pugliese e una raggio di sole con grana, asparagi e uovo (6,20 Euro). Il locale non è grande e ha una piccola veranda con i tavoli piuttosto ravvicinati: se siete in coppia di dovrete probabilmente accomodare gomito a gomito con un altro tavolo da due, con la conseguente "interferenza" nelle rispettive chiacchiere.
Il personale è gentile; peccato per il coperto a 1,50 Euro: è sempre una tassa sgradita, soprattutto poi nel nostro caso, dove non avevamo nemmeno due grissini sul tavolo. Birra media a 3,50, panache a 4 Euro.
In definitiva, per una pizzata senza pretese artistiche va benissimo, soprattutto se in gruppo. 

Una nota al volo sull'Ipanema di Cuggiono, dove non siamo stati a mangiare recentemente ma prendiamo ogni tanto la pizza d'asporto. Buone e veloci le pizze, e una menzione speciale per l'abbondante porzione di spaghetti allo scoglio (provati sempre d'asporto). L'ingresso un po' angusto dove si attendono le pizze d'asporto tende a puzzare un po' troppo di cucina, anche se la situazione è migliorata rispetto ad alcuni anni fa. Una nota particolare di merito va al fatto che è l'unica pizzeria ad aver applicato una corretta conversione dei prezzi dalla Lira all'Euro e ad aver mantenuto i prezzi stabili per parecchio tempo, al contrario dell 99% dei pizzaioli che ai tempi trasformò allegramente una margherita da 4000 Lire in una da 4 Euro.
Contrariamente a quanto comunque continuano a fare certi "piloti", è sconsigliato parcheggiare di fronte al locale (in curva), mentre con una passeggiata di 200 metri si posteggia agevolmente nelle vie circostanti.

martedì 15 maggio 2012

Circolo S.Eugenio, Tornavento

[Aggiornamento 2022]: nel corso degli anni il circolo è diventato gettonatissimo, e ultimamente ha iniziato a prendere prenotazioni, il che ha reso ancora più difficile aggiudicarsi un tavolo all'ultimo minuto. Purtroppo per prenotare bisogna telefonare e avere tanta pazienza. Il menù non è mai cambiato. All'interno, l'insulsa musicaccia trasmessa mal si abbina a taglieri e birrazze. Ormai un classico caso di posto dove non ci va più nessuno perché è troppo affollato.

Questo bar-ristorante di Tornavento (frazione di Lonate Pozzolo) vale una visita anche solo per farsi un aperitivo in questa fantastica piazzetta affacciata sulla valle del Ticino, dove lo sguardo può spaziare finalmente per chilometri, con tanti alberi e poco più all'orizzonte.
Il Circolo, che francamente non ricordo nemmeno se abbia un nome "ufficioso" diverso da quello un po' demodè presente sullo scontrino, è l'unico locale sulla Piazza Parravicino, e si raggiunge attraverso una cinquantina di metri di via pedonale dopo aver lasciato l'eventuale auto alle porte del piccolo centro di Tornavento.
L'interno è quello classico di un bar, lungo e stretto con alcuni tavoli, mentre all'esterno è possibile mangiare sui tavolini di plastica all'ombra degli alberi. A pranzo il menù prevede una buona scelta di primi e secondi e qualche variazione "teutonica" come lo stinco o una scelta di birre artigianali. Per la cena, non saprei. Ovviamente non aspettatevi nulla più di un gentile servizio "da bar", ma non ci siamo mai trovati male. In estate, preparatevi a fare un po' di coda prima di poter trovare un tavolo libero all'esterno.
I prezzi non sono proprio popolari (6,5 Euro per una cotoletta) ma almeno non si paga il coperto e le porzioni sono oneste. E comunque, qui si viene per la location, non certo per la nouvelle cuisine.
Un posto da preservare e sostenere anche solo per fare un dispetto ai pazzi che vorrebbero radere al suolo Tornavento per far posto a una pista di Malpensa.

sabato 17 marzo 2012

Il vecchio arco, Rescaldina

Questo ristorante-pizzeria si trova in via Roma a Rescaldina, appena al di là (o al di qua, a seconda di come la si vede) dell'Autostrada dei laghi, facilmente raggiungibile dalla strada provinciale. Davanti al locale o nelle vie adiacenti c'è buona probabilità di trovare un posto per parcheggiare. La location è abbastanza anonima, nonostante la presenza, in effetti, del vecchio arco all'ingresso della via.
Il locale è ampio, adatto per gruppi piccoli e grandi. Televisioni a tutte le pareti, fortunatamente col volume a zero. Oltre alle pizze, che non abbiamo provato, ci sono molti piatti a base di pesce e un menù consigliato dallo chef dal quale abbiamo provato la "Crema gamberi e porcini", buona. Buoni anche il misto gratinato, gli spaghetti alle vongole e le aragostelle. Il fritto misto viene proposto in versione normale e "speciale" con le verdure in pastella: peccato fosse un po' troppo unto, sarebbe bastato asciugarlo più accuratamente con un po' di scottex. Un piatto di penne serviteci semi-crude ci è stato abbuonato dal conto senza peraltro essercene lamentati. Dolci fatti in casa.
Il Vecchio Arco è un locale dove poter provare qualche piatto interessante invece delle solite cose "da pizzeria": è evidente lo sforzo di proporre una buona cucina, peccato solo per i piccoli passi falsi di cui sopra. Tutto sommato consigliato, se siete in zona.
Prezzi non particolarmente economici ma nella norma, soprattutto considerando che le porzioni sono decisamente abbondanti; peccato per i 2 Euro di coperto a testa.

martedì 28 febbraio 2012

Unico, Milano

Edit: il ristorante ha chiuso per storiacce di mafia.

Domenica scorsa, invogliati dalla giornata limpidissima e da un premio aziendale da consumare in un locale "costoso", siamo stati al brunch di questo spettacolare ristorante all'ultimo piano del grattacielo WJC a Milano. Sì, perché adesso a Milano ci sono i grattacieli, e ne sono spuntati pure un bel po', e ovviamente gli si dà nomi anglosassoni, per sentirsi ancora più fighi. Potrei dilungarmi a proposito della colata di cemento che ha recentemente ulteriormente aggredito Milano (come se ce ne fosse ancora bisogno), sugli orrendi palazzoni (tipo quelli della Vittoria Assicurazioni costruiti su parte del terreno della vecchia Fiera), su quella ridicola copia del Burj Khalifa che spunta in zona Garibaldi, sullo sciagurato nuovo palazzo della Regione, sui milioni di metri cubi di uffici sfitti a cui questa valanga di palazzoni s'è andata ad aggiungere, ma non lo farò.
Il ristorante Unico si trova al ventesimo piano di questo grattacielo situato dietro il centro commerciale Portello, ed è un edificio in stile Sheikh Zayed Road circondato per ora principalmente da lavori in corso, macerie, scavi, recinzioni sgangherate e vie desolate senza l'ombra di un'aiuola o un albero. All'ingresso del palazzone, una scalinata vi porterà a una piazza coperta per ora adornata in gran parte da vetrine vuote, nella quale in un angolo troverete il citofono del ristorante che vi permetterà di passare i tornelli per accedere agli ascensori panoramici.
La vista dal ristorante, aperto su tre lati, è naturalmente fantastica: lo stadio, l'ippodromo, i suddetti palazzoni orrendi, la Torre Velasca, perfino una fettina di Duomo e le montagne verso Bergamo. Peccato che ci sia solo un piccolo terrazzino per godersi lo spettacolo all'aperto. Da ogni tavolo, comunque, si gode della vista.
Altra originalità del locale è la cucina a vista, nella quale è possibile addirittura aggirarsi durante il brunch, visto che i piatti sono serviti praticamente sui fornelli.
La cucina è di alto livello e i brunch domenicali ("brunch", in questo caso, significa semplicemente "a buffet") sono organizzati a tema: domenica scorsa toccava alla Toscana e all'uscita ci è stata consegnata la lunga lista delle prossime giornate. Una serie di antipasti da leccarsi i baffi, dai salumi al pesce alle verdure in pastella. Primi e secondi dalle seppioline all'arrosto al risotto. Dolci in abbondanza dal tiramisù alla zuppa inglese alle brioche allo strudel. Tutto molto buono e da assaggiare guidati dagli stessi cuochi che l'hanno appena preparato.
La carta dei vini non è di quelle enciclopediche (cosa che peraltro apprezzo: odio ricevere quei tomi con centinaia di etichette) ma offre scelte per tutti i gusti da tutte le regioni italiane e comprende anche diversi champagne e alcune birre artigianali.
Unico lato negativo è che il locale tende a diventare rumoroso e un po' caotico, a causa del viavai dal buffet e dei tavoli in certi casi un po' troppo ravvicinati. Avendo prenotato per le 12.30 (che scopriamo essere l'orario di apertura della cucina), ci siamo riusciti a godere un'oretta di tranquillità. Il brunch domenicale non è proprio l'occasione più propizia per un pasto a due: da riprovare in altre occasioni, anche per valutare meglio il servizio in sala.
Premesso che questo è un mio personalissimo pregiudizio, sottolineo che tra la clientela regna un andazzo bauscia a tratti eccessivo: i sedicenti intenditori di vino che ostentano confidenza col maitre, i quarantenni vestiti come ventenni, i cinquantenni coi jeans viola, i sessantenni con gli occhiali con la montatura gialla, le sciure botulinizzate messe giù da sbarco come Marta Marzotto ai bei tempi. Beware.
Quaranta Euro a testa per il brunch, venti per i bambini. Un altro quaranta e più per una bottiglia di Prosecco. Data la qualità del cibo e la location innegabilmente d'eccezione, direi tutto sommato un prezzo onesto (nel senso di "se confrontato con certi ristoranti pretenziosi che ti fanno pagare 20 Euro per un primo o certi brunch dove ne paghi 25 per quattro stuzzichini e un vassoio di pastasciutta").
Consigliato.
All'ingresso, guardaroba gratuito e spazio con tavolini, pennarelli e assistenza per posteggiare gli eventuali marmocchi.

sabato 18 febbraio 2012

La Cueva, Corsico

In realtà siamo arrivati alla Cueva come seconda scelta dopo aver verificato che il ristorante cubano "El Rincon" a Corsico non esiste più, e chissà da quanto tempo. Convinti di trovare un ristorante messicano ruspante (vedi cosa succede a fare delle assunzioni arbitrarie basandosi sul nome e non leggendo nemmeno una recensione su Internet), abbiamo immediatamente capito che non era così. La Cueva si autodefinisce griglieria e ristorante-lounge andaluso-italiano. Personalmente, penso che i termini "griglieria" e "lounge" non andrebbero mai accostati, ma si sa che sono strano.
Il ristorante si trova sull'alzaia del Naviglio Grande a Corsico in quello che, se non fosse strangolato dal traffico e da alcuni orrendi palazzi anni '60-'70, sarebbe un caratteristico scorcio lombardo: naviglio, ponticello, piazzetta e trattorie, viuzze e cortili.
Il locale è arredato in quel modo ormai tipico da "ristorante spagnolo", un po' ruspante ma anche un po' fighetto: sedie imbottite eleganti, qualche divanetto, bottiglie ben ordinate negli scaffali, stemmi spagnoli dipinti sulle pareti, eccetera.
La cucina offre primi di pesce, secondi di carne alla griglia e pesce, e qualche proposta (non molte, a dir la verità) più "esotica" in tema, evidentemente, "andaluso".
Siamo arrivati affamatissimi e forse per questo l'attesa iniziale ci è sembrata interminabile, essendo Giovedì sera, col locale semivuoto e i due seduti al tavolo a fianco che si ingozzavano con un tagliere di formaggi, una caraffona di sangria e uno spiedone di carne alla griglia. Abbiamo chiesto dei nachos tanto per ingannare l'attesa, ma abbiamo avuto l'impressione che fosse la prima volta che la parola "nachos" venisse pronunciata nel locale. Il menù delle bevande non ci è stato portato, o forse me lo sono perso, quindi non saprei dire.
Abbiamo ordinato dei buonissimi "bolinhos de bacalao" (7 Euro) (polpette, scritte e pronunciate in diversi modi da menù, proprietario e scontrino) e le fajitas di carne (16 Euro): abbiamo provato queste per soddisfare la nostra voglia di messicano, ma nonostante il piatto fosse più che gustoso, si trattava di una interpretazione un po' troppo all'italiana, con la carne di manzo (molto buona a mio parere), una tortilla che somigliava un po' troppo a una crèpe, un ciotolone di riso bollito in bianco insipido e una ciotolina di fagioli in umido; tocco esotico affidato alle fettine di banana dolce servite a mo' di patatine; tocco "ma cosa c'entra?" affidato a un uovo fritto. Non abbiamo ordinato il dessert, ma non mi sembra di aver notato nulla di particolare nel menù. La notte seguente, nonostante le due birrazze gelate (anche troppo), sono stato assetatissimo.
Il proprietario (credo) del locale si occupa di servire in sala e sopperisce con la cordialità a un servizio non impeccabile. Se il locale si riempie, diventa un po' rumoroso. Peccato che la sala sia leggermente al di sotto del livello stradale, impedendo così la vista del naviglio.
69 Euro in due (no dessert, quattro birre) non è proprio economico.
Visto che il locale è carino e particolare, lo consiglierei giusto per cene o pranzi di lavoro infrasettimanali, se non si va particolarmente di fretta. Il parcheggio in zona non è facile: onde evitare di infilarsi nei sensi unici della zona, consiglierei il piccolo parcheggio dall'altro lato del ponte e una passeggiata di duecento metri. Dall'altra parte del naviglio ci sono altri due o tre ristoranti, quindi la scelta non manca.

domenica 5 febbraio 2012

Vesuvio, Cavaria con Premezzo

Ieri sera siamo stati alla pizzeria Vesuvio a Cavaria, appena fuori da Gallarate. Il locale si trova giusto all'angolo tra la Gallaratese e Via Crocetta ed e' annunciato da un grande striscione che domanda "Pranzi Qui?", che pero' di sera praticamente nasconde alla vista il ristorante stesso. Ci sono alcuni posti auto davanti all'entrata, altrimenti ci si puo' arrangiare lungo la via.
La sala si trova al piano inferiore, senza finestre, e offre una cinquantina di coperti, a occhio e croce. Nonostante questo, si presenta in modo accogliente.
L'atmosfera e' partenopea fino al midollo, a partire dallo staff fino a tutto l'opportuno corredo di vedute del Maschio Angioino e ritratti di Maradona. Il menu' offre una serie di antipasti, con le cozze a farla da padrona, insieme alle golosissime zeppole fritte, e alcuni piatti a base di pesce, ma si e' fatto una reputazione grazie alle pizze, proposte in varianti golose come la cafona con friarielli e zola.
La pizza non e' quella napoletana con la pasta soffice, ma e' invece piuttosto sottile e croccante, col solo bordo piu' morbido, e viene anche fornita "in bianco" coi pomodorini sotto il nome un po' ingannatore di "bruschetta". Non aspettatevi selezioni particolari di birre o altre bevande da "intenditori".
Le pizze in effetti sono buone e fanno perdonare il servizio non rapidissimo. Abbiamo pero' rilevato un difetto "post": abbiamo passato la nottata assetatissimi.
Ultima nota per i freddolosi: complice l'ondata di freddo eccezionale (il termometro dell'auto segnava intorno ai -10 all'uscita) la stufa presente portava la temperatura della sala intorno ai "soli" 20 gradi, in quanto i termosifoni erano spenti. Personalmente apprezzo chi non esagera col riscaldamento (e sopporto sempre meno la gente che esige il clima tropicale in ufficio o al ristorante) ma se avete qualche problema a riguardo, fatelo presente al giovane pizzaiolo/proprietario.

Edit: il locale ha chiuso.

martedì 3 gennaio 2012

Il Duetto, Magenta

Il Duetto si trova appena fuori dal centro di Magenta, a meta' strada tra la stazione e l'ospedale, in corrispondenza di una delle innumerevoli rotonde della zona. O si posteggia in centro, o si imbocca la via di fronte alla pizzeria, dove solitamente si puo' trovare posto. Il locale e' composto da due salette, abbastanza piccole, piu' l'ingresso, dove si trova il forno e un piccolo bancone bar. Le sale purtroppo sono affacciate sulla strada e non hanno altre aperture o finestre; se il locale e' pieno, rischia di diventare una bolgia. Arredamento un po' demode' e niente tovaglie. Nelle sere feriali il posto e' tranquillo e si mangia una buona pizza: noi abbiamo recentemente provato il calzone e l'abbiamo particolarmente gradito.