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sabato 25 luglio 2015

Corte Visconti, Somma Lombardo

Siamo tornati dopo molto tempo alla Corte Visconti, ristorante d'alta qualità situato in una bella vietta del non ameno centro di Somma Lombardo, location che costringe a fantasiosi espedienti per trovare un parcheggio. Il locale ha due sale accoglienti e "calde", oltre a un piccolo dehors che purtroppo questa volta non abbiamo potuto goderci, a causa di un acquazzone.
Abbiamo mangiato e bevuto come al solito molto bene: "milanesine" di salmone per antipasto (piatto sostanzioso di mini-"cotolette"), shabu-shabu di filetto (preparazione giapponese rivisitata "all'italiana", con gran risultato) e club sandwich di maialino (buono e bello) come piatto principale. Buonissimo anche il dessert, mela caramellata. Pane e grissini fatti in casa (con dei gustosi bocconcini al curry), caffè servito con piccola pasticceria molto buona.. Il menù propone una selezione di interpretazioni interessanti e anche alcuni piatti di pesce. La preparazione, gli ingredienti e la presentazione sono curati, i prezzi nella media dei ristoranti di questo tipo, sui 13 Euro gli antipasti, intorno ai 20 i primi e i secondi.
Unico lato un po' deludente della serata è il conto, non tanto per l'entità (120 Euro in due, preventivati) ma per la mancanza di dettaglio: dopo aver "mancato" un paio di richieste dalla carta dei vini ("eh questo non ce l'ho") abbiamo scelto uno dei quattro vini dal prezzo ignoto propostici, e analogamente per i dolci abbiamo seguito le indicazioni a voce confidando che in effetti si trattasse delle "dolci tentazioni" in menù a 10 Euro; risultato: una ricevuta che segna solo due generici "menù degustazione" per la cifra sospettosamente "tonda" di 120 Euro totali. Sarà pure che chi visita ristoranti di questo tipo "non sta a guardare all'Euro", ma un po' più di precisione sarebbe apprezzata, per professionalità e correttezza.
Complimenti come al solito allo chef e un incoraggiamento al resto della gestione per fare ancora di meglio.

domenica 12 luglio 2015

Vacanze in Liguria

Raccolta degli scontrini raccolti in tre settimane di ferie a Camogli (e dintorni).

Iniziamo con una carrellata dei locali più informali, come bar e gastronomie: fatta una puntata a Genova per l'Acquario, abbiamo provato uno dei locali presenti nella zona del porto antico: il Fastfood, che si propone come una sorta di hamburgeria di qualità, non ci ha impressionati granché: servizio non "fast" pur col locale vuoto e panini non memorabili; prezzi onesti.
A Camogli, la gastronomia Sciuscià e Sciorbì in Via 20 Settembre prepara cestini per la spiaggia e vari piatti appetitosi. Il Bar Auriga sul lungomare accompagna i propri cocktail con abbondanti piatti di antipastini: consigliato per l'aperitivo (8 Euro). Ci siamo trovati bene anche al Cavalli Wine Bar, sempre sul lungomare, dove si può bere qualcosa come aperitivo ma anche gustarsi dei buonissimi dessert. L'unica esperienza che classificherei come "pessima" l'abbiamo avuta al bar La Cage Aux Folles, dove, dopo esserci bevuti un pessimo caffè servito da un barman col muso lungo fino a terra, si è svolta la seguente surreale "conversazione":
io: "quant'è?"
barman, guardando dall'altra parte: "due".
io metto i due euro sul bancone.
il barman non mi guarda
io: "buonasera".
il barman non risponde e non mi fa lo scontrino.
io esco.
Nella frazione Ruta di Camogli, invece, detta legge Da Nicco, costantemente preso d'assalto per colazioni, aperitivi e cene. Si mangia bene, i prezzi sono onesti, i camerieri gentili. Si possono anche comprare marmellate, vini, creme, salse e quant'altro. Proveniendo da Camogli si trova sulla destra appena prima della galleria per Santa Margherita, a fianco delle ambulanze dei volontari del soccorso.

Per quanto riguarda i ristoranti, a Camogli ci siamo concentrati sul lungomare e abbiamo provato:
La spaghetteria Il Portico dove, come ci si può aspettare, si possono mangiare buone pastasciutte ma anche antipasti di mare ben fatti. Il locale è piccolino e ci sono alcuni tavolini per due all'aperto. Primi a 8-9 Euro, coperto al prezzo ragionevole di 1,5 Euro, bottiglia di Corona a 3 Euro. Onesti.
Dalla parte opposta al Portico c'è La Piazzetta, un ristorante con qualche pretesa in più e una bella terrazza da cui gustarsi il tramonto dietro "l'isola" di Camogli. Buoni ma carucci gli antipasti (polpo grigliato e acciughe, 12 Euro cadauno), un po' deludenti le lasagne al pesto (consistenza della pasta un po' "del supermercato"), ben fatta la crema catalana. Il coperto sale a 2 Euro, totale 60 Euro in due più il vino.
A metà strada tra i due, il Bar Ristorante Pizzeria La Primula, dove abbiamo solo provato la pizza, che si conferma non essere il piatto forte della zona. Abbiamo visto transitare piatti di pesce sugli altri tavoli. Pizze a 8 Euro, coperto a 3 (e qui iniziamo a esagerare).
Poco distante, l'Osteria delle Pance si affaccia direttamente sulla spiaggia dove con amici abbiamo provato, tra l'altro, fritto misto e spaghetti allo scoglio dall'aria invitante e una pizzata non male. Coperto a 2 Euro e servizio rapido e gentile ("infatti il cameriere non è italiano" ha commentato qualcuno, riferendosi alla non proprio calorosa accoglienza riservataci altrove). Piatti sui 12-15 Euro.
Nella frazione San Rocco, che sovrasta Camogli, ci sono due ristoranti, uno dei quali è La cucina di Nonna Nina, dove ci siamo mangiati una buona ricciola nel piccolo dehors sul retro, oltre ai buoni antipasti. Ci siamo trovati bene ma i prezzi ovviamente lievitano rispetto agli standard delle "pizzerie", col pesce a 20 Euro a persona e gli antipasti sui 10 Euro, per un totale sui 90 Euro in due compreso del vino. Unico appunto è il menù scritto a mano e in dialetto, di difficile lettura per un italiano, figuriamoci per gli stranieri, che tra l'altro erano l'80% della clientela presente. Consigliato.
Allontanandosi da Camogli verso Santa Margherita, un paio di chilometri dopo la galleria c'è il Ristorante San Lorenzo (dalla frazione San Lorenzo Della Costa) dove ci siamo recati con grandi aspettative per una zuppa di pesce che ci era stata reclamizzata come imperdibile ma che si è rivelata alquanto scarsa, seppur buona. Il locale ha un dehors carino ma purtroppo affacciato su parcheggio e statale, e una sala, carina, al primo piano. Scontrino "forfait" con "2x 30 Euro Menù fisso" e tanti saluti. Non ci ha impressionato.
Scendendo a Santa Margherita ("Santa" per gli habitué) ogni ristorante è una potenziale trappola per turisti e ovviamente bisogna stare estremamente all'erta. Siamo finiti nell'unica pizzeria del lungomare (in realtà anche qui affacciati sull'Aurelia) non presa d'assalto, la Palma. Coperto a 3 Euro, pizza romana a 8, birra media a 6, caffè a 3. Adieu, Santa.

Coscienti di fare una follia che ci sarebbe costata carissima, ci mettiamo i vestiti della festa e prenotiamo in piazzetta a Portofino, al Chuflay (pron. "ciuflài"). Di ristoranti di classe dai prezzi stratosferici qualcuno ne ho visto, ma tutti, per una ragione o per l'altra, giustificavano la spesa: qui, no. All'interno suona un pianista; il dehors è diviso in due: una parte davanti al ristorante e una in un piccolo serraglio in mezzo alla piazzetta. Il servizio è apparentemente d'alta classe, ma al personale manca quel pizzico di portamento e attenzione al cliente che giustifica certi prezzi (coperto a 6 Euro). La clientela è composta principalmente da miliardari russi accompagnati da ventenni in minigonna o altre coppie altrettanto malamente assortite e cariche di borse di Fendi e Brunello Cucinelli. Mi vergogno a scrivere il conto totale, e mi limito a sottolineare l'orata da 114 Euro presentataci su un vassoio gigante e poi tramutatasi, dopo la pulizia, in due minuscole strisce di filettini ciascuno accompagnati da un altrettanto minuscolo piattino di anonime verdurine. Ricarichi deliranti sui vini e un conto finale di proporzioni fantozziane che, ripeto, non ho nemmeno il coraggio di scrivere. La dimostrazione che "prepararsi al peggio" a volte non è sufficiente.

Per rimettersi il cuore in pace con la Liguria e il mondo della ristorazione in generale, prenotiamo quindi alla Brinca di Ne, in Val Graveglia, fuori Lavagna. Qui la cucina (di terra, come si addice alla vera cucina ligure) è di alta qualità, i prezzi sono onesti e le porzioni sono abbondanti. Gran soddisfazione come al solito per l'antipasto misto (11 Euro - hurrà per la frisciulla al pesto!) e per i primi (ravioli cu tuccu, gnocchetti di farina di castagne, taglierini fatti a mano... tutti intorno alle stesse cifre). Unico lato negativo della serata, i bambini urlanti del tavolo a fianco. Un cartello all'ingresso di questa oasi di buona cucina avvisa che i cani non sono più accettati nel locale dopo qualche non meglio identificato grave incidente; la cordialità del signor Circella alla cassa mi ha fatto desistere dal richiedergli una politica analoga anche per i bambini maleducati. Andate alla Brinca fuori stagione e riappacificatevi con la cucina ligure.

Al portico, Pero

Brevissima segnalazione per questo bar-ristorante-pizzeria provato qualche settimana fa in pausa pranzo su suggerimento di colleghi che lavorano in zona Fiera-Expo. E' stata una piacevolissima sorpresa in quanto sia i piatti che le pizze si sono rivelati molto buoni e preparati con cura (il biglietto da visita recita "cucina italiana con prodotti di altissima qualità") e il servizio gentile e cordiale. Menù fisso a pranzo, alla carta a cena, aperitivi dalle 17. Il suddetto biglietto recita anche "a due passi dalla Fiera Rho-Pero ...vicinissimi all'Expo", che è veritiero se non lo si vuole prendere alla lettera, semplicemente perché "a due passi" dalla Fiera non c'è nulla, e nemmeno a quattro, e in sostanza dall'Expo o dalla Fiera a piedi non si va da nessuna parte. Il Portico è comunque in effetti vicinissimo alla zona Fiera, sulla statale del Sempione (attenzione perché il navigatore potrebbe portarvi alla Via Sommariva sbagliata: dirigetevi piuttosto verso via Cesare Battisti e prendete la traversa del sempione successiva verso milano); piano terra di un anonimo, assolato palazzo col suo assolato "parcheggio" davanti e il suo panorama padano di cantieri e i lotti di terreno inutilizzati intorno.
Un indirizzo da tenere a mente, un'oasi di cucina semplice e ben fatta in una zona depressa e deprimente.

Le Golf Wok Sushi, Novara

Non c'è molto da dire sul Le Golf, in quanto ricalca in tutto e per tutto il modello di all-you-can-eat a buffet italo-orientale di grandi dimensioni come ne stanno spuntando sempre di più. Situato in una non amena zona della periferia di Novara, sopra a un McDonald's e a fianco del palasport, il locale come detto è molto grande e offre tavoli, sufficientemente distanziati, per tutti i gusti: coppiette, famigliole, famiglione, compagnie di amici, tutti pronti a dare l'assalto ai buffet dove abbondano i fritti più dei classici piatti "da cinese", o il consueto banco di gamberi, spiedini e spiedoni da farsi grigliare al momento. C'è la fontana di cioccolato, un banco con formaggi e salumi, un banco col sushi e chissà cos'altro che sto dimenticando. Il problema maggiore è la masnada di sciure sgomitanti intorno ai banconi, che rendono difficoltoso al cliente novellino individuare i piatti più meritevoli di attenzione. Il menù-tovaglietta raccomanda, giustamente, di non sprecare il cibo.
Il locale è pulito e ordinato e il servizio (per portare le bevande e rimuovere i piatti svuotati) è impeccabile come al solito nei locali gestiti da cinesi. Buffet a 19 Euro, birra media a 4 Euro, più i caffè che ci sono stati offerti.