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giovedì 14 luglio 2011

La Pirogue, Cuggiono

Siamo finalmente andati alla Pirogue, American Bar & Grill di Castelletto di Cuggiono. Come detto precedentemente, la location è molto bella, con la sala affacciata direttamente sul Naviglio Grande. Siamo arrivati di Venerdì sera, dopo le 21.30; il ristorante era quasi pieno (ci saranno una cinquantina di coperti, sufficientemente distanziati, che comunque non vi salverebbero dall'impatto di una eventuale tavolata rumorosa) e, forse perché eravamo affamati come lupi vista l'ora, il servizio s'è fatto attendere un po' più del dovuto. Il patron s'è comunque poi prodigato perfettamente, sia per quanto riguarda la cucina (dove ci ha caldamente indirizzati verso il grill) che per l'imponente spiegamento di zampironi per proteggerci da un furioso assalto di zanzare che si è calmato del tutto verso le 22.30. Nell'attesa della griglia ci sono state offerte delle polpettine di carne molto buone. Per antipasto, insalata di nervetti e taglieri di affettati, tutto più che soddisfacente. La griglia nel complesso ci ha soddisfatto, soprattutto con salsicce e bife argentino, mentre rimane un piccolo punto interrogativo per la fiorentina, che era per metà deliziosa e per metà un po' dura.
Il banco dei dolci offre varie torte che a occhio catalogherei come fatte in casa; la classica cioccolata e pere mi ha soddisfatto.
Circa il resto della cucina, che non abbiamo assaggiato, ho ricevuto pareri contrastanti, quindi il giudizio qui rimane sospeso. La Pirogue ha anche uno spazio aperitivi. In generale, un giudizio positivo ma non entusiasta. Categoria "wannabe".

martedì 5 luglio 2011

Ristorante La Corte, Pogliano Milanese

La nostra fidata Guida Critica E Golosa (che ribattezzo in questo istante "Guida Critica E Golosa Che Non Ci Tradisce Mai") qualche sera fa ci ha portati a festeggiare una bella notizia nella ridente (si fa ovviamente per dire) Pogliano Milanese. A pochi metri dalla Statale del Sempione (da qui il "ridente") c'è il Ristorante La Corte.
La "corte" in realtà è un piccolo ma carino cortiletto antistante l'ingresso del locale, occupato interamente da due auto posteggiate. Le possibilità di parcheggio, comunque, in zona non mancano. Il ristorante presenta due sale, di cui una ricavata da una veranda nella "corte" stessa, arredate con pochi oggetti di buon gusto, con ampi tavoli adeguatamente distanziati tra loro per garantire il giusto livello di privacy e comfort. Era venerdì sera (verso le 21, peraltro) ed eravamo tra i pochi avventori presenti.
Mi ha piacevolmente impressionato il servizio, professionale senza essere freddo, cordiale senza essere invadente o chiacchierone.
La cucina offre piatti di pesce, una buona offerta di carni e salumi, e qualche piatto "della tradizione" come il goloso risotto allo zafferano con fondo d'arrosto che è uno di quei piatti che non farà certo nouvelle cuisine ma che quando è fatto bene come in questo caso è un piacere unico per il palato. Abbiamo evitato i secondi, piuttosto impegnativi e ci siamo gustati rispettivamente il fiocco di culatello e il baccalà mantecato, entrambi "che si sciolgono in bocca". Altri piatti particolarmente invoglianti erano la sfoglia con radicchio e cipolla e fonduta, le tagliatelle col ragù d'anatra, i ravioli alle tre carni e la calamarata con pomodorini e sarde. Come spesso capita in queste zone della Lombardia, non si può certo parlare di cucina "tipica", ma non siamo certo qui a fare i puristi e pretendere coerenza filologica persino dai menù dei ristoranti: noi preferiamo un menù un po' eterogeneo ma sincero a certi ristoranti alla moda a base di spume, finto-sushi o altre diavolerie messe lì solo per far scena.
I prezzi sono nella media (cioè, per i miei gusti, sempre un po' troppo alti): siamo sui 10-12 euro per antipasti e primi, un po' di più per i secondi; i dolci sono sugli 8 euro. Il fatto che questi prezzi si possano definire "nella media" è il vero problema - a mio modestissimo parere - della ristorazione italiana e lombarda in particolare: dalle bettole ai ristoranti di valore tutti si sono sintonizzati intorno a queste cifre, provocando un appiattimento del panorama nel quale il circolino che ti fa tre etti di raviolacci unti e salati finisce allo stesso livello (di prezzo) del ristorante che ti fa degustare quattro ravioli di zucca dal sapore delicatissimo.
Alla Corte abbiamo bevuto una mezza bottiglia di Cabernet Sauvignon profumatissimo e un bicchiere di sherry che invece non m'ha molto convinto, ma d'altronde non sono per nulla un esperto in materia. Anche i dolci si sono rivelati molto buoni.
Insomma, la Corte è promossa a pieni voti!