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sabato 5 ottobre 2024

Mezca, Milano

La ricerca di un buon ristorante messicano ci porta in zona Arco della pace per la solita visita infrasettimanale alle 19.30, che ci garantisce il locale deserto e una relativa tranquillità. Il Mezca si adegua allo stile "cool" milanese fatto di pareti nere e arredamento moderno, e infila qua e là qualche particolare per ricordarci che siamo qui per ingozzarci di nachos. La musica ci mette un po' a sintonizzarsi su qualcosa di caraibico adatto al menù, ma rimarrà il dubbio se in caso di maggiore affluenza saremmo rimasti sull'orrenda dance che ci aveva accolto all'apertura.

Si mangia bene. La carne era ben cotta e saporita, i nachos ben conditi, e i margarita non lesinavano in tequila. Il servizio è stato rapido e cordiale - ricordiamo però che erano le 20 di un martedì sera.

I prezzi, come ormai quasi ovunque a Milano, sono stratosferici, coi margarita a 12 euro, i mini churros a 7, e le fajitas a 28: per carità, tanta carne, però...

Comunque torneremo, perché siamo stati bene.

sabato 24 agosto 2024

El brellin, Milano

Oggi in Vicolo dei lavandai non si lava più, e sull'Alzaia del Naviglio Grande si pescano solo più i turisti disposti a pagare tre euro e cinquanta di coperto per farsi un risotto da venti euro in uno degli angoli più conosciuti di Milano. Il caldo implacabile della serata del 23 luglio non ha aiutato a godersi questo ristorante, che seppure rientrando perfettamente nella categoria delle trappole per turisti riesce a fornire cucina milanese di alta qualità, servizio professionale e una location comunque di classe.

Da riprovare in autunno.

La pescheria, Bareggio

Mi sarà sempre incomprensibile la ragione dell'inossidabile reputazione di posti come La pescheria "da Claudio e Giuliano", specialmente come quella di Bareggio. Trentun luglio, serata afosa, un capannone della zona industriale, il cimitero da una parte e il depuratore dall'altra, parcheggio selvaggio in strada, gente che aspetta fuori dalla porta, folla di gente assiepata davanti al bancone appena entrati, frastuono tremendo ovunque. A peggiorare la situazione, il servizio semi-fai da te: ci si siede, si compila un foglio con le ordinazioni e lo si porta in cassa insieme al nome del proprio tavolo; si verrà poi chiamati quando i piatti sono pronti per andarseli a prendere. Il padrone risparmia - forse - sul personale, ma il risultato è che la serata è allietata senza interruzione dal deejay-cuoco che dagli altoparlanti chiama i nomi dei tavoli a tutto volume: "pesce porcooo" "pesce pallaaaa" eccetera eccetera tutta la sera. Anche le bevande bisogna andarsele a prendere. Le sale del locale sono arredate secondo lo stile accozzaglia marinara, fortunatamente senza sconfinare nel kitsch più molesto.

Lascio i giudizi sul cibo agli esperti di pesce: a giudicare dall'affollamento, dev'essere tutto buonissimo. Non abbiamo mangiato male, ma io non ho trovato nulla di speciale. Spaghetti alle vongole a 13 euro, tutti gli altri primi più cari. Vino del supermercato a 18 euro. Si pagano 2 euro di coperto, inspiegabili visto che il ristorante non offre né coperto né servizio. Addio.

Finale e altro


Durante un'escursione estiva in Liguria abbiamo scoperto con piacere che Finalborgo rimane tra le mete meno affollate, probabilmente a causa del fatto che seppure non lontana dal mare risulta difficilmente raggiungibile a piedi per le truppe ciabattate dei bagnanti stagionali, che non possono utilizzare l'auto se non col gravissimo rischio di perdere irreparabilmente il parcheggio faticosamente conquistato.

Siamo quindi tornati con piacere Da Gillo in piazza del tribunale, anche se la sorpresa migliore è stata il Quarto di bue poco distante, "brasserie" e posto da carnazza: personale cortese, rapido e poliglotta. In una delle viette del centro, il bistrot Tabù "Your swing soul" (come recita lo scontrino) offre taglieri, stuzzichini, bruschette, qualche piatto e una bella scelta di cocktail classici e originali: grande successo per quanto mi riguarda per "Un'ottima annata".

Alla ricerca di soluzioni originali per l'aperitivo-cena, abbiamo provato il ristorante Il boschetto a Villanova d'Albenga, location per matrimoni e cerimonie varie che nelle serate "normali" offre piatti e taglieri abbinati a cocktail o bevande a prezzi ridotti. Se ci si vuole saziare, si spende comunque come al ristorante, ma la location è carina. Buono anche il servizio. Si trova fuori paese, vicino all'ippodromo.

sabato 4 maggio 2024

Osteria del balabiott, Milano

Con l'attuale grande inflazione di ristoranti "autentici milanesi", ogni volta si varca la soglia con timore e sospetto. Fortunatamente, al Balabiott di via Dezza Piazza Vesuvio ci si siede ai tavoli sotto la protezione di Fo-Gaber-Jannacci e si mangia e beve bene, nonostante le salette possano diventare un po' affollate. C'è un soppalco dove sarete un po' più distanti dagli sguardi della cameriera ma potrete stare più tranquilli. A proposito della trinità menzionata prima, finalmente (?) i ristoranti milanesi possono competere coi maradona-pulicinella-totò-troisi-daniele affissi alle pareti di quelli napoletani: ponzoni-pozzetto-boldi-teocoli-vanoni-rame sono infine canonizzati, immortalati e affissi anche loro.

Sul menù non c'è molto da dire, c'è tutto quello che ci si aspetta, incluso un servizio veramente "milanese": serio ma non algido, cordiale alla bisogna ma mai caciarone, disponibile ma non ruffiano. Arrivati a metà aprile, abbiamo afferrato una delle ultime casöle e persino una fetta di panettone. Il locale non vuole fare il finto-osteria-di-una-volta, ed è un bene. Coperto a 3 euro e primi sui 19.

Trattoria Bertamè, Milano

Suggestiva location in via Lomonaco per questa trattoria annunciata dalla grande insegna dell'adiacente officina carrozzeria Bertamè. Un dehors che non sembra tale, alcune salette arredate in tema automobilistico e una toilette tappezzata di messaggini rendono simpatica la permanenza, anche grazie all'aver relegato le tavolate lontano dai tavoli più piccoli, dove poter chiacchierare in santa pace.

Abbastanza inaspettatamente, la cucina è ben curata e il menù, seppure un po' eclettico, propone piatti in generale ben preparati. Un po' scialbo il baccalà mantecato, ma molto buone le pappardelle e la millefoglie di melanzane. Servizio non certo da quattro stelle, ma celere e non invadente. I prezzi sono "milanesi" e per i primi si viaggia intorno ai 20 euro.

Bella scoperta.


sabato 23 marzo 2024

A'Marechiaro, Novara

Rapida bocciatura per questa pizzeria - "food" in via Rosselli in cui siamo incappati un sabato a pranzo. In vena di avventure, abbiamo tralasciato le pizze e provato gli gnocchi "come una volta" e "Novara", tutto sommato buoni ma forse non all'altezza dei 15 euro di prezzo. Sicuramente non all'altezza il servizio, alquanto lento e "improvvisato" (attesa per il bere, attesa per il cibo, caffé senza zucchero, attesa per il menù dei dolci... e quindi niente dolce). Bella la possibilità di utilizzare il dehors sulla piazzetta. Completa però l'esperienza negativa il fatto che il locale fosse assediato da un esercito di passeggini.

Quattro a Milano

Cominciamo dal Gallura, ristorante con specialità sarde in zona De Angeli con sito e pagina facebook trascurati da anni. Oltre ai classici della cucina sarda c'è molto pesce, senza però nulla che risulti sopra il livello di una trattoria qualunque, che sia l'astice o la bottarga sotto varie forme. Nulla, insomma, che a fine pasto invogli ad assaggiare le seadas. Inoltre purtroppo il servizio è approssimativo e gelido. I prezzi sono ovviamente alti, ma a Milano quando si parla di pesce si vede ben di peggio. Parcheggio impossibile.

Ci si sposta in Toscana con l'osteria La Carbonaia (zona Sant'Ambrogio) dove si va per la carne, i funghi, i salumi. Si mangia e, sapendo scegliere, si beve bene. Il servizio è cordiale e ruspante, l'atmosfera è informale e calorosa, l'arredamento un po' demodé. Peccato solo per gli spazi ristrettissimi, con tavoli infilati in angoli impensati (dietro la porta d'ingresso!) e commensali bloccati in posti angusti. Indicato per compagnie affiatate e buoni conversatori.

Al Soulgreen in Piazzale Principessa Clotilde, invece, ci si ritrova nella Milano più "in" e vegetariana, e si ordina con l'ipad. Il locale è spazioso, moderno e ben curato. L'atmosfera è un mix newyork-giungla-dubai tutto sommato rilassante. Il servizio è sollecito e cordiale, anche se appunto facilitato dal self-service via tablet. Non ci si aspetti alta cucina o interpretazioni particolarmente fedeli di hummus e babaganoush, ma non sembra nemmeno esserci il rischio di incappare in esperienze negative. Insomma, un posto da tenere a mente per andare sul sicuro.

A poca distanza da Soulgreen, giusto a fianco di Eataly, abbiamo provato a pranzo la pizzeria "Casa Sorbillo Vol. 3" dove abbiamo mangiato una buona pizza in un locale affollatissimo e con un servizio che ci è parso molto lento. 

domenica 10 marzo 2024

Ratanà, Milano

All'ombra dei grattacieli di piazza Gae Aulenti, il Ratanà occupa una sopravvissuta villa d'epoca e offre cucina lombarda "modernizzata" a una numerosa clientela che viene ahimè stipata nel locale a turni prestabiliti "con gentile richiesta di lasciare il tavolo libero entro le ore x". In perfetto stile milanese sono anche i prezzi, che volano alti (4 euro il coperto, per esempio) ma sarebbero anche appropriati alla qualità del cibo, oggettivamente buona, visto il resto del panorama cittadino.

L'esperienza nel complesso però ci lascia freddi, proprio per l'eccessivo affollamento del locale (un lunedì sera di inizio marzo!), l'antipatica richiesta della prenotazione a scaglioni fissi, e il servizio non sempre destissimo.

Classico posto "dove non ci va più nessuno perché è troppo affollato".

Brunch allo Sheraton Diana Majestic, Milano

Per 60 euro (alcolici esclusi) ci si può rimpinzare col brunch a buffet del Diana Majestic, albergo di lusso a due passi da Porta Venezia, classica location milanese che nasconde il proprio giardino dietro la facciata esposta al soffocante traffico cittadino.

All'interno, appunto, affacciati sul giardino interno, si assapora un po' di lusso e un abbondante assortimento di colazione-pranzo a buffet, incluse due postazioni con servizio per omelette e pietanze varie. 

Non si sfugge nemmeno qui alle famigliole con poppanti e mocciosi assortiti, ma fortunatamente l'atmosfera "luxury" esige un livello di buone maniere sufficiente a limitare i danni. Tutto molto buono, servizio sollecito anche se in alcuni casi un po' inesperto. Peccato che il brunch venga servito dalle 12.30 e non prima.

Beard BQ low and slow, Cuggiono

Ha aperto da qualche mese in piazza a Cuggiono locale a conduzione famigliare il cui nome gioca con l'imponente barba dello chef e la passione per la carne alla griglia. La modesta vetrina sulla piazza non fa presagire le sale spaziose all'interno. Ci si rifocilla con hamburger -ovviamente- nachos e birrazze in un'atmosfera 100% a stelle e strisce, portata dalla grande passione dei proprietari per gli USA.

Si posteggia in piazza o nelle vicinanze, ci si rilassa e si sta bene. Un'apertura benvenuta in un panorama altrimenti non proprio attraente.

domenica 14 gennaio 2024

Five guys, Milano

Per un tuffo negli anni '80 dei paninari e di Jerry Calà, dirigetevi da Five guys, fast food a base di burger, patatine e milkshake, titoli e copertine di riviste e giornali alle pareti, salsine varie con cui ingozzarsi appollaiati su trespoli. L'unica ragione per cui sono finito in questo tempio del junk food carissimo (burger, patatine, Nastro azzurro fanno 24 euro) è che quello di Corso Buenos Aires è a due passi dal teatro Elfo Puccini. Indicato se volete buttare un po' di soldi in una serata trash.

domenica 7 gennaio 2024

Savonese occidentale, ottobre-novembre 2023

Quest'anno abbiamo provato un po' di locali nuovi. Proviamo a dividere in gruppi.

Sulla spiaggia o quasi.

Ha riaperto a Loano La Marinella, e l'abbiamo provata per un aperitivo e pizza. L'impressione non è delle migliori, con un servizio comicamente impreparato (il Cynar pronunciato prima sìnar e poi sinàr, ma questo è il meno) e qualche velleità di troppo. Pizze sui 15 euro con descrizioni fantozzianamente altisonanti. La location meriterebbe di più, speriamo si assestino meglio.

A Borghetto Santo Spirito, tiene un profilo molto più basso la Playa Bianca, bar tavola calda ristorantino sulla spiaggia, che ha il pregio di essere tra gli ultimi a chiudere prima della desertificazione invernale dei lungomare della zona. Indirizzo da tenere presente per una pausa pranzo in spiaggia coi classici fritti misti, cotolette, eccetera, senza troppe pretese.

A Ceriale, all'inizio del lungomare vicino alla pinetina, i Bagni San Sebastiano fanno ancora aperitivi e qualche piattino, e si sta bene nonostante il campo da basket a due passi. Più avanti, i Bagni Il Pirata non sfruttano a dovere la location migliore del lungomare: il terrazzo sopra il ristorante non è utilizzato, il dehors è spoglio e i tavoli sul lato della spiaggia godono del panorama su... la ruspa posteggiata lì a fianco. Completano il quadro purtroppo i prezzi un po' esagerati e un servizio non dei più rapidi e attenti. Peccato, perché sarebbe un posto favoloso, nei mesi autunnali.

Sempre a Ceriale, sul lungomare ma sul lato strada, abbiamo (ri)provato Il Muffoletto, dove abbiamo preso un velleitario spada in crosta di noccioline e un piattone di pasta allo scoglio, tutto senza infamia né lode. Servizio un po' improvvisato. 

Aperitivi e simili.

Torniamo sempre al Nerea "pub wine bar" di Ceriale per i suoi paninazzi o bruschette, si va sul sicuro, un posto alla buona su cui poter contare.

A Loano, per un raro cocktail ci dirigiamo allo Shaka bar, mentre non siamo riusciti a forzarci a provare il Buddy Cocktail Club aperto sul lungomare, a causa della musica molesta e della clientela composta da un esplosivo mix di famigliole con passeggino e giovinastri molesti.

La palma della migliore location per l'aperitivo va senza dubbio alla Rosa dei venti ("osteria bar") di Verezzi che dalla cima della collina offre un panorama imbattibile della zona. Aperitivi, pizze e piatti. Non si sfugge alle famigliole neanche qui, ma in generale la clientela è per la maggior parte composta da ciclisti e camminatori.

Le pizze.

All'estremo opposto della pineta sul lungomare di Ceriale c'è Gianni, dove si fa una buona pizza a prezzi tutto sommato relativamente economici.

A Finale, il Basilico sembra essersi allineato sui livelli (buoni) del suo gemello di Loano. I dehors sul lungomare purtroppo sono dei tendoni un po' dozzinali, mentre la location meriterebbe di meglio.

Riscuote grande successo Pat Pizza ("trattoria pizzeria", sempre per sottolineare queste definizioni strampalate) sotto uno dei palazzoni sul lungomare di Borghetto. Purtroppo la gran folla e il rumore ci guastano l'esperienza. La pizza non sarebbe male, ma c'è proprio troppa confusione.

Quelli con una marcia in più.

Iniziamo dallo Shardana di Loano, in zona Marina, dove si fanno pizze gourmet ma anche piatti con qualche velleità da ristorante. I prezzi sono altini, ma questo ristorantino avrebbe delle potenzialità. Speriamo si concentri sulla buona cucina più che a spennare i proprietari degli yatch ormeggiati lì davanti, seppure questa sia una pratica benemerita.

A Borghetto, non dareste due lire al ristorante pizzeria Il grillo parlante (anche in questo caso, sotto i palazzoni del lungomare), dove invece ci siamo trovati molto bene, ci siamo riempiti di fugassin, fritto misto e spaghetti allo scoglio, tutti piatti purtroppo abusati e maltrattati da decine di postacci circostanti, ma che qui vengono eseguiti come si deve. Servizio gentile e professionale.

L'osteria Matetti ad Alassio è il classico posto ruspante, piccolino e col padrone burbero, che si è fatto una gran reputazione e quindi è sempre affollatissimo. Si viene purtroppo sottoposti alla barbara pratica di prendere le prenotazioni a turni (19.30 o 21.30, ahimè!), ma la cucina ligure è buona, i prezzi sono tutto sommato onesti e la squadra di sala riesce a mantenere una parvenza d'ordine nel servizio pur nel mezzo della boglia. C'è anche il juke box e qualche tavolo sul marciapiedi. 

U Piccin a borgo castello a Loano - che peraltro ora è ancor di più un piccolo gioiello, grazie a varie ristrutturazioni - si conferma un indirizzo sicuro per la pasta fresca e una cucina casalinga e calorosa. Purtroppo la location defilata rispetto al radar del turista medio non lo favorisce, e nella stagione invernale la piccola sala è raramente al completo.

A Ceriale ci siamo trovati bene all'Ostaia du ma sul lungomare. Cucina di qualità, invenzioni e accostamenti inaspettati, servizio gentile, prezzi giusti. Si beve bene. Torneremo!

Si mangia bene e il locale è carino Da Gillo in piazza del tribunale a Finale, ma si mangia ancora meglio al Petricore in piazza San Biagio, dove c'è tanta attenzione alla cucina e alla cantina. Il prezzo sale, ma per ora è probabilmente il miglior ristorante della città, eccetto forse per i Torchi dove però non torniamo da alcuni anni.

Consueta conferma a pieni voti per il Babette di Albenga, la sua cucina e il suo panorama. Immancabile, imperdibile.


Per chiudere, una felice scoperta fuori zona per una serata al Club Tenco a Sanremo: il Baccarà Bistrot Bello fa pesce, funghi, fassona, cappon magro, insomma i grandi classici, in un ambiente di classe e con tanta qualità. Non mancheremo neppure l'anno prossimo, ne sono sicuro.