Mi sarà sempre incomprensibile la ragione dell'inossidabile reputazione di posti come La pescheria "da Claudio e Giuliano", specialmente come quella di Bareggio. Trentun luglio, serata afosa, un capannone della zona industriale, il cimitero da una parte e il depuratore dall'altra, parcheggio selvaggio in strada, gente che aspetta fuori dalla porta, folla di gente assiepata davanti al bancone appena entrati, frastuono tremendo ovunque. A peggiorare la situazione, il servizio semi-fai da te: ci si siede, si compila un foglio con le ordinazioni e lo si porta in cassa insieme al nome del proprio tavolo; si verrà poi chiamati quando i piatti sono pronti per andarseli a prendere. Il padrone risparmia - forse - sul personale, ma il risultato è che la serata è allietata senza interruzione dal deejay-cuoco che dagli altoparlanti chiama i nomi dei tavoli a tutto volume: "pesce porcooo" "pesce pallaaaa" eccetera eccetera tutta la sera. Anche le bevande bisogna andarsele a prendere. Le sale del locale sono arredate secondo lo stile accozzaglia marinara, fortunatamente senza sconfinare nel kitsch più molesto.
Lascio i giudizi sul cibo agli esperti di pesce: a giudicare dall'affollamento, dev'essere tutto buonissimo. Non abbiamo mangiato male, ma io non ho trovato nulla di speciale. Spaghetti alle vongole a 13 euro, tutti gli altri primi più cari. Vino del supermercato a 18 euro. Si pagano 2 euro di coperto, inspiegabili visto che il ristorante non offre né coperto né servizio. Addio.